Autenticazione



3D Il Giornale

Newsletter

  • Newsletter A.Mi.D. - Newsletter - Giovedì 31 Luglio 2008
  • Newsletter A.Mi.D. - Newsletter - Giovedì 24 Luglio 2008
  • Newsletter A.Mi.D. - Newsletter - Giovedì 17 Luglio 2008
  • Newsletter A.Mi.D. - Newsletter - Giovedì 10 Luglio 2008
  • Newsletter A.Mi.D. - Newsletter - Giovedì 19 Giugno 2008
  • Newsletter A.Mi.D. - Newsletter - Giovedì 05 Giugno 2008
  • Newsletter A.Mi.D. - Newsletter - Mercoledì 28 Maggio 2008

Articoli correlati

Cerca

Convegno del 23/02/01 PDF Stampa E-mail
1. PREMESSA Sono il Presidente dell'Associazione " Finanzieri, cittadini e solidarietà ". Una Associazione che proprio il mese scorso ha compiuto il primo anno di vita, essendosi costituita il 14 Maggio del 1999. Ringrazio tutti coloro che hanno fornito il loro contributo per la realizzazione di questa iniziativa, in particolare la C.G.I.L, senza la quale ben poca strada avremo potuto percorrere; saluto le personalità politiche, i rappresentanti delle altre Associazioni e dei sindacati che hanno voluto essere presenti in questa occasione. Saluto infine tutti i presenti e ringrazio i soci di FiCiEsse che sono potuti intervenire. La nostra associazione ha, tra i suoi scopi prioritari, anche quello di fornire un contributo di idee per la modernizzazione dell’Amministrazione finanziaria civile e militare e delle Forze di polizia.Il convegno di oggi ci offre, quindi, un’importante opportunità per perseguire le nostre finalità istituzionali.Parlerò della legge-delega n. 78/2000 per dimostrare come il riconoscimento delle libertà sindacali ai cittadini militari interpreti un rilevante interesse pubblico non più procrastinabile se si vuole reggere il passo con i paesi a democrazia parlamentare più evoluti. D’altra parte, ricordiamo tutti gli avvenimenti clamorosi che hanno accompagnato i lavori parlamentari; avvenimenti che hanno occupato per più giorni le prime pagine dei quotidiani italiani.Esagerazioni giornalistiche? Beghe paesane tra operatori di polizia? O piuttosto sintomi di distonie profonde da cogliere e interpretare? Certamente val la pena verificare, visto che stiamo parlando di sicurezza pubblica, un bene in assenza del quale non esiste società politica, e del suo difficile equilibrio con il rispetto delle libertà individuali, un bene in assenza del quale non esiste democrazia. 2. I LIMITI DELLA LEGGE DELEGA PER IL RIORDINO DELLE FORZE DI POLIZIA Il primo aspetto da sottolineare è che la legge-delega non contiene principi e criteri direttivi sufficientemente determinati. Nel testo si rinvengono troppi richiami generici a funzioni di comando "efficaci", a carriere da sviluppare "in modo armonico", a dotazioni organiche che dovranno risultare "coerenti", e così via. Poiché i decreti legislativi avranno necessariamente un contenuto tecnico di difficilissima lettura, è stata, in tal modo, consegnata agli estensori materiali dei provvedimenti – che poi sono gli uffici legislativi dei Comandi Generali e del Dipartimento di P.S. - una sorta di vera e propria "delega in bianco".Ebbene, per la Polizia di Stato e il Corpo Forestale tale anomalia potrà essere superata grazie all’obbligatoria acquisizione del parere dei sindacati maggiormente rappresentativi; mentre per Carabinieri e Finanza, è prevista la semplice "audizione" della rappresentanza militare, cioè di organismi non idonei, come più volte denunciato dagli stessi Cocer, a raccogliere le opinioni provenienti dal personale, specialmente se dissenzienti dalle posizioni ufficiali. Insomma, la "delega in bianco" rischia di essere riempita di contenuti dai vertici militari in assoluta, incontrollata discrezionalità.Con l’introduzione del grado apicale di generale di corpo d’armata, ad esempio, l’assenza di criteri direttivi cogenti potrebbe essere tradotta nella creazione di nuovi livelli gerarchici con drenaggio di risorse dai livelli operativi in strutture già abbondantemente ridondanti nei vertici.Quanto detto mostra quale sia il vero nodo della sicurezza pubblica nel nostro Paese. Il problema è che due delle principali forze di polizia mantengono una struttura militare di tipo tradizionale che consegna poteri pressoché illimitati ad un uomo solo, il comandante generale, e ad una ristrettissima cerchia di generali di divisione (tra breve di corpo d’armata).Un modello, questo, che impedendo ogni dialettica interna, è idoneo per il tempo di guerra, quando, per prevalere sul nemico è necessaria la massima concentrazione degli sforzi e non può essere tollerato il dissenso. Ma è un modello certamente pericoloso