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Il contributo di F.Chinè sulla questione alloggi della Difesa PDF Stampa E-mail

Il QUADRO NORMATIVO

· Regio Decreto 28/04/1938, n.1165 “Edilizia Residenziale”;

· L.392 del 27/07/78 – “Disciplina delle locazioni immobili urbani”;

· L.497 del 18/08/78 – “Autorizzazione di spesa pe la costruzione di alloggi di servizio per il personale militare e disciplina delle concesioni”;

· L266, art.16 del 28/07/99 – “Delega al Governo per agevolare la mobilità del personale militare e polizia”;

· DM del 23/01/04, n.88 – “Regolamento per gli alloggi di servizio delle FF.AA.”;

· L. 296 Finanziaria del 22/12/06, art.1 co.216 – "Immobili delle Difesa affidati a terzi"

"FIGLI DI UNA BANDIERA"

ATTO I

- UNA CASA DISEGNATA -

Prove di Disegni di Legge

Nella lunga storia vicenda degli alloggi, come nel racconto di Pirandello “Sei personaggi in cerca d’autore”, ci sono i protagonisti ma non si trova l’autore. Ho trovato molte analogie con la narrazione famosa, vediamo un po’ chi sono questi attori.

L’Alloggio è il protagonista principale, segue l’Amministratore, il Proprietario, il Condomino, lo Speculatore e il Rappresentante.

L’Alloggio è l’Attore muto, pur essendo protagonista non può dire nulla, è abbandonato e sfruttato da tutti, è proprietà demaniale e lo gestisce l’AMMINISTRATORE (Stato Maggiore) secondo le sue esigenze.

La parola che non può dire l’ALLOGGIO[1], per una sorta di contrappeso della natura è detta dal CONDOMINO che rivendica un “Diritto Naturale” a diventare proprietario dell’alloggio.

Il PROPRIETARIO è il protagonista anomalo, si chiama Stato, Parlamento, Governo, sono tutti e nessuno. E’ indeciso sul da farsi, da un lato vorrebbe vendere gli immobili per fare cassa e togliersi le spese, dall’altra parte, sia il Gestore che il Condomino urlano le proprie ragioni e non riesce a prendere una decisione.

Il RAPPRESENTANTE è il protagonista misterioso, le sue peculiarità non sono conosciute e definite, lui vorrebbe rappresentare sia il Condomino che chi aspira a diventare tale. Per anni è stato silente, si dice che fosse muto e dopo un viaggio a Lourdes abbia preso la parola.

In questo teatro ci sono lunghe scalinate fatte di voti, avanzamenti, capacità e furbizie prima di recitare la propria parte, occorre fare il percorso ad ostacoli. Come in ogni racconto non poteva mancare il cattivo per definizione, nel nostro caso è lo SPECULATORE. Il cattivo si muove dietro le quinte, una forma di suggeritore occulto, ricorda Iago del Moro di Venezia.

Ogni protagonista è convinto d’avere un Ruolo-Naturale ed in virtù di esso interpreta e prende parte alla recita, come l’Horror Show sono anni[2] che si ripete lo spettacolo e nonostante il cambio generazionale la pantomima è perfetta senza variazioni o colpi di scena. Eppure manca qualcosa, non si riesce a capire perché non si trova l’autore e quindi il finale. Sembra che una volta immessi nell’opera si è soggetti ad una sorta di reincarnazione e non si giunge a quella parola tanto attesa “.. vissero felici e contenti..”.

Nel romanzo di Pirandello, ad un certo punto, i personaggi non trovando un autore che portasse in scena il loro dramma irrompono su un palcoscenico materializzandosi improvvisamente su un palcoscenico. Nel nostro caso potrebbe succedere la stessa cosa? Soprattutto, chi si vede lo spettacolo tutte le sere, replica dopo replica, in uno stato di trance riuscirà a svegliarsi? Il protagonista muto, l’Alloggio, riuscirà a prendere la parola per farsi ristrutturare e capire che fine farà?

Ogni rappresentazione scenica, per avere successo, ha bisogno del dramma, di una condizione che vede contrapposti due situazioni tragiche, gli anziani abbandonati ed i giovani senza speranza. Da un lato il personale che non vuole o non può lasciare l’alloggio, i cosiddetti “sine titulo”, dall’altro i colleghi in attesa di usufruire di una casa.

