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Contro il ddl sulla Sicurezza, immigrati e “ronde†Presidio della CGIL alla Camera dei Deputati il 29 aprile dalle ore 10,30 PDF Stampa E-mail
Si è tenuta il 22 aprile u.s. la prevista audizione presso le Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia, della Camera dei Deputati, sul Disegno di Legge C.2180 sulla Sicurezza. Per la CGIL hanno partecipato Pietro Soldini e Marcello Tocco.
Da questo DdL sono state stralciate le norme, approvate dalla Camera l'8 aprile scorso, sulla violenza sessuale, e la introduzione del reato di stalking (molestie e persecuzione).
L'azione di dissenso e contrasto agli originari contenuti di quel decreto legge ,manifestato dalla nostra organizzazione e dalla opposizione in parlamento e il diffuso allarme sociale e democratico, ha ottenuto il primo risultato di impedire l'approvazione in quel Decreto,oggi identificato con il N. 1505, dell' obbligo per i medici di denunciare il cittadino straniero immigrato clandestino, il prolungamento della detenzione nei CIE degli immigrati clandestini e la vergognosa istituzione per decreto delle cosiddette "ronde". Naturalmente queste norme, cancellate dal Decreto 1505, ritornano nel testo dell'originario Disegno di Legge C.2180. E' proprio su tutta questa materia e sull'insieme delle norme contenute nel DdL sulla sicurezza che si è svolta ieri l'audizione delle Commissioni della Camera.
Ci rendiamo conto della complessità di tutte queste spiegazioni tecniche, ma a questo ci costringono i contorcimenti di una maggioranza che deve la sua tenuta ad un continuo soddisfacimento delle richieste politiche della Lega e alle sue esigenze elettoralistiche.
Per la CGIL abbiamo espresso il nostro vivissimo dissenso su tutto il DdL e in particolare sulla compressione dei diritti dei cittadini stranieri nel nostro paese che di fatto sono costretti alla clandestinità fin dalla nascita e fino alla morte, per l'impossibilità dei genitori e familiari clandestini e quindi privi di documenti regolari, di denunciare allo stato civile,le nascite e i decessi.
Abbiamo chiesto: la chiusura dei CIE e di conseguenza la cancellazione del prolungamento della disumana detenzione in quei luoghi,senza una formale sentenza di alcun giudice e la cancellazione di tutti gli odiosi aumenti delle tasse, per la concessione anche agli stranieri regolari del legittimo permesso di soggiorno.
Naturalmente come prima cosa abbiamo chiesto la cancellazione del reato di immigrazione clandestina, da cui discendono tutte queste norme intollerabili e razziali, e della conseguente aggravante penale della clandestinità. Abbiamo avanzato questa motivata richiesta, perché se fosse introdotto questo reato nel nostro ordinamento, sarebbe del tutto inutile l'intesa fatta nella maggioranza di governo, molto propagandata sui giornali, di ripristino del divieto per i medici di denuncia dello straniero clandestino.
La permanenza del reato penale di immigrazione clandestina, obbligherebbe comunque il medico, secondo le norme dei Codici di Procedura penale e Penale,ad avanzare la denuncia di chi ricorre alle sue cure in stato di reato penale flagrante, che emergerebbe alla semplice richiesta delle generalità presso il Pronto Soccorso.
Su tema delle ronde abbiamo espresso la nostra fermissima opposizione sul piano costituzionale e meramente operativo, per la inutile interferenza con l'azione delle forze dell'ordine sul territorio e la impossibilità di garantire la neutralità politica di tali associazioni e dei loro appartenenti.
Abbiamo sollevato un allarme sul tentativo di ridurre i poteri del la Direzione Nazionale Antimafia, come denunciato anche dal direttore Dott. Piero Grasso con un irresponsabile emendamento presentato addirittura dallo stesso Governo.
Alla audizione erano presenti rappresentanti di altre confederazioni, di tutti i sindacati di polizia e delle organizzazioni e dei sindacati dei medici. Tutti hanno espresso con varie motivazioni un gravissimo dissenso sui contenuti del Disegno di Legge. La CGIL nazionale ha presentato ai presidenti delle Commissioni una nota, con la motivazione del nostro profondo dissenso,che vi alleghiamo.
La prossima settimana il Decreto di Legge C. 2180 va in discussione in aula, per l'approvazione definitiva, dopo l'approvazione del Senato, a meno di modifiche.
E' necessario esprimere il dissenso della nostra Organizzazione e a questo scopo la CGIL promuove un presidio davanti alla Camera dei Deputati in Piazza Montecitorio, con inizio alle ore 10,30 del 29 aprile c.m..
Invitiamo le altre Organizzazioni sindacali e le Associazioni a partecipare al presidio come già facemmo per il 18 dicembre prima della approvazione del DdL da parte del Senato.
Invitiamo tutte le strutture a partecipare al presidio e ad organizzare nelle altre regioni più lontane presidi davanti alle Prefetture.

