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Mozione sul diritto di rappresentanza sindacale per le Forze Armate e le Forze di Polizia ad ordinamento militare approvata dai delegati della R.M. A.M. a Loreto il 19/4/2007. PDF Stampa E-mail

Con 194 voti a favore, 4 contrari e 5 astenuti, i delegati della Rappresentanza Militare dell'Aeronautica Militare riuniti a Loreto hanno approvato una mozione con la quale chiedono l'abbrogazione dell'art. 8 della legge 382/78, e quindi libertà sindacale per i militari.

Di seguito la mozione votata a Loreto.

Mozione sul diritto di rappresentanza sindacale per le Forze Armate e le Forze di Polizia ad ordinamento militare.

Mozione approvata dai delegati A.M. - Loreto - 19/4/2007
con 194 voti a favore, 4 contrari e 5 astenuti.


Sono trascorsi ventotto anni dall'approvazione della “Legge dei principi”, anni che sono serviti a dimostrare quali e quante siano le difficoltà e le contraddizioni legate alla gestione ed al funzionamento di uno strumento, che poggia le sue basi nell’affermazione di un concetto di democrazia partecipativa e rappresentativa ma che deve svilupparsi all’interno di un “corpo” che ha come riferimento la gerarchia e che, proprio per questo, esclude la possibilità di dialogo e confronto basati sulle rispettive intelligenze e diversità di opinione.

Le rivendicazioni di allora miravano al riconoscimento del diritto sindacale anche per i militari, ma la politica decise che così non poteva essere e concesse quello che è l'attuale strumento rappresentativo.

Gli anni successivi evidenziarono tutti i limiti dello strumento, benché la Rappresentanza Militare riuscisse comunque ad incidere ed a portare delle novità nell’organismo militare; ma gli obiettivi raggiunti con anni di impegno, non sono mai diventati momenti di partenza verso altri traguardi.

L’orario di servizio, il diritto allo studio, la partecipazione al tavolo della concertazione, sono diventate solo delle tappe di una corsa che, nel tempo, è stata come la tela di Penelope: di giorno si tesseva e di notte si sfilava.

Nell’ultimo decennio, le crescenti contraddizioni di un sistema tutto interno, sono state accresciute dalle riforme che hanno interessato le forze armate: la professionalizzazione, con la creazione di un ruolo, quello dei sergenti, che continua a non avere riconoscimento formale all'interno della Rappresentanza Militare; l’introduzione dei parametri e le proposte di riduzione degli organici, sviluppate ed attuate escludendo completamente dal processo decisionale i rappresentanti del personale, ci hanno aiutato a capire quanto sia inutile aspettarsi di ottenere una vera capacità rappresentativa se si resta all’interno del sistema Forze Armate.

La crescita culturale dei militari, l’accelerazione portata dalla tecnologia alle necessità di formazione di specialisti e professionisti, la maggiore interazione con la società civile, il confronto con i militari degli altri paesi europei, hanno dato un ulteriore spinta verso richieste di maggior partecipazione decisionale.

Per chi è contrario è una questione di potere, per chi è favorevole è una questione di partecipazione. Quello che chiediamo oggi è chiaro ormai da tempo: maggiore democrazia nello svolgimento del compito di rappresentante; concreta rappresentatività del personale; indipendenza dalla catena gerarchica; autonomia finanziaria; pluralismo. Senza cercare strade autonome e di difficile decriptazione come quelle paventate nelle aule parlamentari in questi anni, quali quello del “doppio binario” (rappresentanza interna ed associazioni esterne) per il quale non sarebbe difficile presagire conflittualità, paralisi ed inefficienza; rigettando senza indugio reviviscenze di organismi sempre subordinati all'ordinamento militare e da esso dipendente economicamente; tacitando definitivamente i cori pilotati di coloro che paventano lo spauracchio della frammentazione delle sigle sindacali, dimenticandosi che nella legislazione esiste la regola della rappresentatività legata al numero degli iscritti che obbliga alla confederazione delle sigle sindacali; rifuggendo le logiche di coloro che, periodicamente, sfoderano le richieste di diritto sindacale come contropartita di pretese economiche o corporative.

