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Il tribunale militare fa piazza pulita delle accuse: assolti i quattro elicotteristi italiani che finirono sotto processo in Iraq. PDF Stampa E-mail

MARTINO: LIETO DELLA SENTENZA. IL LORO EX GENERALE: CONFERMO IL GIUDIZIO NEGATIVO
Non sono codardi i 4 elicotteristi di Nassiriya
Il tribunale li assolve, criticarono il sistema antimissile del Chinook

ROMA. Non sono codardi, i quattro elicotteristi italiani che finirono sotto processo in Iraq. Il tribunale militare ha fatto piazza pulita delle accuse. Nessuna codardia, o peggio ammutinamento, come si era sostenuto a caldo: i quattro, due ufficiali e due sottufficiali in forza all’aviazione leggera dell’esercito, fecero presente alle gerarchie che gli elicotteri su cui volavano non erano adeguatamente protetti contro le minacce della guerriglia irachena. Facevano riferimento al pericolo dei razzi a spalla, in particolare, di cui l’Iraq è pieno. I comandanti intervennero drasticamente: qualche giorno dopo il loro rapporto, ordinarono l’immediato rientro in patria. Ma allo stesso tempo, nei fatti, diedero loro ragione: qualche mese dopo lo scandalo, le dotazioni antimissile dei quattro elicotteri da carico furono ritoccate e migliorate. E cioè furono «coperti» dai sistemi antimissile anche il fianco sinistro e la parte posteriore. Naturalmente i quattro sono raggianti. Ma anche il ministro della Difesa, Antonio Martino, appare sollevato: «Sono lieto per la conclusione della vicenda e sono molto contento per i quattro ragazzi». Anche il generale Giulio Fraticelli, capo di stato maggiore dell’Esercito, si dice «soddisfatto» per l’assoluzione perché «c’è certezza del diritto e questa è la cosa che più ci premeva». Quanto al problema degli elicotteri, il generale ne rivendica l’affidabilità: «Erano dotati delle migliori misure di protezione disponibili in quel momento, così come è sempre successo e come accadrà sempre in futuro». Da notare la sottolineatura temporale. Non cambia posizione, invece, il loro comandante diretto, ormai ex, ovvero il generale Luigi Chiavarelli (che proprio ieri, forse non del tutto casualmente, è stato sostituito alla guida dell’aviazione leggera dell’Esercito): «Rimango della mia opinione: sono ottimi piloti, ma pessimi soldati».

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Assolti piloti che lamentarono insicurezza elicotteri in Iraq

MILANO, 9 febbraio (Reuters - Si è conclusa con l'assoluzione degli imputati perché il fatto non sussiste, l'udienza preliminare con rito abbreviato che oggi davanti al giudice del tribunale militare di Roma ha visto alla sbarra quattro elicotteristi dell'Esercito, accusati di codardia perché avevano segnalato che i velivoli loro assegnati in Iraq avevano "carenze nei sistemi di autoprotezione antimissile

Lo riferisce il legale dei quattro, precisando che i suoi assistiti, che avevano portato in Iraq i velivoli, non si erano rifiutati di volare, ma di fronte all'alternativa posta loro di usare gli elicotteri con dotazione a loro giudizio inadeguata o tornare a casa, avevano preferito il rimpatrio.

"I quattro militari imputati sono stati assolti perché il fatto non sussiste, con la formula più ampia, ai sensi del primo comma dell'articolo 130 e quindi con totale soddisfazione innanzitutto per loro ma anche per noi difensori. Lo stesso pubblico ministero, che a suo tempo aveva chiesto l'archiviazione, ha oggi sollecitato l'assoluzione degli imputati", ha detto il professor Franco Coppi, legale che ha difeso i quattro.

Pochi giorni dopo la strage di Nassiriya -- che il 13 novembre 2003 costò la vita a 19 italiani, tra carabinieri, militari e civili -- i quattro elicotteristi segnalarono che i Ch47 che avevano trasferito dall'Italia a loro giudizio avevano carenze nel sistema di autoprotezione antimissile, lasciando scoperti il lato sinistro e quello posteriore destro.

I quattro, che scelsero il rimpatrio -- ha detto ancora il legale -- furono sospesi dall'attività di volo e sottoposti ad indagine per codardia.

Dopo un anno di indagini e l'audizione di tutti i protagonisti della vicenda, il pm militare Antonino Intelisano chiese per loro l'archiviazione. Richiesta respinta dal Gip poco più di due mesi fa, con l'ordine al pm di formulare il capo d'imputazione. Oggi l'assoluzione, dopo l'udienza preliminare con giudizio abbreviato celebrata davanti ad un diverso giudice.

Il mese scorso Simone Cola, maresciallo dell'esercito, rimase ucciso nei pressi di Nassiriya colpito a morte da una raffica di arma da fuoco mentre era in volo in elicottero in supporto di una pattuglia della coalizione che era stata attaccata nell'abitato.

 
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