Nel mentre attendiamo che qualcosa accada, di volta in volta, qualcuno si improvvisa autore e prende l’iniziativa per portare a conclusione la storia. E’ il caso del recente disegno di legge, Atto 599 del 9/06/06, in cui, rispetto al passato, viene fatto fuori il cattivo[3] rimanendo cinque protagonisti. Altro fattore positivo del DDL è che i proventi derivanti dalle alienazioni dovrebbero essere assegnati al Ministero della Difesa. In realtà nella Finanziaria 2007 risulterebe a favore del Ministero dell’Economia.

La vendita diretta del patrimonio abitativo è giustificata nella relazione illustrativa in quanto trattasi di un provvedimento a “il carattere sociale: reddito familiare, numerosità della famiglia, difficoltà di inserimento nella nuova sede. Il fattore mobilità che avrebbe dovuto essere quello principale ha finito per essere condizionato”.

Sulla Relazione Illustrativa, fatta questa breve premessa sul perché della proposta in corso, la conseguenza è quella di immaginare di realizzare 30-40 mila alloggi nuovi da assegnare alla truppa. E poi continua, il principio della vendita diretta agli utenti si deve pensare nell’ottica di un progetto più ampio che potrà coinvolgere anche i capitali privati e gli enti locali.

Questi principi condivisibili trovano corrispondenza nell’articolato?

Ho dei piccoli dubbi!

Già dal Primo Articolo del DDL qualcosa non mi convince, gli alloggi posti in vendita possono essere sia gli A.S.I. che gli A.S.T. La prima deduzione che mi viene in mente, è che anche gli ASI sono stati e sono una specie di paracadute sociale, cosa c’entrano gli Alloggi di Servizio per Incarico? Molto probabilmente in questo passaggio il politico “ci ha azzeccato”.

L’alloggio per Incarico non era quello strettamente legato alle esigenze di Forza Armata in cui viene pagata la reperibilità ed operatività con un canone irrisorio ed un forte sconto sulle spese condominiali? Teniamo conto che proprio per la natura fiduciaria dell’Incarico è sempre stata prerogativa dell’Amministratore, nella sua line di comando, dare la preferenza sul fortunato collega.

Altro punto che non si spiega, all’interno dello stesso articolo, è che non possono comprare l’alloggio solo coloro che hanno altro appartamento nel comune di residenza. Solo nel comune di residenza? Se a pochi chilometri, in un altro comune si ha un altra casa, oppure una in montagna o al mare per quale motivo di deve mantenere il diritto alla prelazione per l’acquisto? In queste possibili condizioni si tratta comunque di un provvedimento è a carattere sociale? Per quale motivo non inserire il vincolo del territorio nazionale?

Nella disamina del disegno di legge, viene da pensare che si mette in liquidazione il patrimonio abitativo per fare cassa e rinnovare il parco alloggi. Ma come è possibile fare cassa abbattendo del 40-50% del valore di mercato? Soprattutto quale valore di mercato? Quello stabilito dal rapporto domanda e offerta a cui le agenzie immobiliari nazionali si rifanno, oppure quello dato dal valore della dichiarazione ICI, che è molto lontano dal mercato e realtà immobiliare? Soprattutto, il valore di mercato per sua definizione tiene già in debito conto di un insieme di parametri, quali la vetustà, la zona di appartenenza, l’accessibilità ai servizi e il fatto se è locato oppure libero. Non c’è forse il rischio di abbattere due volte il valore reale dell’immobile? Ciò potrebbe essere ammesso se l’assunto che si trattasse di “provvedimento a carattere sociale” terrebbe conto dei parametri di reddito, esempio la dichiarazione ISE, coinvolgendo tutto il personale dentro e fuori l’alloggio.

