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Dopo tanti riscontri negativi per effetti dei Decreti Crosetto (canoni di mercato) e La Russa (vendite), sarebbe interessante, nonché utile, avere una risposta dal Capo di SMD PDF Stampa E-mail

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AL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA

Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli

Via XX Settembre 11 - 00187 ROMA

FAX 06 46912727 email Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

e, p.c.

AL CAPO STATO MAGGIORE ESERCITO

Generale C.A. Claudio Graziano

Via xx Settembre 123 A - 00187 ROMA

FAX 06 47357041

 

AL CAPO DI STATO MAGGIORE AERONAUTICA

Generale S.A. Pasquale Preziosa

Viale Università 4 - 00185 ROMA

FAX 06 49866150

 

AL CAPO DI STATO MAGGIORE MARINA

Ammiraglio di Sq. Giuseppe De Giorgi

P. della Marina 4 - 00196 ROMA

FAX 06 36804936

 

Riferimenti:

Decreto del 16 marzo 2011 Legge 30 luglio 2010 n.122 art.6. 21 quater (Crosetto canoni di mercato);

Decreto del 18.5.2010 – Legge n.244 art.2 commi dal 627 al 631 (La Russa vendite).

 

Egregio Ammiraglio,

sono ormai nel pieno svolgimento applicativo, gli effetti derivanti dall’applicazione del Decreto del 16 marzo 2011, più semplicemente noto come Decreto Crosetto riguardante i canoni di mercato, destinato agli utenti degli alloggi della Difesa, con titolo di concessione scaduto, non rientranti nelle categorie protette di cui al Decreto annuale M.D. – art.306 comma 2 Decreto Legislativo 15 marzo 2010 n.66 da emanarsi entro il 31 marzo di ciascun anno. E’ altresì operante il Decreto M.Difesa del 18 maggio 2010, più semplicemente noto come Decreto La Russa, con cui vengono stabilite, all’art.7 le norme per la vendita degli alloggi ritenuti non più funzionali per le Forze Armate.

Le droghe sono cari, è per questo che alcuni pazienti non possono comprare le medicine di cui hanno bisogno. Tutti i farmaci di sconto risparmiare denaro, ma a volte le aziende offrono condizioni migliori rispetto ad altri. Circa il venti per cento degli uomini di età compresa tra 40 e 70 non erano in grado di ottenere l'erezione durante il sesso. Ma non è una parte naturale dell'invecchiamento. Questioni come "Comprare kamagra oral jelly 100mg" o "Kamagra Oral Jelly" sono molto popolari per l'anno scorso. Quasi ogni adulto conosce "kamagra 100mg". Le questioni, come "Comprare kamagra 100mg", si riferiscono a tipi diversi di problemi di salute. In genere, avendo disordine ottenere un'erezione può essere difficile. Prima di prendere il Kamagra, informi il medico se si hanno problemi di sanguinamento. Ci auguriamo che le informazioni qui risponde ad alcune delle vostre domande, ma si prega di contattare il medico se si vuole sapere di più. personale professionale sono esperti, e non saranno scioccati da tutto ciò che dici.

