Marcia indietro sulle pensioni. Il governo pensa alla fiducia già al Senato. Il punto Stampa

La manovra cambia ancora: dopo la rivolta sul web, la denuncia dei sindacati (non solo Cgil, anche Cisl e Uil avevano preannunciato proteste), l'indignazione delle opposizioni e, soprattutto, i dubbi emersi all'interno della Lega Nord, è stato deciso di mettere da parte l'ipotesi di un intervento sulla previdenza che rendeva validi gli anni riscattati per gli studi universitari e per il servizio militare solo per il conteggio dell'ammontare dell'assegno pensionistico e non ai fini del calcolo degli anni per il raggiungimento della pensione d'anzianità (i 40 anni avrebbero dovuto essere effettivamente lavorati). Dal vertice di questa mattina tra il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi e quello della Semplificazione Roberto Calderoli, è arrivata quindi una sconfessione a stretto giro (neanche due giorni pieni) dell'accordo raggiunto nel vertice di Arcore
Come i ladri. Ci provano, a volte il furto riesce, a volte vengono presi con il sorcio in bocca. Mentre il cavaliere, con sorriso a quattro ganasce, annunciava la sua vittoria, "la manovra ora è più equa e sostenibile", ho mantenuto la promessa di non mettere la mani nelle tasche degli italiani", l'accordo del "vertice" di Arcore Pdl-Lega, scatenava la ribellione dei sindacati, di associazioni, singoli cittadini. Faceboook veniva invaso da furibondi email.Un furto e non altro, nei confronti di ben 665 mila persone per ora, l'esclusione del riscatto degli anni di università e del servizio militare ai fini dell'uscita dal lavoro con 40 anni di contributi. Nell'arco idi poco più di 24 ore il governo era costretto alla marcia indietro.

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Bersani: il governo passi la mano
"Da molto tempo diciamo che maggioranza e governo non sono in grado di portarci fuori dai pericoli, ma solo di aggravarli", dice il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, "il governo prenda finalmente atto della sua condizione e passi la mano". Un governo - sottolineava Vincenzo Vita, senatore del Pd - "che non c'è più, se c'è mai stato, che ha perso la bussola, se mai l'ha avuta", facendo presente che la situazione economica del nostro paese "è caratterizzata da dati tutti negativi": la crescita è vicina a quota zero, l'inflazione tocca il record del 2,8%, la disoccupazione è stabile all'8%.
"Quello che sta avvenendo sulla manovra sfiora la farsa, ma rimane comunque scandaloso - diceva la capogruppo al Senato del Pd, Anna Finocchiaro - c'è da gioire per la cancellazione di una norma ingiusta e incostituzionale come quella sulle pensioni ma ora ci troviamo di fronte a una manovra che non esiste. Come faranno ora, di buco in buco, a far quadrare i conti?" Per il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi, "sulle pensioni il governo è passato dalla truffa alle comiche."

Ora Pdl e Lega tentano di scippare il Parlamento
Ma, come tutti i ladri incalliti, B&B non resistono al furto. Ora provano a scippare il Parlamento. Non sapendo più come uscire da questa situazione, temendo quanto può succedere nel corso della discussione sui più di mille emendamenti, la maggioranza sbrindellona sarebbe tentata di porre la fiducia già al Senato predisponendo un maxi emendamento sul quale chiedere il voto. Fiducia anche alla Camera e del Parlamento è fatto strame..
In meno di ventiquattro ore il nuovo caposaldo della manovra, lo scippo sulle pensioni, che aveva riportato il sorriso nella faccia di Berlusconi veniva smontato, fatto a pezzi. Un " golpe" affermava il segretario generale della Cgil, accelerando la mobilitazione per lo sciopero generale del 6 settembre. Anche i segretari di Cisl e Uil, Bonanni e Angeletti, si facevano vivi ,uscivano dal letargo di natura sacconiana, protestavano, annunciavano scioperi, presidi, manifestazioni.. Già che c'erano facevano anche sapere che per quanto riguarda il pubblico impiego, tredicesima, indennità di liquidazione, n
finestre pensionabili per gli addetti alla scuola, non potevano essere messi in discussione. Infine era chiaramente incostituzionale il mantenimento della tassa cosiddetta di solidarietà per i soli dipendenti pubblici, accomunati ai parlamentari. Per completare il quadro in pochi giorni più di cinquantamila persone firmavano l'appello dei giuristi contro la cancellazione del 25 Aprile ,1 Maggio, 2 Giugno.

Sacconi-Calderoli, cronaca di un misfatto annunciato
In fretta e furia l'accordo, la "solida coesione" registrata a Villa San Martino veniva rimesso in discussione, Calderoli incontrava Sacconi. Il ministro autore del misfatto sulle pensioni, facce scure, ufficiosamente arrivava la notizia. Il furto era stato scoperto e gli autori riconsegnavano la refurtiva ai legittimi proprietari, coloro che hanno pagato di tasca propria, fior di milioni, il riscatto degli anni di università e quello per il servizio militare. Nella manovra ter il malloppo ammontava a circa a un miliardo e mezzo di euro. Scompaiono e si vanno ad aggiungere ai cinquemila che mancano per mantenere invariati i saldi dettati dalla Banca Centrale europea.. Entrava il tilt la Commissione Bilancio alle prese con più di mille emendamenti. Neppure i parlamentari della maggioranza avevano notizie su come il governo intendeva muoversi. Nuove riunioni Pdl-Lega, giovedì un consiglio dei ministri per decidere nuove misure per mantenere invariati i saldi.