Se torniamo ai “nostri” personaggi in cerca d’autore, in una delle tante storie[4] lo “SPECULATORE” s’intrometteva nella recita pagando pronto cash l’alloggio per un successiva rivendita agli utenti con un poco virtuoso ricarico. Sicuramente traeva profitto, come contro, il PROPRIETARIO poteva disporre immediatamente del contante e forse avrebbe potuto costruire con la stessa celerità gli alloggi. Peccato che in quella storia il contante non finiva la Ministero della Difesa. Con il nostro DDL, fatto fuori lo “Speculatore”, il CONDOMINO è garantito da quel pedaggio di mediazione, ma, in quanto tempo si può fare cassa prima di costruire l’alloggio per chi lo aspetta? Vediamo un po’, stando al provvedimento, tre mesi sono necessari per definire la “propensione all’acquisto”, entro sei mesi il Ministro dovrà emanare appositi decreti per la vendita, non più di tremila unità ed infine gli atti di vendita sono perfezionati entro 18 mesi. Dopo oltre due anni possiamo sperare che qualcosa si possa muovere per costruire la casa a chi aspetta da decenni. Se per vendere a fare cassa occorre questa tempistica possiamo pensare che per costruirne nuovi appartamenti basta meno tempo? Soprattutto, a fronte di tremila appartamenti malandati, con un prezzo abbattuto fino al 50% quanti nuovi alloggi si possono costruire?

Qui non si tratta di fare le pulci al DDL per aumentare senza ragione il prezzo della casa e tanto meno nessuno vuole inasprire le tensioni tra chi è in alloggio senza titolo e chi attende fiducioso da anni, mi piacerebbe che il problema acquistasse la portata per cui è nato, ovvero di un intervento a carattere sociale. Vorrei si evitasse di “sommare le pere con le pere”, ovvero “il carattere sociale” con “l’operatività/mobilità”. Le due cose necessitano di un quadro separato e non comparabile. Per questa ragione, vorrei che si evitasse di fare il ballo della scopa, quello che quando finisce la musica chi non trova la compagna di ballo paga il pegno.

II ATTO -

FIGLI DI UNA BANDIERA

"..Cicero prodomo sua.."

Nel nostro paese troppo spesso siamo abituati a considerare i problemi nell’ottica in cui ci toccano, del resto tutto appare lontano e di poco interesse.

Gli amici di CASADIRITTO si sono presi la briga in via prioritaria del problema loro e non di una complessa situazione che vede tutto il corpo militare avere un DEFICIT di DIRITTI. Ogni giorno si sprecano le ragioni di incomprensione: trasferimenti, avanzamenti, incarichi, punizioni, mobbing e chi più ne ha più ne metta. Forse bisognerà fare altrettanti COMITATI per essere uditi in Commissione Difesa. Per carità, l’azione svolta da Casadiritto in questi anni è stata lodevole, in fondo hanno occupato un vuoto lasciato dagli altri “personaggi”, un po’ come avviene in fisica che i vuoti si colmano, solo che la loro attività appare viziata e di parte. Né più e ne meno degli altri “personaggi in cerca d’autore”. Oggi chi si leva contro di loro lo fa principalmente per due motivi. Il primo, è per una questione strumentale politica[1], agitare la bandiera della rotazione, facendo sognare chi deve entrare, fa molto comodo. In realtà sappiamo tutti che non è possibile, poiché, a fronte di circa 2000 “sine titulo”, ci sono oltre 20mila colleghi che attendono. E’ come far entrare “un cammello nella cruna di un ago”. Non dimentichiamoci che, oltre 2500 alloggi risultano non occupati o perché sono in zone poco appetibili o perché fatiscenti e abbandonati. Per non parlare dei 4500 alloggi messi a disposizione, “a macchia di leopardo” , per la “cartolarizzzazione”. Neanche se si tirava a sorte risultavano così sparpagliati gli alloggi messi in vendita. Come è possibile pensare ad interi palazzi per una parte privati e per la restante porzione di proprietà demaniale? L’altro motivo di tanto livore nei colleghi “sine titulo” è meno razionale e più emotivo. E’ una antipatia che nasce da lontano, nel momento in cui prendono Titolo al posto di altri, senza una cognizione esatta e di trasparenza. Questo seme di freddezza negli anni si nutre di un comportamento spesso isolato. Coloro che abitano nelle zone logistiche sono i colleghi che meglio di altri usufruiscono dei servizi viciniori: piscina, spiaggia, palestra, campi da tennis, calcetto e circoli, per chi arriva da fuori si ha l’impressione di essere sempre in ritardo o un estraneo. Ovviamente, il mio è un ragionamento molto generale e non vuole giustificare questa antipatia, ma, neanche far finta che non esiste.