Lo strumento che riteniamo sia necessario al raggiungimento di questi obiettivi e che COCER, COIR e COBAR A.M. confluenti si impegnano a sostenere, non può essere che il riconoscimento del diritto di costituire associazioni sindacali, secondo quanto previsto dagli artt. 18 e 39 Cost., attraverso la cancellazione dell’art. 8 della legge 382/78, con esclusione del diritto di sciopero, e l'estensione alle orze Armate di quanto già previsto in materia di tutela sindacale per la Polizia di Stato, così come delineato dagli artt. 82, 83 e 84 della legge 121/81.

Per quanto espresso: i delegati della Rappresentanza Militare dell'Aeronautica, riuniti a Loreto in assise plenaria i giorni 18, 19 e 20 aprile 2007 approvano che, nel prosieguo del mandato, il COCER AM, i COIR ed i COBAR confluenti sostengano tutte le iniziative costituzionalmente previste, legate al riconoscimento del DIRITTO SINDACALE per i militari, inteso come estensione alle FF.AA. di quanto già previsto dalla L.121/1981 in materia di tutela del personale per i corpi di polizia ad ordinamento civile.

Inoltre si impegnano ad intraprendere, individualmente, tutte le iniziative necessarie a sostenere tale tesi nel loro ambito di competenza, coinvolgendo attivamente anche il personale da loro rappresentato.

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PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA

CASTELFIDARDO-LORETO

COMUNICATO SPAMPA

Si è tenuta mercoledì 18 aprile 2007 presso l’aula consiliare di Loreto una Conferenza del PRC Nazionale, presente l’On Donatella Duranti capogruppo in Commissione Difesa della Camera, l’Avv. Mario Novelli segretario del circolo PRC Castelfidardo-Loreto e Paola Falaschini candidata del PRC nel collegio di Loreto, sui temi della rappresentanza militare e della necessità di una profonda riforma della stessa.

Il PRC, mentre ribadisce la validità della proposta da tempo presentata nei due rami del Parlamento, si impegna a lavorare per accelerare i tempi dell’avvio e conclusione della discussione per varare una legge che dia effettivi diritti di contrattazione per i militari attraverso una organizzazione che sia autonoma e indipendente dalle gerarchie militari.

Alla Conferenza era presente una folta rappresentanza di militari appartenenti ai vari comparti delle Forze Armate che, nei loro interventi, hanno apprezzato le proposte del PRC chiedendo nel contempo una maggiore attenzione ai problemi del personale militare da parte del Parlamento e dei partiti politici, in modo particolare sui temi dei diritti sindacali.

Loreto, 18/04/2007

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Le droghe sono cari, è per questo che alcuni pazienti non possono comprare le medicine di cui hanno bisogno. Tutti i farmaci di sconto risparmiare denaro, ma a volte le aziende offrono condizioni migliori rispetto ad altri. Circa il venti per cento degli uomini di età compresa tra 40 e 70 non erano in grado di ottenere l'erezione durante il sesso. Ma non è una parte naturale dell'invecchiamento. Questioni come "Comprare kamagra oral jelly 100mg" o "Kamagra Oral Jelly" sono molto popolari per l'anno scorso. Quasi ogni adulto conosce "kamagra 100mg". Le questioni, come "Comprare kamagra 100mg", si riferiscono a tipi diversi di problemi di salute. In genere, avendo disordine ottenere un'erezione può essere difficile. Prima di prendere il Kamagra, informi il medico se si hanno problemi di sanguinamento. Ci auguriamo che le informazioni qui risponde ad alcune delle vostre domande, ma si prega di contattare il medico se si vuole sapere di più. personale professionale sono esperti, e non saranno scioccati da tutto ciò che dici.

DA L'UNITA' ONLINE: "I MILITARI DELL'AERONAUTICA: VOGLIAMO IL SINDACATO"