Cordiali saluti
Ufficio immigrazione                 Ufficio Sicurezza e Legalità
Pietro Soldini                                  Marcello Tocco

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AUDIZIONE DELLE COMMISSIONI AFFARI COSTITUZIONALI E GIUSTIZIA
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI DEL 22 APRILE 2009
SUL DISEGNO DI LEGGE C.2180

NOTA DELLA CGIL

La CGIL come già ha anticipato all'On. Presidente della Camera dei Deputati e a voi On. Presidenti delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia è sostanzialmente contraria ai contenuti del disegno di legge C. 2180, oggetto del la vostra cortese audizione. Accludiamo le lettere della Segreteria Confederale, con cui abbiamo già espresso questo dissenso su molti aspetti del DdL e la preoccupazione per la messa in discussione di alcuni diritti fondamentali che avverrebbe con la eventuale approvazione dell'articolato del DdL.
In particolare esprimiamo la nostra contrarietà ai seguenti principi contenuti nel Disegno di Legge C. 2180:
- Respingiamo la introduzione nel nostro ordinamento del reato di immigrazione clandestina e della conseguente aggravante penale, per reati compiuti dallo straniero clandestino. Questi ci sembrano concetti in palese contrasto con i principi costituzionali e dei diritti fondamentali della persona.
- Pur condividendo l'inasprimento delle misure per l'applicazione dell'art.41 bis, in rapporto alla necessità di intensificare il contrasto alle mafie, e l'inasprimento della normativa tesa al recupero dei beni confiscati alle mafie da parte terzi aventi diritto, ci sembra che manchi la istituzione, invocata da più parti, anche da organi costituzionali come il CNEL, di una Agenzia per la gestione dei beni confiscati alle mafie, alle dirette dipendenze dalla presidenza del Consiglio o del Ministro dell'Interno, mentre viene mantenuta la inefficace gestione da parte del Demanio dello Stato.
- I contenuti dell'art.45 sono da noi respinti in maniera categorica, perché configurano una insopportabile compressione dei diritti fondamentali per i cittadini extracomunitari presenti sul nostro territorio nazionale. Vanno respinti tutti gli odiosi aumenti del pagamento di tasse per la concessione dei permessi di soggiorno. Non solo non va prevista nessun prolungamento di permanenza nei CIE, ma va annullato il principio,molto simile alla detenzione preventiva e senza un giudizio motivato di un magistrato, della permanenza degli extracomunitari in queste strutture e in conseguenza va prevista la chiusura dei CIE.
Va assolutamente cancellato il paragrafo t) di questo articolo n. 45 e ripristinato così il divieto assoluto per i medici e i parasanitari di denunciare lo straniero, anche se clandestino, che richiede cure sanitarie. Infatti non è vero che non ci sarebbe l'obbligo di denuncia da parte dei sanitari, se venisse approvato tale paragrafo, perché il combinato disposto della normativa prevista dagli art. 331 del Codice di Procedura penale e del 361 del Codice Penale, con l'introduzione del reato di immigrazione clandestina, determina, se esso è perseguibile d'ufficio, per il medico del SSN, un obbligo e non una facoltà di denunciare il paziente clandestino alla autorità giudiziaria. Questo pericolo per lo straniero determina anche la necessità di evitare le strutture sanitarie pubbliche e legali e la conseguente pericolosissima clandestinità, della malattia e della cura, con gravi rischi per il diritto alla salute dei singoli e per la sicurezza sanitaria della collettività.
