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Verso il voto, il silenzio sulle questioni militari. PDF Stampa E-mail

Verso il voto, il silenzio sulle questioni militari

http://www.aprileonline.info/images/3.gifSeverino Galante*

Il provincialismo dei mass media e del ceto politico italiani producono un dibattito asfittico, favorendo il disinteresse per le questioni estere e della difesa di larga parte dell'elettorato, concentrato sul peggioramento delle proprie condizioni di vita. Eppure, le condizioni dei salariati italiani dipendono sempre più dalla situazione del mercato mondiale e dagli assetti dell'Unione Europea

Grandi assenti della campagna elettorale in corso sono state la politica estera e quella della difesa, almeno fino alle recenti dichiarazioni di Martino, l'ex ministro della difesa del governo Berlusconi, che ha annunciato, in caso di vittoria del Pdl, il ritiro dal Libano, il ritorno in Iraq e la partecipazione ad operazioni di combattimento in Afghanistan. Il provincialismo dei mass media e del ceto politico italiani producono un dibattito asfittico, favorendo il disinteresse per le questioni estere e della difesa di larga parte dell'elettorato, concentrato sul peggioramento delle proprie condizioni di vita. Eppure, le condizioni dei salariati italiani dipendono sempre più dalla situazione del mercato mondiale e dagli assetti dell'Unione Europea.

In un quadro di crisi della globalizzazione in cui si acuiscono le lotte per il controllo dei mercati e delle materie prime, specie quelle energetiche, la politica estera e quella della difesa, che non possono più essere considerate separatamente, hanno un impatto immediato sulle condizioni di vita di milioni di italiani, specie di quelli più poveri. Del resto, mentre, da una parte, i salari italiani sono il fanalino di coda di quelli europei, le spese per la difesa, dall'altra, sono aumentate più velocemente che altrove in Europa a detrimento di un welfare già debole.

Il riarmo in corso avviene, in aggiunta, secondo modalità orientate non alla difesa del territorio nazionale, ma agli interventi militari all'estero, ovvero in chiave offensiva ed in contrasto con l'articolo 11 della Costituzione, ed in modo sempre più integrato con la politica imperialista e l'apparato militare-industriale Usa.

Le esternazioni di Martino, bissate da quelle di Frattini, non giungono quindi inattese, e denotano quanto l'Italia sia tornata indietro anni luce. E' il risultato di anni di spostamento a destra dell'opinione pubblica, dovuto non solo a fattori internazionali come l'affermazione del neoliberismo e la caduta dell'URSS, ma soprattutto ad un costante lavorio ideologico dei fautori, politici ed intellettuali, del revisionismo costituzionale.

Dietro tutto ciò c'è la riaffermazione dell'egemonia dei cosiddetti poteri forti, a partire dal capitale finanziario, interessati alla ripresa di una politica espansionista e di riarmo. E' questo, infatti, l'obiettivo che sottostà al proposito dichiarato, in un'ottica ancora una volta bipartisan da parte di Pdl e Pd, di ridefinizione del modello di difesa in chiave expeditionary, e di riaffermazione della politica di potenza come asse della politica estera del nostro paese.

Dietro la retorica della "guerra al terrorismo" ci sono, inoltre, gli interessi del complesso militare-industriale italiano, composto dai vertici delle Forze Armate, specie la Marina e l'Aviazione, e da quelli dell'industria bellica, Finmeccanica in primis. Un possibile accordo bipartisan per un governo "costituente", che metta mano a riforme tese a stravolgere in senso oligarchico ed antiparlamentare gli assetti istituzionali ereditati dalla lotta al fascismo e dalla Resistenza, non mancherà di avere tra i suoi elementi principali la politica estera e quella militare. Su quest'ultima, infatti, le differenze tra Pd e Pdl non sono enormi, visto che in entrambe non mancano i portavoce del complesso militare-industriale, come si è avuto modo di verificare anche durante questa legislatura.

