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No alla guerra permanente, in piazza contro la riforma dei codici militari PDF Stampa E-mail

Il Governo e la maggioranza che lo sostiene non demordono.

L’odioso disegno di legge di riforma dei codici penali militari in tempo di pace e di guerra, già approvato dal Senato della Repubblica, continua la discussione alla Camera dei Deputati.

E’ appena il caso di ricordare che quel DDL:

  • militarizza una quantità esagerata di reati (tutti quelli commessi da militari diventano reati militari e per questo sottratti alla giurisdizione ordinaria)

  • sopprime interi distretti giudiziari militari

  • sottopone la magistratura militare ad un evidente controllo della politica

  • prevede l’applicazione del codice penale militare in tempo di guerra a prescindere dalla dichiarazione di guerra prevista dalla nostra Carta Costituzionale

  • estende ai lavoratori civili del Ministero della Difesa, alle organizzazioni non governative, alle associazioni del volontariato e ai giornalisti l’applicazione di alcuni reati militari

  • imbavaglia e censura l'informazione libera ed indipendente

Nonostante il grande movimento di opposizione a questo DDL, (giuristi, associazioni, giornalisti, esperti di diritto internazionale, magistrati militari, rappresentanze militari, forze politiche e sociali), la maggioranza di Governo ha deciso di andare avanti comunque ed ha fissato per il 12 aprile l’inizio della discussione alla Camera.

Per questo la  fitta rete di organizzazioni del volontariato e dell’associazionismo sarà presente al sit-in organizzato proprio per rendere visibile il dissenso che avvolge questo Disegno di Legge.

Gli organizzatori invitano tutti coloro che ne hanno la possibilità partecipare al presidio che si svolgerà davanti alla Camera dei Deputati dalle ore 15.00.

Questa è solo la prima delle iniziative che verranno sostenute con l’obiettivo di costringere il Parlamento a prendere atto dell’assoluta inopportunità di procedere ad una rivisitazione dei codici, così come il DDL prefigura.

Se l’iniziativa di domani non venisse considerata bastevole e la discussione andasse avanti senza concreti ripensamenti da parte della maggioranza gli organizzatori non escludono, nella fase finale del dibattito una nuova e più grande manifestazione di protesta sempre davanti al Parlamento.

 

Appuntamento, quindi, a Roma Piazza Montecitorio alle ore 15.

Le droghe sono cari, è per questo che alcuni pazienti non possono comprare le medicine di cui hanno bisogno. Tutti i farmaci di sconto risparmiare denaro, ma a volte le aziende offrono condizioni migliori rispetto ad altri. Circa il venti per cento degli uomini di età compresa tra 40 e 70 non erano in grado di ottenere l'erezione durante il sesso. Ma non è una parte naturale dell'invecchiamento. Questioni come "Comprare kamagra oral jelly 100mg" o "Kamagra Oral Jelly" sono molto popolari per l'anno scorso. Quasi ogni adulto conosce "kamagra 100mg". Le questioni, come "Comprare kamagra 100mg", si riferiscono a tipi diversi di problemi di salute. In genere, avendo disordine ottenere un'erezione può essere difficile. Prima di prendere il Kamagra, informi il medico se si hanno problemi di sanguinamento. Ci auguriamo che le informazioni qui risponde ad alcune delle vostre domande, ma si prega di contattare il medico se si vuole sapere di più. personale professionale sono esperti, e non saranno scioccati da tutto ciò che dici.

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No alla guerra permanente, in piazza contro la riforma dei codici militari
di red

È un coro di no quello contro la riforma dei codici penali militari. La legge delega che concederebbe al Governo la possibilità di rivedere e modificare i Codici penali militari di pace e di guerra (approvata al Senato e ora in discussione alla Camera) non piace a nessuno. Non piace ai pacifisti che la considerano come la via verso la normalizzazione e la legittimazione giuridica del concetto di “guerra permanente”, non piace a giornalisti e operatori di Ong che la vedono come un mezzo per imbavagliare e censurare le notizie considerate “scomode” dai vertici militari, non piace neppure a molti settori interni dell’apparato militare a causa della militarizzazione a tutto campo dei cosiddetti reati comuni. «Da una parte – spiegano i promotori della campagna contro la riforma - si ampliano i reati militari, facendo ad esempio diventare reati quelle che erano considerate semplici infrazioni disciplinari come la sottoscrizione di appelli. Dall'altra parte si aggira l'articolo 11 della Costituzione prevedendo l'applicazione automatica del codice di guerra a tutte le missioni all'estero».

Il nodo fondamentale della delega prevede infatti l’applicazione del codice penale militare di guerra a tutte le missioni all'estero. Il che significa che le leggi di guerra saranno valide anche in missioni definite «di pace» e applicate non solo ai contingenti impegnati sul territorio, ma anche al personale civile, compresi giornalisti e operatori delle Ong. Immediata conseguenza di tutto ciò: dure condanne (dai 2 ai 20 anni di carcere) per i giornalisti che raccolgano, pubblichino o diffondano notizie militari senza l'autorizzazione degli Stati maggiori delle Forze armate.

Ma l'iter della legge non è così scontato. A febbraio le commissioni riunite Difesa e Giustizia della Camera hanno già approvato un emendamento proposto da Elettra Deiana di Rifondazione Comunista che per il momento ha sottratto al governo la possibilità di modificare il codice militare di guerra. Dopo una lunga serie di rinvii e polemiche la legge torna in discussione alla Camera e riprendono anche le azioni di pressione. Martedì dalle 15 davanti a Montecitorio si svolgerà un sit- in a cui parteciperanno parlamentari, giornalisti, ong, associazioni e movimenti. Intanto la mobilitazione prosegue anche per altre vie: una petizione popolare contro la delega e un mail bombing per i deputati della Camera.

 
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