Riteniamo altrettanto grave, sempre nell'art 45, l'estensione dell'onere di esibizione del titolo di soggiorno ai fini del perfezionamento degli atti di stato civile, che precluderebbe di fatto, la registrazione della nascita e della morte, il riconoscimento dei figli naturali ed il matrimonio.
- Respingiamo anche la istituzione del registro per i senza fissa dimora, prevista dall'art.50, è una norma di cui non si ravvede la necessità, ma aumenta costi e incombenze inutili per le forze di polizia nazionali e locali, già private di ingenti risorse.
- L'art.52 prevede la autorizzazione da parte del sindaco della costituzione di associazioni di cittadini che abbiano il compito di segnalare alle forze di polizia eventi che possano recare danno alla sicurezza urbana e situazioni di disagio sociale.
Si istituiscono in pratica le cosiddette ronde di cittadini. Siamo contrari a questa decisione. In primo luogo perché giuridicamente inutile, perché già oggi un qualsiasi cittadino può segnalare alle forze dell'ordine il compimento di un qualsiasi reato. Se questo diritto -dovere viene esteso dai singoli ad organizzazioni di privati cittadini, allo scopo costituite si lede un principio fondamentale dello stato di diritto democratico e cioè, che solo lo Stato ha il monopolio costituzionale e giuridico del controllo del territorio, della sua sicurezza e della garanzia della sicurezza per tutti i cittadini e questo compito va esercitato da strutture dello stato, che siano indipendenti, non abbiano alcun rischio di appartenenza politica e siano elemento di garanzia per tutti e possano provenire per esercitare i loro compiti istituzionali da qualsiasi regione e città del territorio nazionale. Inoltre già vi sono stati evidente fenomeni ed episodi di intralcio al lavoro delle forze di polizia da parte di ronde già operative, per la manifesta incapacità ed approssimazione professionale della loro attività, che più che di ausilio è risultata di intralcio alla polizia. Inoltre nessuno può garantire la neutralità politica di tali associazioni e il rischio di gravi incidenti e lesioni per gli appartenenti alle associazioni e per i cittadini italiani e stranieri che fossero oggetto della inesperienza e impreparazione tecnica di tali associazioni e dei loro associati.
Infine anche se la norma recita che non vi deve essere alcun costo aggiuntivo per la finanza pubblica, non si comprende come potranno operare tali associazioni autorizzate dal sindaco. Si apre così una preoccupante possibilità al finanziamento privato di tali associazioni e della loro attività.
Abbiamo inteso con questa nota mettere in luce gli aspetti salienti e più rilevanti dei motivi del nostro dissenso sull'insieme delle norme contenute nel DdL C.2180 che restano tutte valide anche se su alcuni parziali aspetti abbiamo espresso il nostro consenso, anche quando furono stralciate e approvate con altro provvedimento del Parlamento, come sull'inasprimento delle pene e della detenzione per i delitti di violenza sessuale e contro i minori e per quelli presenti nel DdL in discussione di inasprimento della lotta alla mafia, anche se queste ultime ci sembrano episodiche e scollegate da una strategia complessiva di lotta alle mafie, come del resto è confermato dagli ultimi emendamenti,presentati dal Governo, che chiediamo espressamente di ritirare ed eliminare dal testo, che contengono, come già denunciato anche dal Direttore Piero Grasso, una riduzione pericolosissima dei poteri della Direzione Nazionale Antimafia, con una conseguente riduzione anche dell'azione di contrasto dello Stato contro le mafie.

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