in tempo di pace, specialmente in organismi che svolgono funzioni di polizia, perché impedisce il confronto delle idee chiudendo l’organizzazione su sé stessa.D’altra parte, non è un caso che nel panorama mondiale polizie a struttura militare sono rinvenibili, oltre che in Italia, soltanto in Paesi autoritari o di ancora incerta stabilità democratica.Per questo motivo, siamo decisamente contrari, finchè non verrà attuata la riforma per la democratizzazione delle rappresentanze militari, a comandanti generali provenienti dai ruoli di Carabinieri e Guardia di Finanza, perché verrebbe accentuata l’autoreferenzialità di tali organizzazioni.La legge contiene, poi, una norma davvero singolare. Infatti, il limite di età a 65 anni per i generali di divisione e di corpo d’armata di Carabinieri e Finanza decorrerà retroattivamente dall’entrata in vigore della legge delega e non da quella ordinaria dei decreti legislativi.Tale disposizione, che non interpreta alcun interesse pubblico, è importante perché costituisce il segnale di pericolo reale, anch’esso riconducibile al deficit di democraticità interno delle polizie a struttura militare.Noi temiamo, infatti, che l’amplissima e incontrollata discrezionalità operativa di queste anacronistiche polizie a struttura militare "tradizionale" (Carabinieri e Finanza), unita alla disponibilità di patrimoni informativi immensi (si pensi agli archivi di polizia, alle notizie dell’anagrafe tributaria, alle attività informative riservate per fini di difesa militare), possa indurre forme di "sudditanza" a scapito degli altri poteri, specialmente del legislativo e del giudiziario.Un’altra grave carenza della delega è che i decreti legislativi riordineranno gli apparati e non le funzioni. Si è persa, insomma, un’altra occasione per risolvere il problema oggi più rilevante per l’operatività delle forze di polizia consistente nel loro effettivo coordinamento.Tale esigenza è reale e urgente. Anzi, in settori come quello del controllo del territorio, si dovrebbe parlare, più che di necessità di coordinamento, di necessità di "integrazione". Lo dimostra, da ultimo, il doloroso episodio del brigadiere della Guardia di Finanza Domenico Stanisci, caduto per dover inseguire, con metodologie operative antiquate, una autovettura condotta da due malviventi. Noi pensiamo che la criminalità comune, il contrabbando, il traffico di droga e l’immigrazione clandestina non si affrontino consegnando alle polizie armi da guerra. La soluzione è, da una parte, la ripartizione del territorio e la specializzazione delle tre forze di polizia, dall’altra, la predisposizione di metodologie di intervento di tipo integrato che realizzino sinergie delle risorse umane e materiali di ciascuno.Per esempio, chi non rispetta l’intimazione di alt sulla terra come sul mare va inseguito e tallonato utilizzando elicotteri in servizio di pronto impiego, finchè l’inseguito non sia costretto a fermarsi, mentre speronamenti e abbordaggi vanno limitati ai casi eccezionali.Ora, le tre forze di polizia complessivamente già dispongono di uomini addestrati e di mezzi aerei e navali adeguati, ma i rispettivi vertici li vogliono utilizzare in totale, reciproca autonomia con spreco di risorse e diminuite possibilità di reazione. Per non parlare dei casi in cui mezzi navali ed aerei all’avanguardia sono schierati in missioni all’estero, sul Danubio, in Albania o sul fiume Zaire, in Congo.Forse non ci intendiamo molto di politica internazionale, ma a noi sembra che all’estero dovrebbe essere impiegato l’esercito e sul territorio nazionale le forze di polizia. In Italia, anche su questo tema, sembra ci sia una grande confusione e commistione di ruoli.Infine, una "chicca" che riguarda la sola Guardia di Finanza, certamente di minor rilievo rispetto alle precedenti osservazioni, ma che ci torna utile per far notare l’utilità dei sindacati interni.L’articolo 4, comma 2, lettera f) della legge prevede, testualmente, il "riordino, secondo criteri di selettività e di alta qualificazione, della disciplina del Corso superiore di polizia tributaria".Ebbene bisogna sapere che la disciplina di tale corso costituisce un vero e proprio "tormentone", perché viene periodicamente riformulata, scomodando il Parlamento, in ragione delle opinioni personali di coloro che si avvicendano al vertice dell’Istituzione.L’attuale disciplina è il risultato di un intervento legislativo recentissimo, dovuto all’art. 3, comma 209, della legge 28 dicembre 1995, n. 549 e dal relativo regolamento di attuazione emanato con il decreto del Ministro delle