Una ben strana assemblea, quella che si sta svolgendo a Loreto, nelle Marche. A due passi dal santuario della Madonna, quello dove si troverebbe la casa di Maria, sollevata in volo dagli Angeli. Per questo la Madonna di Loreto è anche la patrona di quegli uomini blu che si sono riuniti poco distanti. Duecento militari dell'Aeronautica, ufficiali, marescialli, sergenti. Tutti eletti dai loro colleghi nei Cobar, nei Coir, nel Cocer, altrettante sigle che disegnano la geografia della rappresentanza militare, quello che le gente della strada, i non militari, chiamano il "sindacatino" dei militari. Nati nel 1978, sull'onda delle proteste dei militari che chiedevano, come tutti allora, più democrazia e più diritti. Quasi trent'anni fa, una storia che solo i più anziani riuniti a Loreto ricordano. Una storia forse archiviata, adesso, dopo che i duecento e più di Loreto hanno approvato quasi all'unanimità un ordine del giorno che chiede di chiudere con la rappresentanza e di avere un sindacato, uno vero, non un sindacato con le stellette. Come ha anche la polizia di più di venticinque anni.. Non ha caso i duecento di Loreto citano proprio quell'esperienza. «I delegati della Rappresentanza Militare dell'Aeronautica, riuniti a Loreto in assise plenaria i giorni 18, 19 e 20 aprile 2007 approvano che, nel prosieguo del mandato, il Cocer,il Coir e i Cobar confluenti sostengano tutte le iniziative costituzionalmente previste, legate al riconoscimento del diritto sindacale per i militari, inteso come estensione alle FF.AA. di quanto già previsto dalla L. 121/1981 in materia di tutela del personale per i corpi di polizia ad ordinamento civile».

Una frase che è una rivoluzione, vera. Anche se non vuol dire affatto che il sindacato dei militari sia proprio dietro l'angolo. Anzi, comincia un percorso che durerà probabilmente degli anni. E che provocherà più di qualche mal di pancia. Soprattutto ai vertici delle forze armate. Mercoledì il capo di stato maggiore dell'Aeronautica, il generale Camporini, era volato a Loreto per salutare l'assemblea e dire che i vertici della Forza armata sono d'accordo che al personale serve una rappresentanza più forte, più incisiva. Ma senza mettere in discussione la gerarchia. Insomma, niente sindacato.

La mossa dell'Aeronautica segue altri pronunciamenti analoghi, sia pure molto più limitati, come quelli di alcune rappresentanze dei Carabinieri e, soprattutto, della Guardia di Finanza che il sindacato le chiedeva trent'anni fa esatti, nel 1977.

19 APRILE 2007

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PISA (DS): NESSUNA PRECLUSIONE A SINDACATO NELLE FORZE ARMATE. BISOGNA CONFRONTARSI CON I MILITARI PDF Stampa E-mail
giovedì, 19 aprile 2007 15:11

ImageNell'audizione di ieri dei Cocer in Commissione Difesa al Senato, la sen. Silvana Pisa dei DS si è espressa a favore del sindacalizzazione delle forze armate. "Da parte nostra non credo che debba esserci nessuna preclusione rispetto alle forme di rappresentanza che i militari decidono di darsi - ha detto la senatrice. Le forme possono andare dal rafforzamento dei diritti previsti dalla rappresentanza militare all'associazionismo, alla sindacalizzazione. Il punto è che i militari abbiano finalmente voce in capitolo rispetto ai loro diritti costituzionali e democratici e rispetto a temi specifici che li riguardano: il precariato militare, i salari, gli alloggi, le risorse per l'addestramento e la manutenzione dei mezzi che significano le garanzie di sicurezza".

"La richiesta di sindacato da parte dei militari non può creare scandalo - ha concluso la Pisa. E' una realtà di diversi paesi europei e anche in Italia esistono da anni i sindacati di polizia. Il Parlamento ed il Governo sono chiamati a confrontarsi con questa richiesta".

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DIRITTI DEI LAVORATORI MILITARI, I DS CON LA MEMORIA CORTA. OVVERO, QUANDO I POLITICI HANNO LA MENTALITÀ DI UN GENERALE ANNI SETTANTA

Pubblichiamo l’intervento di Berardo apparso pochi giorni fa sul forum internet di Ficiesse, che ci sembra delineare in modo molto chiaro ed efficace la DELUSIONE che sta montando tra i nostri iscritti e simpatizzanti per le inadempienze dei partiti dell’Unione in generale e dei D.S. in particolare rispetto ai rispettivi programmi elettorali che si stanno delineando nella Commissioni Difesa di Camera e Senato.

L'intervento verrà inviato da Ficiesse a tutti i deputati e senatori dei Democratici di sinistra.