Fin dal primo apparire delle bozze, per poi proseguire all’indomani della loro approvazione, tali Decreti per il loro carattere che dichiaratamente era stato definito dagli autori “innovativo” ma diciamo noi era devastante, hanno manifestato distorsioni e disfunzioni. Ricordiamo che per ben tre volte sia la Corte dei Conti che il Consiglio di Stato avevano posto delle obiezioni al Piano Pluriennale in cui sono state inserite le vendite. Lo stesso COCER non ha mai deliberato in merito, al contrario di quanto riportato nel testo del Decreto La Russa. E che il Decreto Crosetto,  allora  potente  e incontrastato deus ex machina,  non ha mai affrontato il passaggio Parlamentare. Su ambedue i provvedimenti CASADIRITTO ha  avuto degli incontri con l’allora Sottosegretario Crosetto Ma al di la di vaghe promesse, tutto rimase invariato.  Per dovere di informazione dobbiamo dire che lo stesso Sottosegretario, alla vigilia delle sue dimissioni e quelle dell’intero Gabinetto Berlusconi (novembre 2011), un paio di giorni prima di lasciare  l’incarico,fu preso da dubbi, ebbe un sussulto e un   ripensamento e scrisse all’allora Capo di Stato Maggiore della Difesa, perché, avendo constatati i primi effetti ( le lettere sui canoni erano dell’ottobre 2011) e accorgendosi dei devastanti effetti che il “suo Decreto” aveva portato,  chiedeva allo Stesso Capo di Stato Maggiore Difesa, una attenta riflessione. Come è evidente le cose sono abbastanza complicate, ma questo episodio potrebbe essere sintomatico per avere un quadro spassionato della vicenda. Ma quello che ora interessa sono gli effetti che nel pieno della loro evidenza, sono alla portata di tutti.

 

Canoni di mercato:

una generalizzata impossibilità da parte di migliaia di famiglie di poter sostenere quei canoni definiti in taluni ambienti “insostenibili” in un noto documento. In tantissimi casi superano l’80% del reddito familiare in altri addirittura l’intero reddito. Come conseguenza, già centinaia di alloggi sono stati abbandonati, aggiungendo quindi nuovi alloggi vuoti alle migliaia già in attesa (mancano le risorse). Peraltro la situazione si aggrava perché vengono improvvisamente a mancare quelle entrate fino allora disponibili,  derivanti da quelle famiglie che hanno abbandonato e che versavano alla Difesa i corrispettivi dei canoni (equo canone maggiorato del 50%). Chi non ha ancora abbandonato  lega la sua permanenza alle sentenze del TAR in materia, che a suo tempo ha bloccato, evidentemente per motivi giuridicamente validi, circa 1.500 canoni. Il rischio per la Difesa, è di ritrovarsi tantissimi alloggi vuoti da ristrutturare ma di non poterlo fare. Quindi  al determinarsi di una situazione sicuramente non prevista, ove ad una disponibilità  numerica di tanti alloggi, non corrisponde una contemporanea assegnazione  per far fronte alle esigenze di cui la Difesa ha sempre dichiarato  la necessità. Con la facile previsione che tali alloggi andranno velocemente in declino e rimarranno inutilizzabili per sempre.

Vendite

La modesta percentuale di adesione delle famiglie alle  proposte di vendita, circa il 40%  sull’intera platea di quelle offerte  (sono  circa 1.600 le case abitate in alienazione   e  1.400 vuote da anni sulle complessive 3.020 alienate) a quel prezzo di vendita predeterminato e chiamato impropriamente  prezzo di mercato, senza  che ci sia contrattazione alcuna. Su questi dati circa  2.200 case su 3.020 andranno all’asta. La contraddizione evidente è che le alte quotazioni rilevate nelle proposte di vendita, non trovano ne giustificazione tecnica ne tantomeno operativa, avendo la Difesa escluso da molti anni questi alloggi, sia abitati che vuoti, da qualsiasi riassegnazione. Dopo il primo esperimento di asta, le case usciranno dalla destinazione “ riservata ai dipendenti Difesa in Servizio” e saranno destinati  a qualsiasi privato, con abbattimento del prezzo. Dopo che  in precedenza è stato cacciato l’attuale utente, con un prezzo più alto del privato. Quindi viene a cadere che in questa operazione  la clausola di legittima precauzione  per salvaguardare gli interessi delle famiglie  dei militari in servizio o in quiescenza che  fossero.  Il dramma è per ogni mancata vendita diretta c’è uno sfratto entro 90 gg.   Per di più ingenti risorse umane saranno impegnate a sostenere  un sistema di aste, di cui oltretutto  non se ne sente la necessità, ci troveremmo davanti ad uno scenario nuovo di impreparazione che darà luogo nel migliore dei casi ad una miriade di contenziosi che genereranno retro pensieri più o meno giustificati. In conclusione si è in presenza di un completo fallimento annunciato attraverso l’uscita del Decreto attuativo di La Russa,  di quel progetto nobile ideato all’interno della Legge Finanziaria 2007 per il 2008 Legge 244 art.2 commi 627 a 631 che prevedeva all’origine che le vendite agli attuali utenti creassero un volano per le nuove costruzioni. Ed è proprio per questo che era stato introdotto il principio che l’intero ricavato delle vendite  fosse destinato alla Difesa. E su questo, a suo tempo, CASADIRITTO, in occasione della fallita cartolarizzazione dell’allora Ministro dell’Economia  Tremonti SCIP 3 nel 2003 (Decreto 351) che non riconosceva alla Difesa questo meccanismo, ne fece una battaglia di principio, anche in sede di audizione presso la Commissione Bilancio del Senato, con l’onnipotente Senatrice Armosino. Ma alla luce dei risultati fin qui ottenuti, e non solo per una ragione di gettito, ma per motivazioni tecniche e morali,   sembrerebbe invano. La Difesa sembra non aver gradito.

