Consiglio Supremo di Difesa: "più Europa" nelle missioni internazionali Stampa

Consiglio Supremo Difesa: la Spending review per ridurre gli oneri taglierà militari e pensioni; in una delle bozze del provvedimento si parla di un taglio "in misura non inferiore al 10%" del totale degli organici delle forze armate. Attualmente i militari sono 183mila quindi si ipotizza un taglio di 18 mila effettivi.

Nelle missioni militari internazionali c'e' bisogno di ''piu' Europa''. E' quanto emerso dalla riunione di oggi al Quirinale, presieduta da Giorgio Napolitano e alla presenza, fra gli altri, del presidente del Consiglio Mario Monti, del Consiglio Supremo di Difesa.

Esaminando gli impegni militari dei nostri contingenti, e comunque valutando in generale le presenze di forze armate Nato nei vari teatri internazionali, ''e' emerso il convincimento di promuovere iniziative di cooperazione tra gruppi anche ristretti di partner europei, cosi' da avere ''piu' Europa'' nello sviluppo e nell'impiego delle capacita' militari''.
Nel corso della riunione, sulla base degli sviluppi intervenuti negli scenari di crisi, spiega il comunicato, ''e' stato esaminato il quadro della partecipazione delle Forze Armate alle missioni internazionali nella prospettiva di proseguire la riqualificazione del contributo militare, con la riduzione degli oneri finanziari connessi, fermo restando l'impegno del Paese, in ambito ONU, Unione Europea e NATO, per la sicurezza e la stabilità.

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Sullo sfondo della sfavorevole contingenza economica internazionale e degli eventi verificatisi negli ultimi mesi - prosegue il comunicato - si sono state altresi' valutate le situazioni di instabilita' e di potenziale rischio che destano maggiori preoccupazioni, con particolare riferimento alla regione mediterranea e al Medio Oriente''.
In tale quadro, viene spiegato, il Consiglio ha preso atto delle risultanze del Vertice NATO di Chicago ed ha analizzato le decisioni ivi assunte sia per quel che concerne il processo di transizione in Afghanistan, con il progressivo disimpegno di ISAF entro il 2014, lo schieramento nel post-ISAF di una missione addestrativa e di assistenza e il sostegno alle forze di sicurezza locali, sia in relazione alla possibilita' di una piu' efficace cooperazione internazionale e di una progressiva integrazione degli strumenti militari. Al riguardo, e' emerso il convincimento di promuovere iniziative di cooperazione tra gruppi anche ristretti di partner europei, cosi' da avere ''piu' Europa'' nello sviluppo e nell'impiego delle capacita' militari''.
Il Consiglio, spiega ancora il comunicato, ''ha poi pienamente condiviso la necessita' - gia' emersa a Chicago - di rafforzare ed estendere i partenariati per la sicurezza e la stabilita' internazionali, attraverso i quali la NATO e l'Unione Europea mettono i Paesi emergenti o, comunque, non Membri in condizione di contribuire attivamente alle esigenze, agli oneri e agli obiettivi della governance globale. Questo punto e' di particolare rilevanza per l'Italia, in relazione all'impatto che piu' efficaci forme di partenariato possono avere sull'area del Mediterraneo e del Medio Oriente, soprattutto nell'attuale situazione di profonda trasformazione politica, sociale ed economica della regione''.
Il Ministro della difesa ha poi ''messo in luce i risparmi di spesa già effettuati e indicato gli ulteriori provvedimenti previsti nel quadro della Spending Review. Egli ha quindi illustrato lo stato di attuazione del progetto di razionalizzazione e riorganizzazione delle Forze Armate ed ha riferito sull'iter parlamentare di approvazione del relativo disegno di legge delega. Il Consiglio nella sua collegialita' ha espresso pieno sostegno al progetto, che e' fondamentale per assicurare l'efficienza dello strumento militare in un periodo di forte compressione delle risorse disponibili, e ha auspicato la conversione del disegno di legge da parte dei due rami del Parlamento entro il corrente anno. Il Ministro ha infine indicato i provvedimenti di riduzione delle spese correnti della Difesa nel quadro della spending review del Governo''.
Alla riunione hanno preso parte, oltre al Presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio, il ministro per gli Affari esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata; il ministro per l'Interno, Annamaria Cancellieri; il vice ministro per l'Economia e le finanze, Vittorio Grilli; il ministro per la Difesa, Giampaolo Di Paola; il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera; il Capo di Stato Maggiore della difesa, generale Biagio Abrate.
Hanno altresi' presenziato alla riunione il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Antonio Catricala'; il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra; il Segretario del Consiglio supremo di difesa, Rolando Mosca Moschini.
La prossima riunione del Consiglio supremo di difesa e' stata fissata per il giorno 28 novembre 2012.

