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Lo studio della Difesa Integrata Europea fa passi avanti al Parlamento Europeo. PDF Stampa E-mail

Lo studio della Difesa Integrata Europea fa passi avanti al Parlamento Europeo

Parlare del futuro delle Forze Armate significa per noi soprattutto trattare gli aspetti che riguardano il personale, piuttosto che addentrarci in disquisizioni che interessano l’aspetto tecnico e le scelte strategiche e di programma che attengono alla sfera politica.

Però siamo sicuri che dare le informazioni in modo corretto e con i tempi giusti favorisce quel necessario processo di conoscenza di ciò che ci accade intorno e soprattutto di come la nostra vita viene condizionata dalle scelte e dalle trasformazioni già in atto o pianificate.

Da anni ormai l’attività preponderante delle Forze Armate italiane è quella svolta in teatri operativi in cui operano contingenti composti da unità provenienti da diverse nazioni.

Esistono missioni internazionali, compiute da gruppi di nazioni; missioni ONU che possono avere il contributo di forze armate provenienti da ogni parte del globo; missioni NATO sostenute da paesi membri dell’Alleanza Atlantica; missioni dell’Unione Europea, che stanno aumentando sempre più nel quadro della politica di difesa e sicurezza europea.

Proprio per individuare le criticità del sistema attuale e progettare le strutture utili a perseguire gli intenti della ESDP (European Security and Defence Policy), il Parlamento Europeo ha commissionato uno studio per ottenere le indicazioni necessarie a costituire la struttura basilare di questa politica: il “Battle Group 1500â€.

Prima di affrontare questo tema occorre un richiamo alle origini della ESDP.

L’Unione Europea da tempo è proiettata a sviluppare una sua politica di difesa e sicurezza e per portare avanti con successo questo progetto deve acquisire le capacità necessarie.

Ciò significa, a livello strategico, essere abile a valutare una crisi e considerare le sue potenziali implicazioni in modo indipendente.

A livello operativo significa essere in grado di pianificare ed eseguire operazioni militari lontano dai propri confini contro avversari consistenti, se necessario, usando esclusivamente risorse Europee.

Questa importanza all’autonomia di azione è un significativo punto di riferimento per guidare gli sforzi dell’Unione Europea a sviluppare appropriate strutture politico-militari e strumenti militari per raggiungere gli obiettivi assegnati alla ESDP.

Tali requisiti hanno portato all’adozione del “Headline Goal 2010â€(HLG 2010), un progetto che si prefigge gli obiettivi principali da raggiungere per l’anno 2010.

Il “Battle Group 1500†(BG 1500), che fa parte di questo “pacchetto†HLG 2010,rappresenta il maggiore risultato da conseguire.

Si tratta di un importante test da fare per gli stati membri dell’Unione che dovranno trasformare le proprie forze armate e trovare nuovi strumenti utili a sviluppare l’interoperatività tra gli apparati militari Europei.

In ultimo, ma non meno importante, dovrà essere stabilita una comune cultura militare tra gli Europei.

In dettaglio il BG 1500 è formato da forze di superficie pronte all’impiego in un massimo di 5 – 10 giorni ed al loro dispiegamento a 6000 km o più dai confini UE.

Tale capacità deve prevedere una completa autonomia per un periodo compreso tra 30 e 120 giorni.

Il BG è tenuto a compiere le seguenti missioni: missioni Umanitarie o operazioni di evacuazione non di combattimento; Peace Keeping/Stabilizzazione; Crisis management, incluse operazioni di Peace Enforcement.

Il BG 1500 è considerato l’unità di impiego minima, forza omogenea rapidamente dispiegabile e capace di operazioni militari già dall’inizio di incidenti significativi, prima che la situazione rischi di deteriorare in crisi più complesse.

Il suo impiego è previsto per un’area specifica, principalmente, ma non esclusivamente, in Africa.

Gli Stati che concorrono forniscono le proprie risorse umane e materiali per periodi di sei mesi e nel 2007 sono stati 25 a partecipare in vario modo.

Sono 15 i BG tra quelli già creati e quelli in via di costituzione, mentre due sono quelli permanentemente pronti per intervenire per conto dell’UE.

Il concetto del BG è stato un successo politico reale, che vede coinvolta la totalità degli Stati membri e rimane un ottimo test della volontà degli stessi Stati di muoversi verso una più compiuta ESDP.

Tuttavia non si vede ancora uno strumento militare affidabile, resiliente e robusto che possa essere nelle mani dei leader Europei e sia efficace a soddisfare tutte le missioni per cui è stato creato.

Le principali inadeguatezze devono essere ricondotte a:

- una chiara mancanza di pianificazione e previsione strategica UE;

- mancanza di rapida capacità di proiezione con aerotrasporto;

- l’eterogeneità delle forze militari all’interno dell’UE mina l’adeguatezza militare del BG.

Lo studio che è stato consegnato al Parlamento Europeo lo scorso mese di ottobre raccomanda agli Stati membri dell’Unione:

- rafforzare la loro valutazione della natura delle forze militari che l’UE richiede;

- continuare a lavorare allo sviluppo di forze aeree e marittime di reazione rapida;

- gradualmente muoversi verso la creazione di più capaci forze di intervento di circa 5000 unità (Task Force 5000).

Lo studio fa una serie di raccomandazioni su come il Parlamento Europeo potrebbe assumere informazioni sugli sviluppi possibili in quest’area.

Per una lettura dell’interessante documento segnaliamo l’indirizzo dal quale può essere reperito:

http://www.europarl.europa.eu/activities/expert/eStudies.do?languageEN

Giuseppe Catalini

Presidium Member di AMID presso EUROMIL

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Clicca quì per visualizzare lo studio commissionato dal Parlamento Europeo sui "Battle Groups" quale strumento base della strategia militare della Difesa Integrata Europea (in inglese).
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