Documento CGIL sulle F.A. |
''Oggi ci ritroviamo non tanto per confrontare valutazioni e scambiare
idee ma, forti di una elaborazione condivisa e di valori civili e
culturali, per puntualizzare e consolidare linee comuni, rispettosi
delle diverse identità statutarie, formali e sostanziali che connotano
la Confederazione e ciascuna delle Associazioni, qui rappresentate ai
massimi livelli. Per la Cgil si tratta di un ambito di impegno non
tradizionale, ma certamente non più episodico od occasionale''. Il
segretario confederale della Cgil, Giuseppe Casadio ha così introdotto
i lavori del convegno Cgil che si è svolto a Roma sul tema: "Diritti
associativi e libertà sindacali per gli operatori delle Forze armate e
delle Forze dell'ordine. L'Italia nel contesto Europeo''
.
''Fenomeni diffusi e profondi di illegalità e di a-legalitÃ
caratterizzano oggi molti aspetti della vita sociale, delle relazioni
economiche, del sistema finanziario, delle relazioni di lavoro - ha
detto Casadio-. Fenomeni antichi che sopravvivono e si rigenerano nelle
trasformazioni e fenomeni nuovi connessi a certi tratti della
modernità . In ogni caso questo è, indubbiamente, uno degli handicap
principali che ostacolano il rinnovamento sociale, economico, culturale
dell'Italia''.
Questa premessa è necessaria - ha continuato il dirigente sindacale-
per capire meglio l'impegno della Cgil su questi temi e per affermare
la necessità , non più di azioni separate, ma di strategie comuni ''fra
una generale opera di governo del territorio, nel senso più pieno ed
ampio, e le istituzioni che hanno il compito di garantite legalità e
sicurezza''. Per Casadio questa è la strada per diffondere la cultura
della legalità e il rispetto delle regole.
Su questi temi - è stato ricordato nella relazione- si è avviato un
confronto, definito dalla Cgil ''di grandissimo interesse'' fra la
Confedrazione e gli operatori della sicurezza (e della Difesa) sia a
statuto civile che militare. ''La rilevanza che andavamo attribuendo
nelle nostre strategie alle politiche per la legalità e la sicurezza, e
il nostro essere "sindacato confederale" - ha spiegato Casadio- ci
hanno fatto apprezzare il dialogo avviato come occasione preziosa per
rafforzare la nostra capacità di iniziativa facendo tesoro di
competenze, saperi, capacità , culture di cui sono depositari, più di
chiunque altro, coloro che operano negli apparati e nelle istituzioni
preposte. Oltre a questo, la combinazione di valori fondamentali
condivisi e di strategie convergenti ha poi portato ad una
collaborazione, non episodica fra la Cgil e le forme associative a cui
gli operatori aderiscono''.
Casadio ha parlato di un cammino prudente e consapevole ''prudente - ha
detto- perché è estranea alla Cgil ogni velleità di sovvertimento degli
ordinamenti, degli statuti, dei regolamenti, anche laddove se ne
ravvisano esigenze palesi di innovazione e riforma.''. La
consapevolezza è legata invece al fatto che il processo di riforma
proposto richiede ''innovazioni normative, prassi nuove e nuove culture
fondate sull'integrazione e non sulla separatezza nell'esercizio delle
responsabilità e delle funzioni. A questo processo non può essere
estraneo l'ordinamento che regola diritti e doveri degli operatori''
Ed è questo, secondo Casadio il cuore del problema. L'impianto delle
leggi vigenti infatti non assicura la necessaria autonomia ai
rappresentati degli operatori del settore, rispetto alle istituzioni
e'' senza autonomia reciproca non c'è trasparenza nelle responsabilità ;
e quando i rappresentanti non sono chiamati a responsabilità ne viene
inficiata in toto la loro funzione, con un danno potenziale grave anche
per l'istituzione''.
Per la Cgil è invece possibile contemperare i vincoli derivati dagli
statuti militari e dai regolamenti di disciplina, con un contesto di
norme affidate'' all'esercizio di una rappresentanza sindacale autonoma
e democratica''.
Per la Cgil infatti assume dunque importanza determinate la libera
volontà di associarsi nel rispetto della costituzione. Una riforma è
inoltre necessaria per allineare gli ordinamenti nazionali sulle
rappresentanze militari a quelli Europei. A sollecitare un intervento
su questo tema è, fra l'altro, la recente decisione del Consiglio
d'Europa (Comitato Europeo dei Diritti Sociali) che ha dichiarato
ammissibile un ricorso che sollecita sanzioni per difformità degli
ordinamenti italiani, rispetto agli articoli 5 e 6 della Carta Sociale
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