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La Procura Militare di Palermo ipotizza il reato di disobbedienza aggravata per i militari che al termine della concessione non hanno lasciato l’utenza del proprio alloggio demaniale! PDF Stampa E-mail

Ci giunge notizia che la Procura Militare di Palermo stia inviando un invito a comparire a numerosi militari in quanto sottoposti ad indagine per il reato di disobbedienza aggravata per non aver lasciato l’alloggio demaniale al termine del periodo di concessione. Notevole lo sconcerto negli ambienti della Difesa e Parlamentari.

La notizia è di quelle destinate a suscitare scalpore per lo sconcerto procurato dai provvedimenti adottati dalla Procura Militare di Palermo che ha inviato ad alcuni militari un “invito a comparire” in quanto persona sottoposta ad indagini per aver commesso il reato di “disobbedienza aggravata” in violazione degli artt. 47 n°2 e 173 del C.P.M.P.

A quanto ci è dato sapere sembrerebbe che le famiglie dei militari interessati abbiano ricevuto in passato la classica raccomandata da parte del Comando Militare Territoriale competente con la quale gli veniva comunicato di essere in procinto di superare il termine degli otto anni di utenza e che, pertanto, a seguito di revoca della concessione, avrebbero dovuto lasciare l’alloggio libero.

Lo sconcerto e la perplessità per l’iniziativa della magistratura militare siciliana è notevole in quanto la prassi instaurata dalla burocrazia dei Comandi Militari era un fatto ormai consolidato in quanto, per effetto dei dispositivi di legge succedutesi negli anni, migliaia di utenti, che hanno ricevuto tutti la stessa comunicazione di cui sopra, sono stati autorizzati a permanere negli alloggi non più in concessione ma in qualità di utenti previo l’adeguamento ad un canone equo più eventuali maggiorazioni legate al reddito (legge 537/93 art. 9 comma 7).

Infatti, anche le famiglie dei militari palermitani hanno ricevuto, con la stessa data della raccomandata con cui venivano invitati a lasciare libero l’alloggio, un’ulteriore comunicazione da parte dello stesso Comando Militare con la quale si pregava di voler fornire, con atto notorio, la propria dichiarazione dei redditi allo scopo di consentire la valutazione della consistenza patrimoniale e finanziaria del reddito familiare complessivo per determinare l’adeguamento del canone e le eventuali maggiorazioni previste dal Decreto Ministeriale appositamente emanato ogni anno dalla Difesa.

Tutto questo è normalmente avvenuto a Palermo come in tutte le altre località italiane dove esistono Alloggi di Servizio Temporanei (AST) della Difesa, che riepilogando prima vengono assegnati in concessione per otto anni e poi lasciati in utenza previo adeguamento del canone in ossequio ai dispositivi di legge in vigore.

Quindi se tutto è nella normalità e nella perfetta legalità, perché la Procura Militare di Palermo ha deciso di procedere (d’ufficio?) a carico dei “sfortunati” militari residenti nella città siciliana?

C’è forse stata qualche indebita pressione?

Noi qualche idea c’è la siamo fatta.

Bisogna contestualizzare la vicenda degli alloggi demaniali della Difesa al centro di una lunga diatriba tra l’Amministrazione militare, che in passato si è strenuamente opposta alla possibilità di cedere la proprietà degli alloggi facenti parte del proprio patrimonio demaniale adducendo il mancato assolvimento dei fini istituzionali per i quali erano stati previsti (difesa nazionale e mobilità del personale).

Dall’altro canto le richieste degli utenti, rappresentate efficacemente dal comitato CASADIRITTO, invocavano l’applicazione di una politica sociale per consentire l'accesso alla casa di proprietà anche al personale militare, in particolare quello meno abbiente, così come è stato previsto per tante altre categorie di dipendenti, anche pubblici.

A tal proposito la stessa legge istitutiva del patrimonio demaniale della Difesa (497/78), lo classificava nell'ambito dell’edilizia residenziale pubblica consentendo, per analogia, di rivendicare anche per tale utenza l'accesso alla proprietà agevolata dopo un adeguato periodo di concessione.

Il diverso modo di intendere la concessione degli alloggi di servizio tra la Difesa e l’utenza ha comportato negli anni il perpetuarsi di un duro confronto tra chi invocava il diritto a permanere negli alloggi di servizio e chi lo contrastava, costringendo il legislatore ad adottare ripetuti interventi fino alla legge 533/93 con cui il Parlamento ha cercato di stabilizzare definitivamente la contesa, anche se non ha convinto del tutto i Comandi militari che hanno continuato ad applicare burocraticamente la pregressa normativa oggetto delle comunicazioni che hanno originato l’intervento della magistratura militare siciliana.

In seguito è emersa l'esigenza dello Stato di risanare la finanza pubblica tramite la realizzazione delle privatizzazioni. In questo ambito vanno inquadrati i tentativi dei passati Governi di procedere alla cartolarizzazione di parte del patrimonio demaniale della Difesa tra cui anche un consistente numero di alloggi di servizio.

Questi tentativi non sono andati in porto per una serie di difficoltà tra cui è stata determinante la mobilitazione degli utenti tramite l'operato di CASADIRITTO e la contrarietà della stessa Difesa che, in definitiva, non avrebbe fatto un buon affare nel perdere definitivamente parte del proprio patrimonio demaniale in cambio di esigue risorse di molto inferiori rispetto al valore degli immobili cartolarizzati.