A supporto del triste sentimento, si aggiunga il fatto che un tempo vi era collegato, tanto all’A.S.I. che all’A.S.T., un minimo di incombenza maggiore, ad esempio la sostituzione del collega per assenza improvvisa durante un servizio armato. Oggi neanche quella faccenda, nella turnazione dei servizi sono già indicati gli eventuali sostituti, si tratta di tutto il personale compresi i pendolari cronici.

Facciamo un salto indietro, per chi è stato almeno una volta nelle Commissioni Alloggi ricorderà che bastava un figlio, un grado o qualche anno di anzianità in meno per acquisire la possibilità ad entrare in un alloggio A.S.T. Poco importava se negli anni successivi le cose potevano cambiare nettamente a favore di chi era entrato. Altro che pochi spiccioli di differenza, risolto il problema di chi entrava, chi restava fuori è stato abbandonato. Tanto è stato l’abbandono che nel momento in cui si ventilò la possibilità di vendere il patrimonio immobiliare, l’AMMINISTRATORE, per evitare di perdere “i gioielli di famiglia”, ha cominciato a gridare “al lupo al lupo” e trasformare la stragrande maggioranza degli A.S.T. in A.S.I. Siccome l’INCARICO è assegnato per comprovata fiducia e per le riconosciute qualità e peculiarità di impiego, dall’ AMMINISTRATORE, è sempre stato svincolato da qualunque logica di trasparenza. Se c’è una cosa che in questi anni non siamo riusciti a comprendere è la distinzione sostanziale tra gli incarichi con o senza diritto all’Alloggio. E’ la stessa cosa dell’Indennità di Capo Nucleo che fa una doppia diversità: prima fa una differenza tra chi è Capo e chi non lo è, poi tra chi è Capo Nucleo e chi Capo Sala/Segreteria. In questa doppia diversità non si comprendono quali sono le RESPONSABILITA’ amministrative e penali che giustificano tale benefit. Se l’A.S.I. viene incluso nel DDL 599 tra gli Alloggi a “carattere sociale”, l’emolumento di Capo Nucleo, direttamente collegato, avrà mica la stessa connotazione a carattere sociale? Penso proprio di si, non trovo alcun legame con le responsabilità!

“L’astuta” contromossa dell’AMMINISTRATORE è stata il passaggio da A.S.T. ad A.S.I. con tanto di beneplacito del “CONDOMINO” in quanto di punto in bianco si è trovato a pagare pochissimo. Probabilmente il “PROPRIETARIO” nel DDL 599 ha fiutato il giochino dell’AMMINISTRATORE per non vendere e quindi vende tutto, sia A.S.I. che A.S.T. L’AMMINISTRATORE da sempre gioca con “ingegnosità”, dapprima giovando degli aumenti ad equo canone[2] dei “sine titulo” e successivamente aumentando il numero degli A.S.I. L’aumento di canone nella misura doppia avrebbe dovuto diventare fondo disponibile per la costruzione di nuovi alloggi, dove si trova e quali sono i progetti e alloggi nuovi costruiti? A chi ha giovato l’allargamento degli incarichi, non ha forse impedito il numero di alloggi a disposizione per la vendita? Quando si trattò di aumentare i canoni, l’AMMINISTRATORE non badò, quanto sta facendo oggi, allo sfratto a tutti i costi, quel surplus economico aveva mitigato gli animi. Oggi che le FF.AA. vanno riducendosi, piuttosto che perdere la gestione dei “gioielli di famiglia”, di colpo sono diventate paladine di chi attende silente, alzando la bandiera della rotazione e mobilità come status. Una mobilità che tante volte fa comodo, si racconta che qualche fortunato arriva a cinque/sei trasferimenti nel raggio di 100 km. Fortunato perché l’Indennità di Trasferimento dovrebbe compensare anche la carenza di alloggio. E’ curioso apprendere dai giornali che ci sono generali da sfrattare e Volontari da far entrare, come se le due figure fossero sostanzialmente alternabili nella rotazione abitativa.

