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Si infittisce il dibattito in corso sulla riforma della Rappresentanza Militare ed il diritto di associazione dei militari.. PDF Stampa E-mail

Il 17 ed il 19 settembre scorso sono stati fatti due dibattiti sulla riforma della Rappresentanza Militare.

Quello di Modena è stato promosso dalla Cgil, a cui ha aderito anche AMID, era incentrato sui diritti sindacali dei militari.

Invece quello di Roma, promosso da alcuni deputati di AN, ha ribadito il contrasto all'ipotesi sindacale da parte di un quadro politico poco attento e scarsamente sensibile ai reali problemi del personale militare. Si paventa un compromesso politico che punta a riformare l'attuale R.M. riconoscendo qualche diritto associativo.

Al riguardo AMID ribadisce la propria contrarietà a qualsiasi ipotesi che non preveda il libero esercizio del diritto di associazione anche per i militari italiani, così come è già previsto nella maggioranza dei Paesi europei più avanzati.

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Sindacato nelle Forze Armate: Ieri dibattito alla Festa dell’Unità di Modena

"I diritti sindacali dei militari". Questo il tema dell'incontro tenutosi ieri alla Festa dell'Unità di Modena durante il quale è stato presentato il disegno di legge per l'istituzione delle Associazioni sindacali per il personale ad ordinamento militare.

Al dibattito hanno partecipato tra gli altri Paolo Cento (Sottogretario al Ministero dell'Economia, delegato dal Governo a seguire la riforma della legge sulla R.M.), Paolo Nerozzi (Segreteria Nazionale Cgil) e Lidia Menapace (membro della Commissione Difesa del Senato).

Presenti anche diversi delegati di Cocer, Coir e Cobar della Guardia di Finanza e dell'Arma dei Carabinieri.

Il dibattito è stato incentrato sul tema della sindacalizzazione delle forze armate (con l'ipotesi di un referendum per capire quanti siano favorevoli e quanti contrari) e sulla possibilità di estendere le competenze di Cobar e Coir concedendo un potere di contrattatazione e concertazione differenziata e decentrata.

Polemica anche per la chiusura di numerose associazioni militari da parte del Ministero della Difesa (ultima in ordine di tempo la "Pastrengo").

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Si è svolto a Modena il dibattito sul sindacato dei militari

Presenti il sottosegretario Paolo Cento, la senatrice Lidia Menapace ed il deputato Antonio Rugghia.

Un primo resoconto di Giuseppe Dori dal sito di ficiesse

Si è svolto a Modena il dibattito sul sindacato ai militari.

Alla presenza di un centinaio di militari, giunti da varie città d'Italia, il sottosegretario Paolo Cento, la senatrice Lidia Menapace, il deputato Antonio Rugghia e numerosi militari che hanno preso la parola, hanno affrontato le problematiche che una riforma in senso democratico del sistema di rappresentanza dovrà necessariamente affrontare.

Tra qualche giorno saranno disponibili sul sito i filmati in audio video dei singoli interventi, così da far cogliere agli interessati, a vario titolo, l' importanza e la puntualità delle argomentazioni che sono state affrontate.

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Convegno di AN sulla Rappresentanza Militare

De Gregorio: "Grazie a me un accordo bipartizan che esclude il sindacato”

Sintonie tra Ramponi e Pinotti sembrano confermare.

Il Presidente del Cocer G.d.F. MINERVINI propone il modello dell’Associazione Nazionale Magistrati

“Grazie a me, stiamo per concludere un accordo bipartisan tra DS-Margherita e AN-Forza Italia per la riforma della legge sulla rappresentanza militare, riforma che anche il governo vuole”.

Queste le rivelazioni fatte ieri dal senatore De Gregorio in chiusura del convegno organizzato a Roma dai deputati di Alleanza Nazionale Filippo Ascierto e Maurizio Gasparri e dalla associazione Andromeda per mettere a confronto politici e delegati Cocer sul tema delle nuove tutele per i lavoratori militari.

Ma su quali contenuti si sta per raggiungere l’accordo? “Certamente non sul sindacato – ha tenuto a precisare De Gregorio - e chi sostiene tale soluzione per i militari lo fa soltanto per affossare la riforma in itinere”.