Proprio il settore della difesa ed in particolare degli armamenti è stato uno di quelli su cui la sinistra, nel corso della legislatura in via di conclusione, è meno riuscita a incidere, proprio a causa dell'influenza esercitata sui responsabili politici, a partire dal ministro Parisi e dal sottosegretario agli armamenti Forcieri, dai "tecnici" dello Stato Maggiore e della Finmeccanica. Ma anche sull'Afghanistan le forze che ora sono nel Pd si differenziano dal Pdl meno di quanto sembri, in quanto nel corso dell'ultima legislatura hanno di fatto acconsentito alla partecipazione, sebbene limitata ad unità d'elite e mai confermata ufficialmente, a combattimenti, permettendo l'assorbimento del contingente italiano di Isaf in Enduring Freedom, cioè sotto la direzione Usa.

Ad ogni modo, le componenti più conservatrici del governo Prodi, sebbene su armamenti e modello di difesa abbiano potuto bypassare il Parlamento e la sinistra, sulle missioni internazionali hanno trovato più difficile farlo, ad esempio sull'Iraq, sulla missione in Libano e sull'aumento dell'impegno in mezzi e uomini in Afghanistan. Cosa che non accadrà in caso di vittoria del Pdl e neanche in caso di vittoria del Pd. E' proprio per questo, però, che una affermazione di la Sinistra l'Arcobaleno risulterà fondamentale, anche in vista di un possibile risultato di equilibrio tra Pdl e Pd in Senato, ed anche nel caso di accordo bipartisan per la definitiva trasformazione del modello di difesa, che renderebbero i voti della sinistra decisivi, mettendola nella condizione di dare battaglia. Negli anni 90 partecipare a missioni all'estero con gli Usa e in funzione neocoloniale, come accadde in Somalia, era sbagliato, oggi è anche pericoloso, perché può voler dire essere coinvolti in un conflitto sempre più illimitato e sanguinoso.

Le elezioni italiane si terranno a ridosso dell'ultima fase del governo Bush cioè quando alcuni esperti prevedono un attacco contro l'Iran. Le recenti dimissioni di Fallon, comandante Usa in Medio Oriente, dichiaratamente critico con i piani di attacco di Bush, confermerebbero quella eventualità. In tal caso L'Italia, presente in Afghanistan e sempre più vincolata agli Usa, si troverebbe in prima linea. Ad ogni modo, è la fase storica in cui viviamo ad essere cambiata. Si richiedono, dunque, alla sinistra capacità nuove di leggere e combattere, politicamente e culturalmente, le tendenze che vogliono fare dell'Italia e della Nato uno strumento, nelle mani degli Usa e di importanti settori capitalistici anche nostrani, per dare risposta con la guerra alla sempre più profonda crisi del modello economico neoliberista.

* coordinatore segreteria nazionale PdCI e candidato S.A. in Toscana

Le droghe sono cari, è per questo che alcuni pazienti non possono comprare le medicine di cui hanno bisogno. Tutti i farmaci di sconto risparmiare denaro, ma a volte le aziende offrono condizioni migliori rispetto ad altri. Circa il venti per cento degli uomini di età compresa tra 40 e 70 non erano in grado di ottenere l'erezione durante il sesso. Ma non è una parte naturale dell'invecchiamento. Questioni come "Comprare kamagra oral jelly 100mg" o "Kamagra Oral Jelly" sono molto popolari per l'anno scorso. Quasi ogni adulto conosce "kamagra 100mg". Le questioni, come "Comprare kamagra 100mg", si riferiscono a tipi diversi di problemi di salute. In genere, avendo disordine ottenere un'erezione può essere difficile. Prima di prendere il Kamagra, informi il medico se si hanno problemi di sanguinamento. Ci auguriamo che le informazioni qui risponde ad alcune delle vostre domande, ma si prega di contattare il medico se si vuole sapere di più. personale professionale sono esperti, e non saranno scioccati da tutto ciò che dici.

 
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