Il Vertice Euro che si è recentemente concluso ha trovato un accordo sulle misure globali per fare fronte alla grave situazione che è scaturita dalle crisi dei debiti sovrani, con pericolose minacce per la stabilità dell'intera zona Euro. Le principali misure decise dai Capi di Stato e di Governo sono:
1. Grecia: la riduzione del rapporto debito/PIL della Grecia con l'obiettivo di raggiungere la percentuale del 120% entro il 2020. Gli Stati membri della zona euro contribuiranno fino ad un importo di 30 miliardi di euro. Lo sconto nominale sarà pari al 50% del debito greco virtuale detenuto da investitori privati. Sarà poi introdotto un nuovo programma UE/FMI per un finanziamento fino a 100 miliardi di Euro entro la fine dell'anno.
2. Opzioni per un incremento delle risorse del Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria.
3. Misure volte ad agevolare il settore bancario (accesso ai finanziamenti e aumento della situazione patrimoniale delle banche al 9% di capitale).
4. Un impegno per assicurare la disciplina di bilancio e accelerare le riforme strutturali per la crescita e l'occupazione. Per quanto riguarda la Spagna, l'Irlanda e il Portogallo sono stati accolti positivamente gli sforzi e i progressi nell'attuazione del programma di aggiustamento.
In merito all'Italia i contenuti della lettera inviata dal Governo italiano (in allegato) relativi alle riforme strutturali, la crescita e il risanamento di bilancio, sono stati accolti con favore e il Consiglio aspetta ora l'attuazione concreta di queste riforme. Tra queste ricordiamo la riforma della legislazione del lavoro e, in particolare, le norme in materia di licenziamenti; l'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni per uomini e donne entro il 2026; liberalizzazioni dei servizi pubblici e delle imprese di pubblica utilità a livello locale.
E' evidente che le misure previste dal Vertice rispecchiano una visione e una politica arretrata, che non va oltre una politica monetaria restrittiva, che va a scapito dell'occupazione, del lavoro e del welfare. Manca un'attenzione all'equità e alla sostenibilità sociale. Lo stesso Governo italiano, ormai da mesi commissariato dall'Ue, risponde con scelte che continuano a pesare ingiustamente sui lavoratori, i giovani, i pensionati senza voler colpire invece le rendite e investire sulla crescita.

In allegato la Dichiarazione finale del Vertice Euro e la lettera inviata dal Governo italiano

NICOLA NICOLOSI - GIULIA BARBUCCI

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Comunicato relativo alla lettera del Governo consegnata a Bruxelles

Anche la lettera consegnata dal Presidente del Consiglio, alla cui stesura ha contribuito non a caso il Ministro Brunetta, rappresenta l'ennesimo accanimento contro il lavoro pubblico.
Le intenzioni del Governo sul lavoro pubblico consegnate a Bruxelles rappresentano "la messa in fila" di misure sulla mobilità, la messa in disponibilità (la Cassa Integrazione Guadagni), il licenziamento dopo due anni e gli ambiti della mobilità già presenti nel dlgs 165/2001 con le modifiche peggiorative introdotte in vari provvedimenti legislativi di questa legislatura (dal collegato lavoro, alla manovra estiva) o la futura legge costituzionale recante "l'abolizione o la razionalizzazione delle province").
Gli altri punti presenti quali "la piena attuazione della riforma Brunetta", verrebbero perseguiti attraverso l'approvazione della legge "anticorruzione", proprio quando le pagine dei giornali sono ridondanti di casi di corruzione di uomini che hanno responsabilità di governo.
Chiaramente non si parla del blocco dei contratti che già "erano stati utilizzati per altre manovre".
La valutazione negativa che diamo e che identifichiamo in un nuovo attacco al lavoro pubblico è dettata da 2 motivi "generali".
Il primo è rappresentato dal contesto.
La lettera si caratterizza per un nuovo attacco al lavoro. La "facilitazione "dei licenziamenti dettati da "motivi economici" e il tema pensioni, vanno in questa direzione.
Il secondo consiste nel fatto che il lavoro pubblico viene considerato come "lo scalpo" da consegnare in particolare alla Lega perchè questo partito, profondamente spaccato, possa dimostrare al suo popolo aver ceduto sulle pensioni, ma in cambio i fannulloni del pubblico impiego sono oggi licenziabili.
Si tratta quindi dell'ennesima tappa di accanimento politico che va respinto e contrastato e che sempre di più diviene parte di un attacco generale al lavoro e contro i diritti di cittadinanza, come nel caso delle privatizzazioni di servizi pubblici locali, ad esclusione dei servizi idrici.
Continuano a mancare nella lettera le misure necessarie per portare equità e legalità nelle amministrazioni pubbliche, nonché quelle misure necessarie per far sì che la lotta alla evasione fiscale sia reale ed efficace e produca le entrate necessarie per finanziare la crescita. Così come continuano a mancare le misure necessarie per favorire l'occupazione anche nelle pubbliche amministrazioni e nei settori della conoscenza

NICOLA NICOLOSI - MICHELE GENTILE

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