Il dibattito è stato franco, interessante e anche acceso in diversi momenti.

Per i Cocer, sono intervenuti i presidenti Anselmi (Marina), Minervini (Guardia di finanza) e Bottacchiari (Aeronautica) e i delegati Angotti (Esercito) e Tedeschi (Carabinieri).

Ma hanno preso la parola anche altri delegati a titolo personale, come Bertozzo (Coir Palidoro Carabinieri), Ciavarelli (Cocer Marina), Longobardi (Cocer Carabinieri) e Toscani (Cocer Marina).

Per il mondo della politica, hanno parlato oltre al senatore De Gregorio e all’onorevole Ascierto il senatore Ramponi e gli onorevoli Deiana, Cossiga e Pinotti.

La discussione ha fatto chiaramente emergere le due opposte concezioni che da tre legislature non permettono di arrivare a una soluzione soddisfacente e condivisa: quella di chi concepisce la rappresentanza militare come uno strumento a disposizione degli stati maggiori nei confronti del potere politico e quella di chi sostiene organismi completamente autonomi e strutturati in forma sindacale.

Tra le due posizioni, è emersa ieri la proposta del presidente del Cocer delle Fiamme Gialle, Minervini. L'ufficiale, nell’affermare l’impossibilità di continuare a gestire con le tradizionali logiche paternalistiche gli interessi di centinaia di lavoratori con le stellette, ha auspicato per i militari una rappresentanza strutturata in modo analogo a quello dell’Associazione Nazionale Magistrati. Soluzione che secondo Minervini conferirebbe autonomia dalle gerarchie senza rischi di frammentazioni e corporativismi.

La tesi sindacale è stata sostenuta dall’onorevole Elettra Deiana, di Rifondazione Comunista, e da tutti gli altri delegati intervenuti. Con le sole eccezioni dei delegati Angotti (Esercito) e Tedeschi (Carabinieri) che hanno ribadito i contenuti del documento pro rappresentanza interna licenziato a maggio scorso, con una stretta maggioranza, da un gruppo di lavoro interforze.

Da rilevare, peraltro, come il Cocer Carabinieri proponga anche di consentire la piena rieleggibilità eliminando l’attuale limite di due mandati consecutivi.

Tra gli interventi dei politici, particolarmente interessanti quelli del sen. Ramponi e dell’on. Pinotti. Entrambi, anche se con sfumature e accenti diversi, hanno ribadito l’impossibilità per le forze armate di accedere con questa riforma al sindacato, affermando anche, però, che si può arrivare a una soluzione di compromesso tra le diverse posizioni e che i disegni di legge all’attenzione del comitato ristretto sono emendabili e migliorabili.

L’on. Ascierto, nel chiudere i lavori, ha osservato che la riforma non è stata finora realizzata per la miopia della classe politica, ma anche per responsabilità degli stati maggiori, che temono di perdere il controllo sul personale.

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Sindacato nelle Forze Armate: poche risposte dal convegno di "AN".

Delusione dei Cocer

Si è concluso con tanta confusione, poche certezze e molta delusione il convegno organizzato ieri da Alleanza Nazionale dal titolo "Riforma delle rappresentanze o sindacato? Quale il futuro delle Forze Armate?".

Come avevamo già pronosticato nel mese di luglio, diventa molto difficile dare delle risposte concrete su questo argomento se già in partenza si è spaccati all'interno del proprio partito: come ricorderete, Gasparri e Ascierto, promotori dell'iniziativa, si erano detti possibilisti sulla sindacalizzazione delle forze armate, ma il senatore Ramponi e Gianfranco Fini avevano subito stoppato questa ipotesi dicendosi contrari al sindacato.

E puntualmente ieri è emersa ancora una volta la spaccatura tra la "politica" (favorevole solo ad una riforma dell'attuale rappresentanza militare) e i Cocer delle forze armate, ormai schierati quasi all'unanimità a favore del sindacato (fatta eccezione per i Carabinieri che propongono anche di consentire la piena rieleggibilità eliminando l’attuale limite di due mandati consecutivi).

Il capitano di fregata Alessio Anselmi (presidente del Cocer della Marina) ha spiegato che "i sindacati militari non sarebbero un elemento disgregante per le forze armate" e il generale Domenico Minervini (presidente del Cocer della Gdf) ha sottolineato che "l'attuale rappresentanza che non è più in grado di soddisfare le esigenze dei militari e che serve una reale autonomia, anche finanziaria, dall'amministrazione militare".