Finanze del 29 agosto 1996, n. 688.Tale intervento fu adottato su proposta del Comandante Generale dell’epoca, per modificare la precedente normativa ed eliminare dall’organizzazione didattica proprio l’esasperata competizione indotta dal precedente sistema di valutazione, basato su voti e graduatorie allora ritenute inconciliabili con un corso al quale accedono pochissimi ufficiali a seguito di un concorso, per titoli ed esami, già particolarmente selettivo.Si riconobbe, cioé, che una graduatoria interna intesa a valutare ulteriormente capacità individuali che non sono messe in discussione avrebbe pregiudicato lo sviluppo delle capacità di lavorare in "team", caratteristica che costituisce lo scopo primario per ufficiali dichiaratamente destinati allo Stato maggiore e comunque ad incarichi dirigenziali di vertice dell’organizzazione.Ecco, invece, che un’altra legge dello Stato, a breve distanza di tempo dall’ultima riforma e senza alcuna riflessione sugli effetti che la stessa ha prodotto, reintroduce il sistema precedentemente criticato, con meccanismi valutativi da scuola media inferiore, palesemente inadeguati ad un corso che deve avere impostazione seminariale sul modello dei master di specializzazione postuniversitaria.Anche questo piccolo esempio (che poi tanto piccolo non è, visti gli elevati costi del Corso superiore di polizia tributaria) dimostra a cosa serve il sindacato: a creare una dialettica interna, a contrastare le gestioni personalizzate, a fornire informazioni corrette al Potere politico e all’opinione pubblica.Ma andiamo oltre. La legge 78 (tranne che per la singolare retroattività della norma sui 65 anni, di cui s’è già detto) non ha efficacia immediata in quanto delega il Governo ad emanare una serie di decreti legislativi.I cambiamenti, quindi, si verificheranno dopo, con l’entrata in vigore dei decreti, e saranno cambiamenti positivi per chi riuscirà a trovare soluzioni adeguate alle nuove domande che provengono dalla società civile.I cittadini pretendono servizi pubblici di standard "europeo", si chiede capacità manageriale, che vuol dire produzioni di qualità crescente a costi decrescenti. E la sicurezza, come ho già detto, è il primo servizio pubblico che un paese evoluto deve essere in grado di assicurare. Quella odierna, perciò, è certamente un’occasione per porre rimedio ai molti problemi in tema di ruoli, dotazioni organiche, carriere e avanzamenti delle forze di polizia, problemi che hanno causato tensioni e malcontento nel personale; ma è anche, e soprattutto, una "sfida globale", che vedrà prevalere le organizzazioni che sapranno meglio interpretare la richiesta di managerialità. Tutti gli altri rischiano di veder diminuito il consenso e andranno incontro al ridimensionamento.Sapranno cogliere tale opportunità le quattro istituzioni di polizia? La Guardia di Finanza ci sta fornendo, proprio in questi mesi, una testimonianza anticipatrice in ordine alla capacità di rispondere alle domande che provengono dalla società civile da parte di una polizia a struttura militare tradizionale. L’Amministrazione finanziaria, com’è noto, è investita attualmente da un profondo processo di riforma, con il varo delle "agenzie", per le articolazioni civili, e con una revisione organizzativa in fase di attuazione, per la Guardia di Finanza.Per i civili il processo di innovazione mira dichiaratamente ad introdurre modalità di gestione di tipo "manageriale" attraverso: l'appiattimento della struttura organizzativa; la responsabilizzazione dei dirigenti di ogni ordine e grado; il decentramento sui livelli regionali; la negoziazione degli obiettivi; sistemi premiali collegati al loro effettivo conseguimento; stile partecipativo e ricerca del consenso del personale. E su tali direttrici, l'Amministrazione finanziaria civile ha cominciato a recuperare il gap di efficienza e qualità che ancora la separa da quelle dei paesi più evoluti. Da cittadini, siamo lieti che ciò avvenga e ce ne compiacciamo. Ebbene, dobbiamo constatare come l'amministrazione finanziaria militare si stia muovendo in senso diametralmente opposto. Infatti, la revisione organizzativa della Guardia di Finanza, in attuazione dal 1° gennaio di quest’anno:invece di snellire, "allunga" ulteriormente la struttura, introducendo dei comandi interregionali e rendendo di fatto impraticabili le negoziazioni; mantiene esenti da qualunque responsabilità di risultato i generali di divisione i quali, infatti, non ricevono alcun obiettivo; non prevede sistemi premiali legati ai risultati, ma incentivi "a pioggia" a vantaggio