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Resta fermo l'impegno dell'Italia nelle missioni militari internazionali, ma 'con la riduzione degli oneri finanziari connessi'. E' quanto stabilito dal Consiglio supremo di Difesa, riunitosi oggi sotto la presidenza del capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Da parte sua, il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, ha indicato le misure nell'ambito della spending review. In una delle bozze del provvedimento si parla di un taglio 'in misura non inferiore al 10%' del totale degli organici delle forze armate. Attualmente i militari sono 183mila: si tratterebbe quindi di un calo di poco piu' di 18mila unita'. Per le missioni ci sarebbe invece una diminuzione di 8,9 milioni di euro per il 2012.
Il Consiglio supremo, cui hanno partecipato - tra gli altri - anche il premier Mario Monti ed i ministri di Esteri, Interno, Sviluppo economico ed il viceministro dell'Economia - ha anche valutato 'sullo sfondo della sfavorevole contingenza economica internazionale e degli eventi verificatisi negli ultimi mesi', le situazioni 'di instabilita' e di potenziale rischio che destano maggiori preoccupazioni, con particolare riferimento alla regione mediterranea e al Medio Oriente'. Per quanto riguarda l'Afghanistan, e' confermato il progressivo disimpegno da Isaf entro il 2014, cui seguira' una missione addestrativa e di assistenza alle forze di sicurezza locali. L'organismo ha anche auspicato la promozione di iniziative di collaborazione con partner europei.
Di Paola ha quindi illustrato lo stato di attuazione del progetto di riorganizzazione delle forze armate, che prevede un taglio di 33mila militari e 10mila dipendenti civili del ministero entro 10 anni. Il disegno di legge delega firmato dal ministro e' all'esame del Senato ed il Consiglio supremo ha espresso 'pieno sostegno al progetto, che e' fondamentale per assicurare l'efficienza dello strumento militare in un periodo di forte compressione delle risorse disponibili' ed ha auspicato la conversione del ddl da parte del Parlamento entro quest'anno.
Un'accelerazione al progetto potrebbe arrivare dal provvedimento sulla spending review. Oltre al taglio del 10% degli organici, nella bozza c'e' anche la sforbiciata di 5,6 dei 7,5 milioni stanziati per il 2012 alla cosiddetta mini-naja fortemente voluta dall'ex ministro Ignazio La Russa: gli stage di tre mesi di giovani volontari presso le forze armate. Cento milioni di euro in meno per il 2012, poi, alle spese per il rinnovamento dei sistemi d'arma. I contributi all'Agenzia Industrie Difesa per il triennio 2012-2014 passano inoltre da 16 a 11,8 milioni di euro. Infine, la dotazione del Fondo vittime dell'uranio impoverito viene decurtato di 10 milioni di euro per il 2012.
Preoccupazione e' stata espressa dal Cocer Interforze, che ha lamentato di non essere stato 'convocato da parte del Governo come i sindacati confederati'. L'organismo di rappresentanza ha quindi chiesto al presidente del Consiglio 'di conoscere con urgenza se il provvedimento di spending review incide o meno sulle forze armate e sulle forze di polizia e, in caso positivo, chiede di essere convocato per conoscere i termini del provvedimento e per contribuire con spirito costruttivo a definire le linee d'azione e i settori su cui incidere, al fine sia di tutelare il personale sia di salvaguardare per altro la capacità operativa e funzionale.