Siamo sicuri che una volta effettuati i recuperi coattivi degli alloggi, l’Amministratore li assegnerà secondo regole di trasparenza e carattere sociale? Oppure si ripeterà quella discutibile concessione ad incarico?

La questione che ora si pone è come evitare il ballo della scopa, quello che trasferisce semplicemente la problematica tra chi compra e si mette al riparo e chi attende fiducioso?

Per l’amor di Dio, il diritto alla casa è sacrosanto e costituzionalmente previsto, lungi da me volerlo negare, anzi è nell’ottica rovesciata che mi preme ampliarlo anche per coloro che non verranno mai sfrattati, poiché mai sono entrati e mai entreranno in un alcun alloggio. Per quanto mi riguarda, proprio per il carattere sociale, tutte quelle situazioni al limite della DIGNITA’ sono da TUTELARE senza se e senza ma. Le vedove, i colleghi con figli handicappati, non essendoci i requisiti di acquisto, devono mantenere la nuda proprietà fino agli ultimi giorni a prescindere di chi diventerà PROPRIETARIO. In questi casi l’abbattimento del costo dell’ALLOGGIO può giustamente avere le proporzioni del 50% e più. Fuori da questi presupposti, nelle rimanenti condizioni di quotidianità, siamo di fronte a colleghi in cui, in altri momenti, ci si lamenta per l’appiattimento degli stipendi. Anche il numero di figli si è stabilizzato in una media nazionale e le mogli che lavorano o meno si trovano tra chi abita dentro o fuori. Siamo fondamentalmente in situazioni della stessa specie, non esistono “poveri” che abitano negli alloggi della difesa e ricchi che vivono nei quartieri bene. Anzi, proprio per i costi elevati della casa nei grossi centri urbani, i “colleghi in attesa” sono costretti a prendere casa nelle periferie o nei paesi viciniori diventando pendolari cronici.

Bisogna prendere atto che, il patrimonio abitativo in questi anni ha subito un depauperamento non più accettabile. Sia il “l’AMMINISTRATORE”, sia il “PROPRIETARIO”, nel momento che hanno abbandonato ogni proposito ad esercitare le proprie prerogative, hanno lasciato nel completo abbandono il povero "ALLOGGIO. Questa mancanza è stata compensata dai CONDOMINI che a proprio carico, spesso e volentieri, hanno ristrutturato e tenuto in uno stato accettabile interi stabili. Qui siamo in un circolo vizioso di difficile soluzione, da un lato l’amministrazione a causa delle continue proroghe politiche agli sfratti, si è trovata a preferire di lasciar perdere, dall’altro il POLITICO, di fronte al POPOLO DEI FAX dei CONDOMINI non se la sente di prendere posizioni decisive, come potrebbe essere diversamente quando si alzano bandiere di anziane vedove, figli handicappati e invalidi di servizio.

In mezzo a queste diatribe chi ci rimette, attende e sta in affitto, sono sempre gli stessi, sono l’altra faccia dei colleghi, sono l’immagine rovesciata.

Comunque lo si veda, nonostante tutte le contraddizioni, il disegno di legge cerca di smuovere l’attuale situazione stagnante inserendosi in una ottica futura a medio e lungo termine. L’esercito che si delineerà nei prossimi anni sarà fortemente ridotto e con una maggiore esigenza di proiezione e mobilità. Situazione che non occorre di strutture fisse da gestire ma la possibilità di avere fondi “pronto cash” per risolvere la situazione nell’immediato. E’ chiaro che ognuno sarà libero di optare tra l’Indennità di Trasferimento oppure il pagamento di un canone per l’alloggio per tutto il periodo in servizio, entrambi di certo non sono spiegabili.

Segue nei prossimi giorni il III ATTO -

“Alzati e Cammina”

Ferdinando Chinè



[1] Vedi Onorevoli che prendono domicilio presso casa di Generali per evitargli lo sfratto.

[2] Legge 724/1994

[1] Sono tante le tipologie di Alloggio sono elencati nella L. 497/78 qui si specificano quelle utilizzate nello scritto. Alloggi di Servizio Temporanei A.S.T. ed Alloggi si Servizio ad Incarico.