L'ammonimento dell'UE : servono misure per la crescita
L'Unione Europea ammonisce: " Servono misure per la crescita e nell'analizzare i contenuti della manovra italiana, la Commissione europea dedicherà particolare attenzione alle misure strutturali destinate ad agevolare e sostenere la crescita per verificare che esse rispettino i parametri fissati nelle raccomandazioni rivolte dall'Ue all'Italia lo scorso giugno". Lo ha dichiarato Amadeu Altafaj, portavoce del commissario europeo per gli affari economici e monetari Rehn precisando che Bruxelles "segue con attenzione" il dibattito in corso sulla composizione della manovra".

MANOVRA: SALTA NORMA PENSIONI, UE CHIEDE MISURE PER CRESCITA/IL PUNTO
SI CERCANO RISORSE, VERSO NUOVA STRETTA LOTTA A EVASIONE
Nuova marcia indietro. Il lavoro sulla manovra procede a singhiozzo, in attesa che dal governo arrivino le proposte di modifica definitive al testo approvato dal Cdm a Ferragosto.
L'accordo di Arcore ha perso infatti uno dei suoi punti più rilevanti: salta la misura che escludeva dal calcolo dell'anzianità per la pensione gli anni riscattati per l'università e il servizio militare.
Troppo evidenti i dubbi di costituzionalitù, troppo plateali le proteste di sindacati, incluse Cisl e Uil, e categorie. Ora, resta aperta il nodo delle risorse necessarie a mantenere invariati i saldi. Come impone l'Europa, con la Commissione che torna a chiedere con forza misura a sostegno della crescita.
Domani, a margine di un Cdm ufficialmente dedicato solo ad un adempimento per una delega in materia di giustizia, Tremonti, Sacconi e Calderoli, con il Premier impegnato a Parigi costantemente informato, faranno il punto sulla situazione dopo la decisione di correggere il tiro sul piano previdenziale.
Buona parte delle risorse necessarie a compensare il mancato gettito ipotizzato dovrebbero arrivare da un'ulteriore stretta sul fronte dell'evasione fiscale, su cui i tecnici del Tesoro già sono al lavoro.
Sia il relatore Antonio Azzollini sia il sottosegretario all'Economia Antonio Gentile si sono impegnati, accogliendo cosi' l'invito del presidente del Senato Renato Schifani, a depositare gli emendamenti che formalizzano le intese di maggioranza entro le 15 di domani.

MANOVRA: VIA CONTRIBUTO PRIVATI,RESTA TAGLIO STIPENDI PER P.A E PENSIONI D'ORO
Salta il contributo di solidarietà del 5% per i redditi oltre i 90mila euro e del 10% per quelli sopra i 150mila euro per i privati, ma restano in vigore la norme precedenti alla manovra di ferragosto che prevedevano il taglio degli stipendi dei manager della pubblica amministrazione fino al 2013 (e non tassazione Irpef) e il prelievo sulle pensioni d'oro.
Lo prevede un emendamento alla manovra, a firma del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e del relatore, Antonio Azzollini.

MANOVRA: SALTA NORMA PENSIONI; SI PUNTA RIFORMA AUTUNNO
LEGA RESISTE, MA DA PIU' PARTI GOVERNO CRESCE FRONTE INTERVENTO

Nella manovra bis non ci saranno interventi sulle pensioni ma per la previdenza si potrebbe aprire a breve, magari già in autunno, un tavolo nel tentativo di andare a una riforma strutturale. Dopo l'accantonamento deciso della misura che prevedeva l'esclusione degli anni di università e di servizio militare riscattati dal calcolo dei 40 anni necessari per l'accesso alla pensione di anzianità senza limiti di età il Governo infatti - secondo quanto si apprende da fonti della maggioranza - avrebbe deciso di non intervenire ulteriormente sulla materia, ma è probabile che si apra un nuovo fronte una volta approvata la manovra.
La Lega è tornata a dire no a interventi sul sistema previdenziale, ma da più parti nella maggioranza si chiede di non considerare "tabu" le pensioni. In particolare il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta ha sottolineato la necessità di affrontare la questione dell'età di vecchiaia delle donne nel settore privato (escono a 60 anni a fronte dei 65 anni degli uomini e delle donne della pubblica amministrazione a partire dal 2012) ma di riforma del sistema hanno parlato anche i ministri Franco Frattini e Giorgia Meloni.
In particolare Brunetta ha messo a punto una serie di ipotesi tra le quali emergono, oltre all'aumento a partire dal 2012 dell'età necessaria per l'uscita per vecchiaia delle donne (sei mesi ogni anno con l'andata a regime a 65 anni nel 2021) anche l'inasprimento delle regole per l'accesso alla pensione di anzianità (un anno di età ogni anno, dal 2012 al 2015) e l'aumento dell'aliquota contributiva per i lavoratori parasubordinati portandola al livello di quella dei dipendenti nel 2013 (al 33%).
Se però appare molto difficile che si aumentino ancora le aliquote dei lavoratori parasubordinati (già cresciute molto in questi anni), appare probabile l'apertura di un confronto sull'età di vecchiaia delle donne nel settore privato, misura questa che appare effettivamente di equità soprattutto a fronte dell'innalzamento già previsto nel settore pubblico). Secondo calcoli dei tecnici sui quali si sta interrogando il Governo l'innalzamento immediato da 60 a 65 anni porterebbe un risparmio nel triennio 2013-2015 di 3,5 miliardi mentre a fronte di un intervento più soft come l'innalzamento di un anno ogni due (quindi 61 anni nel 2012, 62 anni nel 2014 ecc) porterebbe sempre nel triennio 2013-2015 risparmi per circa 2,2 miliardi.