Di certo qualcuno l’affare lo avrebbe fatto e ci riferiamo in particolare alle società d’intermediazione ed immobiliari preposte all’operazione “SCIP…PO” che oggi sicuramente non vedono di buon occhio la possibilità che “l’affare” gli sfumi definitivamente se dovesse essere approvato in questa legislatura l’Atto Senato 599 ormai quasi in dirittura di arrivo con la predisposizione di un testo unitario che raccoglie le indicazioni di tutti i gruppi parlamentari.

Questi timori si sono resi ancora più evidenti quando è stata avviata una consistente campagna di “disinformazione” che strumentalmente ha cercato di influenzare negativamente l’opinione pubblica facendo passare la vendita diretta degli alloggi agli utenti, prevista dal d.d.l. 599, come una svendita di particolare favore ad una categoria di privilegiati che già occupava illegalmente gli alloggi di servizio procurando un danno allo Stato.

Naturalmente ciò non corrisponde alla verità perché:

· lo Stato, ed in particolare il bilancio della Difesa, ricava dalla vendita risorse finanziarie di molto superiori rispetto a quelle previste dalle cartolarizzazione;

· il patrimonio demaniale della Difesa viene svecchiato di gran parte degli alloggi di ultra trentennale costruzione con immaginabili risparmi dei costi di manutenzione ordinaria e straordinaria;

· sono venduti alloggi spesso inutilizzati per la perdurante carenza di fondi necessari alla manutenzione e/o ristrutturazione o non più utilizzati per mancanza di richieste del personale militare a seguito della ridislocazione e/o soppressione dei reparti;

· vengono reperite importanti ed indispensabili risorse finanziarie per:

o avviare programmi di costruzione di nuovi alloggi rinnovando il patrimonio demaniale da assegnare al personale in lista di attesa nelle sedi dove è più forte la richiesta di utenza;

o finanziare il Fondo per la concessione di mutui casa;

o erogare contributi per una eventuale indennità di alloggio;

o soddisfare le esigenze di manutenzione del restante patrimonio demaniale della Difesa;

o possibilità d’integrare esigenze straordinarie del bilancio Difesa.

Probabilmente ad un lettore disattento o poco informato queste considerazioni possono sfuggire e magari si è cercato proprio di indurre in errore impedendo una corretta valutazione della questione alloggi demaniali della Difesa.

Per chi avesse la necessità di approfondire la materia lo invitiamo a consultare la copiosa documentazione disponibile presso gli archivi della Camera e Senato che, nell'arco di quasi trenta anni, hanno realizzato più indagini conoscitive procedendo all’audizione parlamentare di numerosi ed autorevoli responsabili della Difesa e della Rappresentanza Militare, sfociate nell’emanazione di numerosi dispositivi di legge tutti accomunati dalla necessità di assicurare un'adeguata tutela al diritto degli utenti di permanere negli alloggi di servizio.

Per ritornare ai fatti di Palermo, naturalmente auspichiamo che la giustizia faccia il suo corso affinché la questione possa rientrare, quanto prima, nella giusta considerazione e cioè che nessun utente militare di alloggio demaniale ha mai infranto la legge permanendo nel proprio alloggio oltre la concessione perché ciò gli è consentito dalle norme in vigore.

Alle famiglie dei militari colpiti da questi ulteriori disagi dopo anni di precarietà e di mancanza della certezza del diritto, AMID esprime la propria più sentita solidarietà certi che la verità e la giustizia non potrà che essere dalla loro parte, in attesa che il Parlamento metta quanto prima la parola fine a questa annosa problematica che ancora produce ed induce storture incredibili al giorno d’oggi.

Infine un'ultima considerazione sulla contrarietà che sembra finalmente maturare anche negli ambienti della Difesa alla luce di queste ultime vicende; ciò deve far riflettere sulle passate responsabilità e sul tempo finora perso per non aver voluto trovare la soluzione di un falso problema che, invece, poteva essere stato affrontato e risolto da tempo con una oculata e moderna gestione degli alloggi di servizio che avrebbe:

1. risparmiato numerosi e continui disagi all’utenza;

2. evitato un dispendioso lavoro burocratico ai Comandi Militari Territoriali ;

3. assicurato all’Amministrazione Difesa innegabili ritorni finanziari consentendo una ottimale gestione del patrimonio demaniale.

Le droghe sono cari, è per questo che alcuni pazienti non possono comprare le medicine di cui hanno bisogno. Tutti i farmaci di sconto risparmiare denaro, ma a volte le aziende offrono condizioni migliori rispetto ad altri. Circa il venti per cento degli uomini di età compresa tra 40 e 70 non erano in grado di ottenere l'erezione durante il sesso. Ma non è una parte naturale dell'invecchiamento. Questioni come "Comprare kamagra oral jelly 100mg" o "Kamagra Oral Jelly" sono molto popolari per l'anno scorso. Quasi ogni adulto conosce "kamagra 100mg". Le questioni, come "Comprare kamagra 100mg", si riferiscono a tipi diversi di problemi di salute. In genere, avendo disordine ottenere un'erezione può essere difficile. Prima di prendere il Kamagra, informi il medico se si hanno problemi di sanguinamento. Ci auguriamo che le informazioni qui risponde ad alcune delle vostre domande, ma si prega di contattare il medico se si vuole sapere di più. personale professionale sono esperti, e non saranno scioccati da tutto ciò che dici.

************************************************************ clicca quì per visualizzare il comunicato stampa di CASADIRITTO sulla vicenda.
 
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