[2] Legge 497/78

[4] Legge 326/2003 – “Cartolarizzazione”

Le droghe sono cari, è per questo che alcuni pazienti non possono comprare le medicine di cui hanno bisogno. Tutti i farmaci di sconto risparmiare denaro, ma a volte le aziende offrono condizioni migliori rispetto ad altri. Circa il venti per cento degli uomini di età compresa tra 40 e 70 non erano in grado di ottenere l'erezione durante il sesso. Ma non è una parte naturale dell'invecchiamento. Questioni come "Comprare kamagra oral jelly 100mg" o "Kamagra Oral Jelly" sono molto popolari per l'anno scorso. Quasi ogni adulto conosce "kamagra 100mg". Le questioni, come "Comprare kamagra 100mg", si riferiscono a tipi diversi di problemi di salute. In genere, avendo disordine ottenere un'erezione può essere difficile. Prima di prendere il Kamagra, informi il medico se si hanno problemi di sanguinamento. Ci auguriamo che le informazioni qui risponde ad alcune delle vostre domande, ma si prega di contattare il medico se si vuole sapere di più. personale professionale sono esperti, e non saranno scioccati da tutto ciò che dici.

Segue da I e II ATTO.”Una Casa Disegnata” e “Figli di una Bandiera”

ATTO III

“..ALZATI E CAMMINA”

*****

Il militare, in questo processo professionalizzante, sempre più dovrà acquisire specificità proprie, tralasciando tutto quel contorno che l’esperienza ci ha insegnato non gli appartiene.

Laddove abbiamo voluto improvvisarci albergatori, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Si potrebbero citare tanti esempi oltre agli alloggi che non trovano una spiegazione razionale, vedi “Casse – Ufficiali e Sottufficiali” da tempo in sofferenza, “Gestione dei soggiorni e strutture di promozione umana sociale”.

In un momento in cui la maggior parte delle attività vengono esternalizzate, cioè cedute alle ditte, non si capisce perché la F.A. aspirerebbe a mantenere il ruolo di albergatore?

Come mai si cede lentamente la manutenzione dei nostri aerei e strutture ad alto valore tecnologico e come contro si vorrebbe continuare a gestire il patrimonio abitativo?

Sono convinto che è lì che dobbiamo ritrovare la nostra essenza, la nostra autosufficienza operativa. Teniamo presente che dietro l’attività di “AMMINISTRATORE” vi è un enorme lavoro burocratico, per non parlare delle implicazioni disciplinari che si creano all’interno dei villaggi tra “CONDOMINI”.

Se poi saranno per metà privati e metà demaniali non oso immaginare le complicazioni nascenti!  Perché farsi carico di queste beghe?

E’ evidente che ogni “personaggio” ha contribuito a portare avanti solo ed esclusivamente la propria bandiera. Con quale situazione ? Personale senza titolo, ALLOGGI degradati sfitti, tanti alloggi ad incarico, gestione sofferente a causa dei costi di manutenzione.

Stavo dimenticando un personaggio del romanzo, il personaggio misterioso, il “RAPPRESENTANTE” di cui ultimamente ha preso la parola. Dopo il silenzio cronico di questi anni, i pochissimi passaggi da protagonista lo vedono contraddirsi, prima favorevole e poi contrario alla “cartolarizzazione”.

Anche Lui si è comprato una bandiera, quella dell’Indennità di Alloggio per tutti. Da un punto di vista consequenziale non fa una grinza, si potrebbe riassumere così, visto che l’alloggio è un benefit a carattere sociale, tenuto conto che siamo tutti bisognosi, considerato che la situazione con la rotazione non si risolve, diamo a tutti una Indennità di Alloggio. Messa così potrebbe pure andare, se non fosse per il fatto che non si capisce chi dovrebbe “cacciare i soldi” per questa indennità?

 endiamo le case e fin quando ci sono soldi mangiamo e beviamo e poi si vedrà? Oppure riconvertiamo tutti gli ASI in AST, l’ aumentato affitto lo suddividiamo tra chi sta fuori? E tutti quei discorsi di mobilità, esigenza di rotazione dove sono finiti? Sarà una Indennità gerarchizzata, in base all’Incarico, al reddito, alla città, forfetaria, una tantum o uguale per tutti? Tanto vale chiedere una Indennità militare che inglobi ogni cosa, resta solo un problema, chi, come e quando pagherà.