Il presidente della commissione difesa del Senato, Sergio De Gregorio, ha annunciato che "entro quindici giorni sarà pronta una bozza condivisa, per un testo sulla riforma della rappresentanza militare perché è una necessità non più rinviabile.

Bisogna allargare l’area della sua dignità ed è giusto che abbia elementi di maggiore rappresentatività e più capacità di contrattare, ma senza arrivare alla forma sindacale".

Dello stesso parere anche l'onorevole Luigi Ramponi (An): "siamo aperti ad ascoltare i diversi punti di vista ed è bene far fare un passo avanti alle rappresentanze ma senza arrivare al sindacato".

Il presidente della Commissione Difesa della Camera, Roberta Pinotti, ha spiegato che "per quello che è il quadro politico attuale, credo che oggi sia realisticamente pensabile una riforma seria e incisiva della rappresentanza ma non un sindacato. La riforma dovrebbe garantire reale autonomia e rappresentanza, capacità negoziale, tutela del singolo ed anche la possibilità per i Coir, i Comitati intermedi, di trattare con Regioni ed Enti locali sui problemi reali che riguardano la vita di tutti i giorni. Bisogna fare passi avanti su questo argomento, senza irrigidire le posizioni".

Solo l’onorevole Elettra Deiana (Rifondazione Comunista) si è detta a favore della tesi sindacale.

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Forze Armate: De Gregorio, presto sarà pronto un testo condiviso per riformare la Rappresentanza Militare

(ANSA) - ROMA, 19 SET - La Commissione Difesa del Senato si appresta a varare il testo sulla riforma della rappresentanza militare: lo ha detto il presidente della Commissione, Sergio De Gregorio, intervenendo ad una iniziativa delle associazioni Andromeda e Italia protagonista su ''Riforma della rappresentanza o sindacato?''.

Tra un paio di settimane, ha proseguito De Gregorio, dovrebbe essere pronta una bozza condivisa, e la condivisione del provvedimento in Commissione - ha aggiunto - fa ben sperare per un iter rapido in Aula.

Secondo il presidente della Commissione Difesa, che ha auspicato una rappresentanza militare ''forte'', anche in questa materia, ''la politica deve riappropriarsi del suo ruolo da protagonista, altrimenti fioriranno i Grillo e i Soloni''.

Favorevole ad un ''sistema di rappresentanza forte'' per le Forze armate e i Corpi militari dello Stato, ma contrario al sindacato, si e' detto Luigi Ramponi, di An, intervenuto al convegno.

Secondo Ramponi, le caratteristiche del comparto Difesa si coniugano bene con l'istituto della rappresentanza militare, ''che però deve essere riformato: occorre far fare un passo avanti a questa Rappresentanza'', senza però trasformarla in sindacato.

La necessità di un sistema di rappresentanza rafforzato è stata sottolineata anche da Maurizio Gasparri, sempre di An, che ha sottolineato ''le politiche negative del Governo nei confronti del mondo militare e della sicurezza, soprattutto in materia economica e normativa''.

Filippo Ascierto, altro parlamentare di Alleanza nazionale, si è chiesto ''perché da ben quattro legislature si continua a parlare di riforma della Rappresentanza e non si porta mai a compimento''. A suo avviso ''e' solo una questione di miopia, e non solo politica. Talvolta sono gli stati maggiori a non cogliere l'opportunità di modernizzare il rapporto interno con il personale e quello esterno con le istituzioni''.

Anche sul versante politico opposto, è condivisa la necessità di una riforma della rappresentanza.

Secondo Roberta Pinotti (Ds), presidente della Commissione Difesa della Camera, è ormai ''realisticamente pensabile una riforma seria e incisiva della Rappresentanza Militare, ma non un sindacato''. Una riforma che garantisca, tra l'altro, ''reale autonomia e rappresentanza, capacità negoziale, tutela del singolo''.

Presenti al convengo anche i rappresentanti dei Cocer della Forze armate, al cui interno il dibattito tra riforma della rappresentanza o sindacato è aperto. (ANSA).

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