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Siglato il memorandum d'intesa sul lavoro pubblico. Ecco i punti principali dell'accordo tra sindacati e governo. PDF Stampa E-mail

Siglato il memorandum d'intesa sul lavoro pubblico.
Ecco i punti principali dell'accordo tra sindacati e governo

Giovedì sera è stata sottoscritta l'intesa tra le organizzazioni sindacali, le Confederazioni ed il Governo sulla riorganizzazione del lavoro pubblico.

Si tratta, è bene ricordarlo, di un documento di intenti e di impegno tra le parti su come a questi intenti si darà seguito con comportamenti coerenti sul piano normativo, contrattuale ed organizzativo.

Ritengo che l'accordo vada giudicato positivamente perché costituisce una prima risposta alla vertenza unitariamente aperta nel mese di luglio per la sottoscrizione di un Patto sul Lavoro Pubblico.

Il Memorandum affronta per la prima volta il complesso del lavoro pubblico riconoscendo in primo luogo la natura articolata e le tante specificità delle funzioni pubbliche, delle amministrazioni e dei servizi che lo costituiscono.

Si riconosce che il lavoro pubblico è un fattore centrale per l'economia del Paese, che esso è fondamentale per la piena ed universale disponibilità dei diritti di cittadinanza e che è indispensabile per garantire imparzialità e legalità.

Si afferma, sin dal titolo, che la leva da utilizzare non è quella di una ennesima riforma legislativa, ma che occorre procedere ad una profonda riorganizzazione del lavoro e nel protocollo si indicano, inoltre, i molti fattori sui quali occorre intervenire attraverso un'azione coordinata.

Tra questi è necessario sottolineare, in particolare dal nostro punto di vista, alcuni aspetti:

  • Netta distinzione tra la responsabilità della politica e quella dei dirigenti;

  • Affidamento alla dirigenza della responsabilità di predisporre piani attuativi da contrattare con le OO.SS.;

  • Interruzione dei processi di esternalizzazione per le attività core nelle pubbliche amministrazioni e la verifica dell'efficacia e dell'efficienza di quelle relative alle attività no core;

  • Scomparsa del lavoro precario nell'arco della legislatura;

  • Riconoscimento del ruolo e della responsabilità primaria della dirigenza nell'organizzazione dei servizi e del lavoro;

  • Affidamento alla contrattazione degli strumenti e delle modalità con le quali il dirigente darà luogo alla riorganizzazione;

  • Sottrazione della valutazione sia dei dirigenti, che delle altre lavoratrici e lavoratori, a meccanismi arbitrari e valorizzazione dei nuclei di valutazione e del giudizio dei cittadini per rilevare i quali dovranno essere predisposti appositi strumenti;

  • Mobilità ed esodi agevolati, che si attueranno nei limiti e con le modalità previste dalla normativa vigente, e che saranno finanziariamente sostenuti ed agevolati, ma la cui necessità, soprattutto, sarà accertata attraverso la contrattazione dei piani attuativi di cui sopra.

Il protocollo sarà sottoscritto nell'arco delle due prossime settimane anche dalla rappresentanza istituzionale delle Regioni, della Sanità, delle Autonomie Locali, fermo restando la predisposizione di un apposito protocollo integrativo per questa parte del lavoro pubblico.

Resta, infine, da sottolineare il valore politico di questa intesa che, oltre a rendere possibile ora la predisposizione delle direttive e delle piattaforme rivendicative, e quindi l'avvio effettivo della stagione contrattuale, rappresenta concretamente la nostra idea di come si può riorganizzare il lavoro, e la nostra risposta a quanti hanno in questi mesi esposto al disprezzo quasi morale i lavoratori pubblici, indicandoli come fannulloni e hanno inteso indicare come soluzione dei problemi, che attraversano il nostro lavoro, la costituzione di carrozzoni e l'adozione di metodi autoritari come strumento per incentivare la produttività.

Abbiamo ora la possibilità di uscire in avanti dall'angolo nel quale si voleva cacciare il lavoro pubblico e di restituire la dignità che merita il sacrificio quotidiano di tante persone, cominciando a dare corpo alla nostra idea del lavoro pubblico produttore di beni comuni.

Carlo Podda
 Segretario generale Funzione pubblica Cgil

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