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Il Cordoglio di AMID per la morte del Maresciallo Cola. Polemiche per il mancato impiego degli A-129 PDF Stampa E-mail

La morte del Maresciallo dell’Aviazione dell’Esercito Simone COLA ha riaperto le polemiche sulla partecipazione militare italiana in Iraq ed in particolare sul al mancato impiego degli elicotteri A-129 “Mangusta” nel teatro operativo della missione “Antica Babilonia”.

L’impiego in Iraq degli elicotteri in dotazione all’Esercito Italiano ha costretto il Governo e l’Esercito a realizzare un consistente sforzo economico finalizzato all’adeguamento / ammodernamento dei suoi aeromobili per renderli idonei all’impiego nelle difficili condizioni ambientali e “combat” peculiari del teatro operativo irakeno.

Al fine di soddisfare questa esigenza la Forza Armata ha avviato importanti commesse con la ditta Augusta in possesso delle tecnologie necessarie per realizzare i progetti atti a potenziare le:

·       difese passive mediante la corazzatura di parte delle fusoliere

·       difese attive antimissile dotando dei sistemi “chaff and flare”

·       contro misure elettroniche

Questi programmi hanno interessato per l’Esercito gli elicotteri AB-412, i CH-47 e solo parzialmente gli A-129.

A tal riguardo gli A-129 non hanno avuto bisogno di particolari potenziamenti o adeguamenti perché la loro progettualità è abbastanza recente.

Si dice che la difficoltà del loro mancato impiego, finora, nella missione “Antica Babilonia” sia dovuta da alcune carenze del supporto logistico relative ai sofisticatissimi sistemi elettronici di cui è dotato l’aeromobile.

In ogni caso queste carenze, se c’erano, potevano essere sopperite con l’impiego a massa ed a rotazione del consistente numero di A-129 in dotazione.

C’è da aggiungere che per un certo tempo il loro impiego era sembrato imminente in quanto alcuni elicotteri erano stati dotati dei sistemi “chaff and flare” e i piloti erano stati addestrati all’uso.

Peraltro lo stesso Comandante della “Friuli”, la Brigata Aeromobile che ha in dotazione gli A-129, aveva dichiarato di essere favorevole al loro impiego, prima di partecipare alla missione nel teatro irakeno.

Invece non se ne fece nulla e neanche la polemica promossa dai quattro piloti elicottero CH-47 è servita a far maturare la decisione di impiegare gli elicotteri A-129.

In effetti essi furono i primi a rappresentare la pericolosità dell’impiego di elicotteri da trasporto senza l’adeguata copertura necessaria per fronteggiare le condizioni di estremo rischio del teatro operativo irakeno.

Eppure chiunque è a conoscenza delle elementari nozioni di tattica sa che, in un teatro operativo ostile come quello iracheno, l’impiego degli elicotteri da trasporto deve essere adeguatamente protetto da una efficace copertura degli elicotteri da combattimento.

La missione in cui ha partecipato il Maresciallo Simone Cola rientrava in una classica operazione di questo tipo in cui l’elicottero da trasporto AB-412 sarebbe dovuto intervenire per prelevare la pattuglia portoghese in pericolo soltanto dopo la ricognizione e l’eventuale “bonifica” della zona da parte dell’elicottero da combattimento A-129.

Il caricamento della pattuglia sull’AB-412 sarebbe dovuto avvenire sempre sotto la protezione del “Mangusta” che doveva rimanere in costante attività di copertura fino al suo decollo per poi scortarlo sino alla base.

Questa procedura non è stata realizzata semplicemente perché l’A-129 non c’era e quindi l’AB-412 si è dovuto “arrangiare” da solo per effettuare la ricognizione del settore d’intervento esponendosi, in questo modo, al grave rischio che ha comportato il ferimento mortale del Sottufficiale motorista.

Infatti, il Maresciallo Cola, nella sua postazione collocata nei pressi del portellone aperto dell’elicottero, aveva il compito di assolvere alla difesa dell’aeromobile, non altrimenti assicurata, e per fare questo era pericolosamente esposto al fuoco ostile.

Di sicuro la morte del Maresciallo Cola è stata caratterizzata da una forte incidenza della casualità ma, probabilmente, l’impiego degli A-129 l’avrebbe potuta evitare.

Ma allora perché gli A-129 non sono stati ancora impiegati in Irak?

Qualcuno afferma che essendo l’A-129 un elicottero caratteristiche prettamente di attacco, il suo impiego avrebbe potuto creare una contraddizione politica sconveniente per coloro che si ostinano a definire la partecipazione militare italiana, una “missione di pace”.

