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Bombe nucleari sul territorio italiano: citati in tribunale gli USA. PDF Stampa E-mail

Dal Gazzettino di Pordenone:

Bombe nucleari: citato il ministro americano
Cinque pordenonesi chiedono il risarcimento danni.
Rumsfeld convocato in Tribunale a luglio.
Tissino, Del Negro, Giabobini, Mayer e Rizzardo sono assistiti da Lau, vicepresidente dei giuristi anti-nucleare.

Cinque pordenonesi citano in sede civile il ministro della difesa americano, Donald Rumsfeld, chiedendo la rimozione delle armi nucleari custodite nella base Usaf di Aviano e, anche, il risarcimento per danni.
La somma non è stata quantificata, anche perché secondo i promotori della clamorosa iniziativa, ogni cittadino residente vicino alla Base americana potrebbe chiedere il "suo".
Il documento è stato depositato sui tavoli del tribunale civile di Pordenone, con tanto di invito, rivolto al ministro americano a comparire all'udienza che si richiede venga fissata per il prossimo 7 luglio.
Sembrerebbe quasi una provocazione, ma i cinque firmatari del documento, Tiziano Tissino (Beati Costruttori di Pace), Giuseppe Rizzardo (Comitato unitario contro Aviano 2000), Michele Negro (Rifondazione comunista), Carlo Mayer (Coordinamento No global di Pordenone) e Monia Giacomini (Democratici di sinistra) non scherzano e si faranno difendere da Joachin Lau, vicepresidente di Ialana, Associazione internazionale dei giuristi contro le armi nucleari, da anni impegnato nel combattere la presenza degli ordigni nucleari. Insieme con lui ci sono anche altri cinque avvocati italiani, appartenenti all'associazione internazionale che hanno voluto sostenere la causa dei gruppi pacifisti pordenonesi.
«Questo è un atto che non ha precedenti ha spiegato Lau dal momento che mai nessuno prima d'oggi ha intrapreso una causa contro il governo americano per il disarmo nucleare. E questo perché a differenza degli altri Paesi europei dove sono stoccate armi nucleari della Nato, l'Italia è l'unico che a livello giuridico riconosce la possibilità di citare in giudizio uno Stato straniero. La violazione di una norma di diritto internazionale comporta che lo Stato straniero, ritenuto responsabile, sia soggetto alla giurisdizione del giudice nazionale territorialmente competente». Tra le clausole c'è quella che a impugnare l'atto devono essere delle persone residenti nell'area limitrofa a dove sono stoccate le armi nucleari.
Detto fatto. I gruppi pacifisti locali si sono immediatamente mobilitati dando la propria disponibilità a portare avanti l'iniziativa. «La struttura militare di Aviano ha commentato Vanni Tissino - esiste dal 1954 e secondo un recente rapporto del centro studi newyorkese Natural Resources defence council, detiene un deposito di 50 armi nucleari (con Ghedi che ne avrebbe 40, sono le uniche due basi Usaf in Italia a ospitare armi nucleari, ndr). Inoltre con la convenzione segreta del 60, l'Italia e gli Stati Uniti hanno concordato di mettere a disposizione delle forze armate americane l'aeroporto di Aviano per ospitare armi nucleari. Il trattato, simile a quello che gli Usa hanno con Belgio, Germania, Grecia, Olanda e Turchia, prevede la partecipazione dell'Italia (nuclear sharing) alla programmazione e progettazione della strategia nucleare della Nato».
Questo "cozza", secondo i firmatari con il Trattato di non proliferazione del '68 firmato e successivamente ratificato dal nostro Paese e dall'America, in quanto tale documento prevede da una parte l'obbligo degli Stati nucleari di non lasciare a disposizione di alcuno armi nucleari, dall'altra quello degli stati non nucleari di non
acquisirne per pervenire a un totale disarmo.
«Nell'attuale sistema strategico si legge nel documento - il territorio italiano, e specificamente la zona di Aviano, è un bersaglio nucleare perché rappresenta una minaccia in un futuro potenziale conflitto. Ma come affermato dalla Corte internazionale di giustizia è un illecito perché le armi nucleari rappresentano un pericolo per la salute e la vita dei cittadini che vivono vicino alla base. Già in passato si sono verificati, tra il 1960 e il 1995, cinque casi di "incidente", che hanno messo in pericolo la zona di Pordenone Aviano».

Stefania Del Zotto

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messaggero veneto - Pagina 2 - Pordenone
VENERDÌ, 23 DICEMBRE 2005
Nucleare, i pacifisti citano gli Usa in giudizio
IL CASO

Sulla presenza di armi atomiche ad Aviano, alcuni pacifisti pordenonesi citano in giudizio gli Usa.
I promotori dell'iniziativa (tra cui Tiziano Tissino, Giuseppe Rizzardo, Michele Negro, Carlo Mayer, Monia Giacomini), hanno presentato l'atto di citazione nei confronti del governo degli Stati Uniti ieri mattina al tribunale di Pordenone, chiedendo al giudice di dichiarare che la presenza delle armi nucleari sulla base di Aviano è illecita e dannosa e conseguentemente ordinare agli Usa di rimuovere tutte le bombe nucleari dalla base di Aviano e dal territorio nazionale.
Il documento, elaborato da uno staff di avvocati appartenenti alla Ialana (Associazione Internazionale Giuristi Contro le Armi Nucleari, www.ialana.net) si richiama al Trattato di Non Proliferazione Nucleare, sottoscritto e ratificato dall'Italia, che sancisce senza ombra di dubbio l'obbligo per il nostro paese di non ospitare ordigni nucleari e per gli Stati Nucleari, come gli Usa, di non dispiegare tali armamenti al di fuori del proprio territorio.
La prima udienza è stata fissata, su richiesta dei promotori, per il prossimo 7 luglio. Una data che rappresenta la vigilia del decennale della sentenza con cui la Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che l'uso (o anche soltanto la semplice minaccia dell'uso) di armi nucleari è in contrasto con il diritto internazionale e che gli stati hanno l'obbligo giuridico di condurre negoziati in buona fede che conducano al completo smantellamento di tutte le armi nucleari.
I promotori della causa sono a disposizione per fornire ulteriori informazioni sulle motivazioni dell'azione legale e sulle prossime iniziative in programma per garantire la più ampia partecipazione popolare all'azione stessa (Tiziano Tissino, 349 2200890; Giuseppe Rizzardo, 333 9027079; Michele Negro, 338 4475550; Carlo Mayer, 349 4138338; Monia Giacomini, 347 8498106).
Si augurano in questo di trovare il sostegno e l'adesione di un ampio schieramento di forze politiche, sociali e sindacali.
Un primo risultato lo hanno già ottenuto dal momento che, proprio sulla vicenda <atomiche ad Aviano>, Laura Sartori, segretaria provinciale del partito della Rifondazione comunista comunica l'adesione all'iniziativa dei pacifisti pordenonesi che hanno citato a giudizio il presidente degli Stati Uniti.
Il Circolo di Aviano di Rc «si costituirà a giudizio - annuncia la Sartori -, costituendosi in comitato, sulla stessa tematica».

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