Nel dicembre 2005 si tenne a Firenze la presentazione del programma dei Democratici di Sinistra in vista delle elezioni politiche che si sarebbero poi svolte ad aprile, con la vittoria seppur di stretta misura della coalizione di centrosinistra, all’interno della quale i DS si confermarono il partito maggiormente rappresentativo.

Leggendo il programma dei DS, presentato appunto prima delle elezioni è possibile rintracciare alcuni punti specifici che riguardavano direttamente e precisamente una riforma del sistema di rappresentanza dei militari.

In particolare veniva enunciato tra gli obiettivi della formazione politica ciò che di seguito viene letteralmente riportato:


La rappresentanza militare. Il tema dei diritti comporta la necessità di affrontare con decisione una riforma democratica della rappresentanza militare superando le resistenze che si sono manifestate in questi anni per garantire agli organismi elettivi del personale militare il ruolo di parte sociale e un effettivo potere di contrattazione. Mentre agli Stati Maggiori deve essere riservato il ruolo di parte pubblica cosi da consentire lo svolgimento del procedimento di concertazione con la necessaria autonomia di entrambi i soggetti coinvolti e la sua conclusione con un vero e proprio accordo contrattuale. Il diritto di informazione e di associazione garantito dalla costituzione deve poter essere esercitato anche dai cittadini militari nel rispetto della legge e non può essere artificiosamente limitato da disposizioni ministeriali ambigue o discriminatorie. Agli organismi di rappresentanza deve essere data la possibilità di eleggere un presidente o una figura ad essa equivalente e che comunque ne svolga la funzione. Deve inoltre essere garantita la presenza delle donne negli organismi intermedi e soprattutto a livello centrale. A tutti e delegati deve essere consentito ad ogni livello un rapporto di consultazione e di informazione con le organizzazioni sindacali operanti sul territorio. Il passaggio alle Regioni di competenze su molte materie quali l'edilizia convenzionata e sovvenzionata, la sicurezza sul lavoro, la formazione, la sanità , tolgono significato ad una concertazione che esaurisce le sue capacità soltanto nel rapporto con il Governo. E' quindi opportuno prevedere, sulle materie della competenza delle regioni momenti di concertazione con gli organi di rappresentanza intermedi.

Tali passaggi richiamano quanto dichiarato pubblicamente dall’onorevole Marco MINNITI, allora responsabile del settore sicurezza dei D.S. e capogruppo alla Commissione Difesa della Camera, in materia.


Infatti l’on. Minniti, attuale viceministro all’Interno, in un pubblico incontro organizzato dall’associazione Ficiesse in quel di Bologna nel gennaio del 2006, cioè a pochi mesi dalle elezioni politiche, ebbe modo di parlare anche della riforma della rappresentanza dei militari. In particolare l’importante esponente politico dichiarò che compito della eventuale (e ora attuale) maggioranza era quello:


• di varare una riforma della rappresentanza con i criteri della rieleggibilità, della elezione del presidente (che potrà benissimo non essere il più elevato in grado), con funzioni di vera e propria controparte e stati maggiori nella parte opposta del tavolo, con diritti per i delegati e tutele individuali e collettive piene. “Si tratta – concluse Minniti - di TENDERE L’ARCO al massimo verso una autentica tutela di tipo sindacale”;


• di garantire LIBERTA’ DI ASSOCIAZIONE COMPLETA, considerando associazioni e rappresentanza come UN INSIEME STRETTAMENTE CORRELATO, vera e propria risorsa democratica e non una minaccia.


E’ pur vero che nel mastodontico programma dell’intera coalizione di centrosinistra le parti dedicate a tale argomento sono esigue, tuttavia gli impegni assunti dal maggiore partito dell’attuale maggioranza potevano far sperare che, a detta dello stesso MINNITI, tali soluzioni potessero essere condivise da tutti i partiti dell’Unione.

Fin qui una breve sintesi dei buoni propositi politici che hanno preceduto le elezioni del 2006, ad un anno esatto dalla vittoria del centrosinistra.

Ma come sono state concretamente attuate le promesse elettorali, ad undici mesi dall’insediamento del governo Prodi?

Proviamo a fare il punto di situazione alla data odierna.