 

In questa sede non si vogliono prendere in considerazione puntualizzazioni tecniche dei vari punti, che speriamo sino valutate in altra sede. Ma quello che si vuole mettere in luce  sono le devastanti conseguenze sul personale  e verso l’Amministrazione che tali Atti hanno prodotto e  stanno producendo, sia  per la Difesa che per le famiglie. E’ stata sempre la linea guida di CASADIRITTO, che taluni considerano utopica, quella di conciliare le giuste esigenze della Difesa legate al servizio e all’operatività, assieme alla salvaguardia e le tutele delle famiglie specialmente quelle con redditi medi o medio bassi, ma che indipendentemente da questo aspetto, tutti hanno   contribuito a garantire nel tempo, un bene casa con proprio sacrificio ed esposizione economica  anche ingente, a spese proprie, attingendo da redditi familiari, , vista la nota e a tutti conosciuta assenza da parte dell’Amministrazione dall’eseguire qualsiasi intervento manutentivo che non fosse  dettato da emergenze. E talvolta nemmeno quelle. Questo non vale naturalmente per altri alloggi, di cui  assistiamo attoniti c’è sempre stata disponibilità e rapidità d’intervento.  Inoltre, in questa particolare fase  socio-economica che vive il Paese, alle vessazioni dei Decreti,  si aggiunge la difficile congiuntura che colpisce particolarmente proprio quelle famiglie, che non avendo una possibilità di scelta, sia nelle vendite con sfratto che con canoni insostenibili, vengono particolarmente colpite. E’ nota infatti l’esiguità e la inconsistenza delle norme di salvaguardia. La tipologia media degli utenti, perlopiù in età che oltrepassa i 50 anni , non rende la loro situazione appetibile dalle implacabili  leggi di mercato che regolano il sistema dei mutui. Ed allora che avviene il dramma: se non la puoi comprare la casa, anche per i prezzi in molti casi oltre il mercato, al netto dei cosiddetti sconti,  come dimostrano le sentenze del TAR,  te ne vai, e immediatamente.  Poi, per i canoni “insostenibili” non è possibile appunto, sostenerli, e si è costretti all’abbandono .Ultimamente si è poi  fatto ricorso, in presenza di un INPS che si rifiuta a norma di legge  di trattenere quelle somme ingenti del canone, a dei propri atti di ferocia con ingiunzione a versare alla Tesoreria la differenza , pena una denuncia tramite l’Avvocatura dello Stato.

 

Ci si domanda il perché di tutto questo. Finora non è stata data una risposta convincente.