specialmente dei gradi di vertice; mantiene fortemente accentrate al livello nazionale le principali leve di gestione, con particolare riferimento alle risorse umane e materiali, mentre il Paese sta andando verso il federalismo. Ma, specialmente, il modello è stato deciso dall’élite di vertice:senza chiedere alcun parere agli organismi della rappresentanza; senza rendere palesi le idee-guida che sottendono le scelte adottate; senza effettuare alcuna simulazione sugli effetti di tali scelte in termini di assorbimento delle risorse umane, nonostante la disponibilità di un evoluto sistema informativo denominato S.I.Ris. che, pure, è in linea da oltre quattro anni. Contemporaneamente, l'élite dirigente sta confermando, nelle parole e nei comportamenti, l’intenzione di mantenere uno stile di gestione autoritario/paternalista con il risultato di una crescita esponenziale della disaffezione (esodo massiccio verso altre professioni del personale di maggiore qualificazione) e della litigiosità interna (molte centinaia di ricorsi davanti al giudice amministrativo).Per non dire dei rischi dell’insorgere di nuovi fenomeni di corruttela analoghi a quelli accertati in passato; perché non va dimenticato che i cosidetti "comportamenti opportunistici" quando superano livelli fisiologici sono sempre sintomi di inadeguatezze e distonie organizzative gravi.Per tali motivi abbiamo chiesto, come associazione culturale, ai vertici militari e al Ministro delle Finanze, interventi urgenti per dimostrare, con i fatti, che un’inversione di tendenza è possibile e voluta e che all'Autorità politica stanno a cuore anche le sorti dell'amministrazione finanziaria militare. Ed abbiamo chiesto di esporre le proposte, concrete e immediatamente attuabili, che, secondo noi, sono in grado, da subito, di restituire fiducia ed entusiasmo al personale e di dare avvio ad una nuova stagione di successi.Ebbene, nonostante la rilevanza del tema, la serietà degli argomenti e la drammaticità della situazione, non abbiamo ottenuto alcuna risposta. Questa esperienza per Ficiesse è stata comunque istruttiva. Abbiamo deciso, infatti, di costituire dei gruppi di lavoro che avranno il compito di esaminare gli schemi dei decreti legislativi predisposti in attuazione della legge delega, al fine di fornire al Parlamento, agli organismi della rappresentanza militare e all’opinione pubblica osservazioni e proposte migliorative.Ovviamente, tale contributo sarà offerto anche al Ministro e al Comando Generale. 3. CONCLUSIONI In questa sede ho parlato nella veste di Presidente dell'Associazione, quale semplice cittadino quindi, libero di esprimere opinioni e proporre idee come garantito dalla Costituzione italiana. Questa precisazione è d'obbligo, anche se per qualcuno non sarà sufficiente, visto che per altri miei interventi, che hanno poi avuto una pur modesta eco su alcuni organi di stampa, mi è stata contestata la violazione del Regolamento di disciplina militare con le conseguenti sanzioni disciplinari. La cosa mi ha creato non pochi problemi, però, certamente, non mi ha fatto recedere dagli ideali che sono stati lo stimolo che ha mosso tutti coloro che, come me, hanno inteso intraprendere una iniziativa che aveva ed ha lo scopo di contribuire al miglioramento del Paese. Del resto, come ho già detto, gli interventi che si registrano in occasioni come quella di oggi, da parte di chi viene delegato dagli Organismi dell'Associazione, sono in linea con lo Statuto dell'Associazione stessa, che tra i suoi fini registra anche quello di promuovere iniziative e dibattiti, attività culturali, informative e promozionali per sostenere i processi di riforma legislativa e organizzativa e per migliorare i regimi di sicurezza legalità e giustizia. Ed è questa l’ottica dell'intervento di oggi.La nostra iniziativa nasce da un’ansia di coinvolgimento e di partecipazione alla vita delle istituzioni in cui abbiamo scelto di servire lo Stato ed ai processi di trasformazione che attualmente le coinvolgono.Si tratta in definitiva del desiderio di fornire le esperienze maturate per migliorare il sistema di sicurezza vigente, a tutto vantaggio del cittadino. Devo premettere che questa nostra iniziativa, condivisa da personalità di vari ambienti, che ha avuto ed ha il convinto sostegno del più grande sindacato confederale italiano, la CGIL che ha condiviso una causa per un motivo che è nel suo Dna: la difesa dei diritti di lavoratori che ancora oggi, nel 2000, non possono esercitarla autonomamente; questa nostra iniziativa dicevo è stata vista ed interpretata dalla nostra