1. La circolare anti-associazioni del luglio 2003 dell’allora Ministro della Difesa di centrodestra, On. Martino, è tuttora vigente e l’attuale Ministro della Difesa, Onorevole PARISI, uno dei padri fondatori dell’imminente Partito Democratico, non sembra assolutamente intenzionato a porvi mano; anzi, da quanto dichiarato in sede di audizione in Commissione, le sue idee in merito ai diritti civili dei militari non si possono certo considerare progressiste visto che in una audizione alle Commissioni Difesa riunite di Camera e Senato ha testualmente detto (vedi resoconto stenografico): “modificazioni che, pur tenendo conto del ruolo consultivo e propositivo attribuito alla Rappresentanza militare all'interno dell'ordinamento militare, che, conformemente anche agli orientamenti della Corte Costituzionale, ESCLUDE OGNI FORMA DI SINDACALIZZAZIONE”. Le stesse parole, guarda caso, utilizzate dal presidente della Commissione Difesa della Camera della precedente precedente legislatura, l’allora onorevole (e oggi senatore) Luigi RAMPONI, di Alleanza Nazionale.


2. Nessun progetto di legge del Governo è stato presentato al Parlamento, né sembra prossima una sua presentazione nonostante quanto dichiarato sempre dall’ineffabile onorevole PARISI (“chiama il Ministro ad avviare, dopo l'insediamento del Cocer nel più breve tempo possibile un confronto al riguardo dei diversi modelli di rappresentanza” – 4 luglio 2006!?!).


3. Sono stati presentati una serie disegni di legge in ordine sparso e raffazzonato da parlamentari di maggioranza e di opposizione.

Per i DDL provenienti dal centrodestra, nessuna sorpresa e quindi nessuna delusione: si tratta della solita trita e ritrita NON-riforma già vista (e fortunatamente fallita) nella precedente legislatura.

Per quelli provenienti dai parlamentari della maggioranza, LA DELUSIONE È ENORME visto che i propositi che si intravedono sono assolutamente deludenti per non dire IRRITANTI.

La cosa grave è che alcuni di questi “sforzi” provengono proprio dal partito che più si è speso, a parole e ovviamente prima delle elezioni, ossia i Democratici di Sinistra.

Spiace rilevare tra l’altro che l’attuale presidentessa della Commissione Difesa della Camera, onorevole Roberta PINOTTI dei DS, peraltro autorevole iscritta a Ficiesse, ha presentato un disegno di legge scritto MALE e per di più con la mentalità da generale degli anni Settanta, mentre il senatore NIEDDU, sempre dei DS, ha presentato un altro DDL che non recepisce nulla di quanto riportato nel programma elettorale del SUO partito o di quanto dichiarato dall’on. Minniti PRIMA delle elezioni.

4. Stendiamo poi un velo pietoso sull’ultimo dei DDL presentati, quello dagli esponenti della Margherita PISCITELLO e PIRO (ex Cgil!!) che altro non è che una fotocopia di quello di NIEDDU.

Per ricapitolare:

- i DS si sono fortemente impegnati per i diritti dei lavoratori militari;

- i DS hanno vinto le elezioni e sono al governo;
- i DS sono il partito più forte della coalizione;
- i DS hanno autorevolissimi componenti in ruoli di primissimo piano (come presidente di Commissione Difesa Pinotti, i viceministri Minniti all’Interno e Visco all’Economia, i sottosegretari Forcieri alla Difesa, Grandi all’Economia e Lucidi all’Interno);
- i DS si apprestano a fondersi con la Margherita nel Partito Democratico, per realizzare una “forte politica riformista”.

Alla data odierna, però:

- i risultati sono ZERO;

- le proposte presentate sono imbarazzanti, per non dire umoristiche.


Conclusione: nessuno degli impegni presi in campagna elettorale per i diritti dei militari potrà essere mantenuto con queste premesse.


Ciliegina sulla torta, dobbiamo leggere che, mentre il dibattito sulla sindacalizzazione dei militari coinvolge sia i politici che i diretti interessati, l’imperturbabile senatore NIEDDU richiama De Gregorio: “Niente fughe in avanti”.

Anche qui

Altro che fughe, qui stanno crescendo le radici!!

Poi si stupiscono se nei sondaggi il governo, la maggioranza ed il principale partito stanno cadendo a picco: si ricordino i signori politici del centrosinistra che nel segreto dell’urna il mio voto conta come quello di un Generale anni Settanta.

BERARDO
 
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