Dopo una analisi così al “vetriolo”, che non risparmia niente e nessuno, sarebbe poco onesto chiudere il ragionamento senza uno straccio di proposta. Per evitare tale giudizio, eccomi “ora e qui” pronto a dire la mia.

Innanzi tutto tocca fare una distinzione tra il “Carattere Sociale” da quello realmente ed inequivocabilmente operativo. Su questo aspetto si è giocato molto. Sommare le due situazioni crea parte dell’ingorgo.

Per fare un esempio, di concretamente “operativo” e NON, prendo a prestito due figure lavorative della vita quotidiana, un addetto alla conduzione di caldaie o impianto idraulico ed un Responsabile dei Servizi Tecnici Logistici. Ammesso che ad uno solo dei due dobbiamo dare l’alloggio per la sua disponibilità immediata, sono convinto che aspetti più sensatamente al primo. Non mi risulta che quando s’intasa il bagno chiamiamo l’ingegnere, l’architetto o il geometra, per fare una valutazione sul da farsi, chiamiamo direttamente “l’idraulico PRONTO INTERVENTO”.

Vale il medesimo discorso per il pronto soccorso. Con questo non voglio dire che al Responsabile non spetti l’alloggio, potrebbe essere dato come benefit per le responsabilità amministrative e penali ma non di certo per l’operatività e disponibilità immediata. Sono convinto che il terreno “dell’operatività” soffre del principio del piano inclinato, ovvero quello che, una volta intrapreso, c’è il rischio di prendere un’eccessiva accelerazione difficilmente controllabile. Questo aspetto si coglie soprattutto nelle richieste separate di Comparto Difesa e Sicurezza, laddove volendo trovare una peculiarità nella peculiarità, qualcuno evidenzia di avere la “pistola” e qualcun altro risponde di avere il mitra, si aggiunge un altro con il bazzuca, segue il carro armato e l’ultimo il caccia bombardiere subsonico.

Se siamo d’accordo nella ridefinizione e distinzione netta tra carattere sociale ed operatività il passo successivo è quello di far sedere ad un unico tavolo tutti i personaggi, compreso chi personaggio non è e lo deve diventare.

Prima ancora che ogni “personaggio” si esprima, con il rischio di sentire i soliti ritornelli, tocca dare la parola agli oltre 20mila colleghi che guardano silenti lo spettacolo da anni. Tocca dire loro di uscire dallo stato di “trance” e fare un Comitato “DIRITTOCASA” che argomenta in prima persona le proprie idee. Il problema dei “20mila aspiranti” va visto sotto l’ottica di una soluzione complessiva e non settoriale che potrebbe accontentare solo quella piccola parte “fortunata” che entrerebbe al posto dei “sine titulo”. Perché se così fosse, tanto vale portare ognuno la propria bandiera.

Sono convinto che il nascente comitato “DIRITTOCASA” andrebbe ad occupare il vuoto lasciato da ogni “personaggio” che parla sempre e comunque in via parziale.  Mi verrebbe da utilizzare un famoso adagio, …DIRITTOCASA alzati e cammina..”

A mio avviso occorre mettersi ad un tavolo nella “posizione originariasotto un “velo di ignoranza”. Si tratta di una “posizione” in cui ogni “personaggio” non ha idea di quale parte andrà ad interpretare nel teatro, prima si è uomini e poi “personaggi”. Prima bisogna mettersi d’accordo sulle regole ed i principi per trovare le soluzioni. Non sapendo ognuno quale parte gli toccherà fare nel “teatro della vita”, se lo sfrattato o la sfrattatore, il “sine titulo” o “chi è in attesa”, in questo modo si cercherà unitamente di “massimizzare” il bene e “minimizzare” il danno complessivo e individuale. Tenendo ben presente che il teatro stesso non si trova fuori dal mondo, su un’isola e dentro un castello, ma, in un contesto sociale, in cui il “carattere sociale” è l’assunto di esistenza. Una soluzione equa che accontenti i “personaggi” è una soluzione che accontenta principalmente la società civile, poiché non deve farsi carico di teatri e prose, peraltro ben sapendo che tutti sono scontenti.