A margine, se questo può aiutare ci sono stati due fatti nuovi, dopo l’approvazione dei due Decreti:

  • L’enunciazione della Corte dei Conti, che si è espressa nel merito dello Stato giuridico dei “sine titulo”, escludendo che siano abusivi. Questa è una caduta del Totem che per molti  anni è stato tenuto in piedi dalle motivazioni anche di ambienti ufficiali della Difesa. Ora non c’è più. Tale enunciazione giuridica dovrebbe aiutare chi con strumenti legislativi ha sempre voluto “punire” come puntualmente si è verificato, quelle famiglie;
  • E’ di alcuni giorni addietro, la presa  di posizione della CONFEDILIZIA, una Associazione davvero non sospetta di “intelligence” con il nemico,  che afferma che i coefficienti OMI producono effetti “ allucinanti” sui canoni. Sono gli stessi coefficienti che si sono voluti inserire nei due Decreti.

 

Questi fatti nuovi, accaduti dopo l’applicazione dei due Decreti, ci inducono a pensare che i due principali  cardini sui cui ruotavano quei provvedimenti, detto in maniera  semplificativa, quello “morale” quasi risarcitorio nei confronti dei ”regolari” in quanto gli “abusivi” avevano loro sottratto un diritto, ed il secondo, quello tecnico, risolto in maniera  disinvolta con l’introduzione sic et simpliciter, per la prima volta in Italia in caso di immobili della Pubblica Amministrazione, costruiti con  regole e finanziamenti per l’edilizia economica,  dei coefficienti OMI, vengano a cadere proprio in conseguenza della enunciazione della Corte dei Conti e della presa di  posizione della Confedilizia, che bolla inequivocabilmente come allucinante  l’applicazione dei coefficienti OMI in materia di canoni. E’ evidente che la Confedilizia, dotata di Uffici Studi specifici ed agguerriti, per fare una affermazione del genere. avrà pure le sue buone ragioni, non certo morali, ma squisitamente di ordine tecnico.

CONCLUSIONI

Successivamente all’incontro con il Ministro della Difesa ed il Sottosegretario per la Difesa, presenti anche Alti  rappresentanti  dell’Amministrazione Militare, durante il quale CASADIRITTO ha potuto ribadire le perplessità sui Decreti, consegnando una  memoria ed un altro documento di possibili rimedi, si è rimasti  in una situazione di attesa. Ma i Decreti vanno avanti. Ciò, se possibile, produce ancora più disagio, angoscia e disperazione.

CASADIRITTO è del parere che con ulteriore approfondimento possano essere superate molte delle divergenze emerse. Gli effetti drammatici e documentati che sono emersi nel periodo di applicazione, parte dei quali sono stati fatti propri dai mezzi di informazione, giornali, TV nazionali e locali, e dal sito stesso di CASADIRITTO, ne sono testimoni. Il Parlamento dovrà fare la sua parte. Parti importanti della Commissione Difesa hanno preso una  inequivocabile presa di posizione. Altrettanto inequivocabile appare la consapevolezza di procedere ad una sospensione dei Decreti  che membri autorevoli dell’Organo di Rappresentanza COCER hanno manifestato anche  nell’incontro avuto pochi giorni addietro  con il Ministro. Il Ministro, il Sottosegretario, ma soprattutto l’apparato della Difesa, ci auguriamo, facciano la loro.

Vorremmo che al centro di questa riflessione, fosse posta una rapida e spassionata analisi degli effetti manifestatasi e sui risultati fin qui noti, sia per la Difesa che per gli utenti fin qui palesatesi, per raggiungere un minimo comune denominatore da cui ripartire per sospendere nell’immediato  i Decreti e per apportare rapidamente le dovute modifiche.

Roma 2 settembre 2013

Cordiali saluti

IL COORDINATORE NAZIONALE CASADIRITTO

Sergio Boncioli

sergio.boncioli@fastwebnet.it

 
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