Non sarà per caso perché bisognava evitare di dare ragione a quei quattro piloti di elicottero che, fin dall’inizio della missione, avevano denunciato la sua pericolosità estrema in quanto sprovvista della copertura tattica prevista?

Non siamo in grado di dare una risposta certa ma il rimpianto è forte per una giovane vita persa che, forse, si poteva evitare!

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Sullo stesso argomento riportiamo il seguente articolo:
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I Mangusta in Iraq e i cessi delle caserme


Giovanni Bernardi, 1 febbraio 2005

(Pagine di Difesa)



Ecco fatto. I Mangusta vanno in Iraq. Il ministro ha deciso. Ma che vanno a fare? La guerra? Il Mangusta è una terribile macchina da guerra. Quando spara fa male, molto male. I cosiddetti danni collaterali possono avere effetti dirompenti. Uccidere decine di persone. Probabilmente era questo il motivo per il quale non era ancora stato inviato in Iraq. Una macchina da guerra così devastante non era ritenuta adeguata alla missione,

E' credibile pensare che la decisione di non mandarli in area di operazioni a Nassiriya fosse stata politica, ma il ministro ha negato, i generali hanno confermato e tutto è andato al suo posto. Adesso invece il ministro, avvalendosi di un nuovo capo ufficio stampa (Bruno Vespa) dichiara a "Porta a Porta" che i Mangusta saranno impiegati in Iraq. Immaginiamo come possa avere reagito il suo ufficio stampa quando, vedendosi esautorato del proprio incarico, ha appreso dai giornali che il ministro aveva dichiarato a Vespa quello che avrebbe dovuto dire al suo capo ufficio stampa.

Se l'elicottero AB-412 fosse stato scortato da un Mangusta, il maresciallo Cola sarebbe morto lo stesso. Se la missione fosse stata condotta da un Mangusta sarebbe stato surdimensionato. Quell'elicottero ha una tale potenza di fuoco che rischia di procurare più danni dei rimedi che dovrebbe fornire.

A suo tempo, alle orecchie di chi scrive arrivò da fonte attendibile l'espressione: "I Mangusta vanno in Iraq". In seguito, un'altra fonte di informazione affermò che gli elicotteri erano pronti per l'imbarco sulla banchina di un porto quando arrivò l'ordine di trattenerli. Si fa fatica a pensare che l'ordine fosse del comandante di Aves o del capo di stato maggiore dell'Esercito (che tra l'altro non hanno competenze nelle missioni fuori area).

Poteva essere del capo di stato maggiore della Difesa, che se ne è assunto la responsabilità di recente. Ma la questione era di troppo alto livello perché possa essere stata trattata dal capo di stato maggiore della Difesa. Era senz'altro una questione politica. Mandare i Mangusta in Iraq corrispondeva a volere dimostrare che la missione era di guerra. E questo è un argomento che è stato sempre trattato con molta accuratezza dal vertice politico della Difesa.

La missione è di pace e come tale va trattata, quindi non dobbiamo inviare mezzi che la rendano di guerra. Questo poteva essere il pensiero di chi occupa il vertice della Difesa. Fin qui è corretto. E' corretto il fatto che non si voglia inviare in area di operazioni un mezzo che ha spiccate caratteristiche da guerra quando la missione è di pace. Ma è altrettanto difficile pensare che l'idea possa cambiare solo per il fatto che è morto un sottufficiale.

Se il Mangusta va bene adesso, andava bene anche prima. Perché non è stato inviato prima? Se non andava bene prima, è inutile inviarlo adesso. Cosa dovrebbe fare adesso di diverso dal AB-412? Deterrenza? Attenzione, perché per fare deterrenza occorre fare vedere almeno una volta cosa è capace di fare lo strumento. E quando lo avrà fatto vedere una volta, saremo noi capaci di sopportare gli effetti collaterali delle mitragliatrici di bordo del Mangusta?

Dai comunicati stampa della Difesa risulta che l'AB-412 sul quale è stato colpito il maresciallo Cola doveva indicare una via di fuga alla pattuglia portoghese. Quell'elicottero non era adatto? Sarebbe più adatto un Mangusta? E perché non un Predator, aereo senza pilota, quattro esemplari del quale sono stati appena inviati in Iraq e che è in grado di assolvere missioni senza rischio di perdere delle vite umane?

Decidere dell'impiego delle Forze armate deve essere una questione politica. Quale debba essere la struttura dello strumento da impiegare è una decisione che fa capo ai vertici militari. Se non è così, continueremo a vedere ministri che decidono dell'impiego di qualche elicottero e generali di corpo d'armata che vanno a ispezionare i cessi delle caserme.

 
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