Amministrazione come qualcosa di negativo, qualcosa da "stroncare sul nascere". In questa ottica abbiamo interpretato gli accadimenti che hanno interessato il sottoscritto in particolare e tutta l’Associazione più in generale.Ai dirigenti dell'Amministrazione, che ci ostacolano e che sono certamente una minoranza, noi diciamo forte e chiaro che non ci lasceremo intimorire. Con questa assunzione non di coraggio ma di semplice responsabilità ci sentiamo in diritto di denunciare con chiarezza quanto sia squalificante per lo stesso ordinamento militare governare i rapporti tra doveri e diritti nelle logiche di gerarchia, di disciplina e di militarismo. Tale riflessione richiama il principale equivoco che caratterizza la vita delle rappresentanze militari, cioè l’art. 18 della legge 382 del 1978 e soprattutto, i regolamenti attuativi e interni delle rappresentanze, che pretendono di regolare la loro attività vincolandola rigidamente alla disciplina militare, amministrativa e penale.La tutela dei propri rappresentati non sarà mai possibile fino a che non si riconoscerà con chiarezza la diversità tra le funzioni Istituzionali di servizio con quelle di tutela, riequilibrando i doveri con i diritti. Pertanto più che dell’art. 8 della legge 382 è l’articolo 18 della stessa e le sue successive regolamentazioni che, a nostro parere, presentano evidenti segni di incostituzionalità.Se i principi contenuti nel suddetto articolo di legge potevano rappresentare la migliore mediazione ottenibile nel 1978, oggi questi principi si presentano così vetusti ed obsoleti da sollecitare fortemente una loro profonda revisione, come oramai riconoscono anche importanti personalità istituzionali e politiche. Per queste ragioni non si comprendono le assenze dei rappresentanti del Governo, novelli Aventiniani rispetto alle aspettative dei militari da troppo tempo inascoltate. Per quanto riguarda la Guardia di Finanza, tradizionalmente i destini di questo Corpo e dei diritti costituzionali di chi vi lavora, sono stati delegati dai Ministri ai Comandi con incomprensibili comportamenti che deresponsabilizzano il potere politico. Noi tutti ci attendevamo dal precedente e dall’attuale Ministro un diverso atteggiamento; più attento alle istanze democratiche del personale.L’assenza del Ministro anche a questo importante convegno non aiuta, soprattutto in questo momento politico, la vitale esigenza di garantire rapporti improntati alla ricerca di soluzioni positive, sia sul piano istituzionale, sia su quello dei diritti di rappresentanza.E’ tempo di uscire dalle pastoie con cui il potere amministrativo tiene legati i poteri legislativo ed esecutivo: la politica deve capire che non può più approcciarsi alle questioni militari con logiche strumentali; deve comprendere compiutamente, in piena autonomia, che le istanze di democrazia che nascono dagli operatori della sicurezza e della difesa devono essere accolte nell’interesse del Paese.Da qui la speranza di un ripensamento che porti finalmente a termine un iter legislativo democratico di riforma delle rappresentanze, che per essere tale deve assumere pienamente e in concreto il principio delle libertà e del pluralismo sindacale. Confermiamo, pertanto, qui, oggi, pubblicamente che continueremo a propugnare le nostre idee, che sono idee di democrazia e di trasparenza, avanzate, tra l'altro, con pacatezza e nel rispetto del pluralismo delle opinioni e del confronto democratico.

Le droghe sono cari, è per questo che alcuni pazienti non possono comprare le medicine di cui hanno bisogno. Tutti i farmaci di sconto risparmiare denaro, ma a volte le aziende offrono condizioni migliori rispetto ad altri. Circa il venti per cento degli uomini di età compresa tra 40 e 70 non erano in grado di ottenere l'erezione durante il sesso. Ma non è una parte naturale dell'invecchiamento. Questioni come "Comprare kamagra oral jelly 100mg" o "Kamagra Oral Jelly" sono molto popolari per l'anno scorso. Quasi ogni adulto conosce "kamagra 100mg". Le questioni, come "Comprare kamagra 100mg", si riferiscono a tipi diversi di problemi di salute. In genere, avendo disordine ottenere un'erezione può essere difficile. Prima di prendere il Kamagra, informi il medico se si hanno problemi di sanguinamento. Ci auguriamo che le informazioni qui risponde ad alcune delle vostre domande, ma si prega di contattare il medico se si vuole sapere di più. personale professionale sono esperti, e non saranno scioccati da tutto ciò che dici.

 
Sostieni anche tu l'informazione del portale A.Mi.D. effettuando una donazione volontaria.