Una volta definita quella reale ed incomprimibile “necessità operativa”, immagino intorno al 5% di tutto il patrimonio abitativo, il restante parco alloggi va venduto in blocco e quanto prima. Altrettanta percentuale, in qualità di benefit, potrebbe essere riservata a “Figure” con dirette responsabilità penali ed amministrative.

Questa piccola fetta riservata per lo “status operativo” e di “Responsabilità” non è detto che deve corrispondere in Alloggi, ma potrebbe essere un “FONDO LIQUIDO” da gestire all’occorrenza secondo le esigenze, pagando l’affitto ogni volta che si presenterà la necessità. Un Direttore di Banca non vive in un Alloggio di Servizio, ma, in un appartamento pagato dalla Banca. Non dimentichiamo che, durante la “guerra del Golfo” alcuni nostri colleghi alloggiavano presso gli hotel.

Il passo successivo sarebbe quello di far rientrare il cattivo, lo “SPECULATORE”. Può sembrare una cosa strana, il cattivo in ogni storia lo si elimina, fa una brutta fine, perché recuperarlo? Innanzitutto, le storie senza cattivi non hanno senso. A parte una questione di sceneggiatura, mi preme recuperare la parte per cui potrebbe essere utile, ovvero di una forte ed immediata disponibilità economica per fare una ingente operazione di dismissione e costruzione contemporaneamente. Allo stesso tempo, conoscendo le sue “vocazioni” affiderei il controllo, sui limiti della sua bramosia, da parte di entrambi i comitati, CASADIRITTO e DIRITTOCASA.

A questo punto i “sei personaggi in cerca d’autore” unitamente a “DIRITTOCASA” dovrebbero avere quella maturità, una volta seduti al tavolo tecnico, di fidarsi e controllarsi gli uni sugli altri per la riuscita del progetto comunemente ideato.

Una idea di vendita sarebbe quella in forma di una “GRANDE COOPERATIVA”, aspiranti alla casa e “sine titulo” sono parte integrante di una unica proprietà INDIVISA, con una piccola differenza, i primi mantengono il diritto alla prelazione ed hanno la casa subito, i restanti sono in attesa della costruzione. In questo modo se le case non saranno comprate o costruite avranno sempre una quota parte in quelle esistenti.

Questo abbraccio legherebbe entrambi i COMITATI a far le cose veloce ed in comune, facendo bene attenzione al “valore di mercato” del venduto e del futuro acquisto o costruzione. Ho inserito la parola acquisto e non solo nuova costruzione, in quanto potrebbe verificarsi la situazione, in cui, l’acquisto di uno stabile da ristrutturare sia più conveniente e veloce della nuova realizzazione.

E la politica cosa deve fare, prende parte alla storia?

Certamente, limitatamente all’inizio e alla fine, guardando il tutto dall’alto! L’inizio è un DDL per vendere tutto, la fine è la verifica dei risultati, dall’alto è il controllo costante sui personaggi.

In questa idea, il PROPRIETARIO, il politico, deve avere coraggio e prendere una decisione, allontanando le voci di sirene e bandiere. Deve preoccuparsi di garantire il “CARATTERE SOCIALE” e l’OPERATIVITA’ senza confusione. Altresì deve buttare un occhio per la correttezza degli atteggiamenti di tutti i comportamenti degli attori partecipanti.

Non ho idea se si troverà l’Autore che porterà a compimento la storia, spero solo non essermi attirato troppe antipatie tali da cambiare il titolo di questo scritto in “SEI PERSONAGGI ACCOPPANO UN ASPIRANTE AUTORE”.

THE END

FERDINANDO CHINE’

John Rawls - “Una Teoria della Giustizia” Milano, Feltrinelli 1999. Nella “Posizione Originaria” sotto il “Velo di ignoranza”, ogni persona, seduta al tavolo per scrivere le regole di convivenza, non sa di essere Uomo o Donna,  Ricco o Povero, Bianco o Nero, Protestante o Mussulmano, in salute o handicappato, sa solo che una volta alzati dal tavolo qualunque parte potrà cadergli sulla spalle. Da ciò ne deriva il tentativo comune di “massimizzare i benefici e minimizzare il danno”, il MAXIMIN.

 
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