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La protezione contro i Raggi Ionizzanti. PDF Stampa E-mail

Paolo Scampa

Membro permanente dell'AIPRI

Associazione Internazionale per la Protezione contro i Raggi Ionizzanti

 

Le necroparticelle radioattive.

 

La lenta ed eterna letalità delle nanoparticelle[1] radioattive disseminate nell'aria mondiale a miliardi di miliardi  di miliardi a seguito delle esplosioni degli ordigni all'uranio "impoverito" è un fatto planetario tanto drammatico quanto inconfutabile. Vediamone il perché iniziando dai numeri.

 

A:  Per ottenere  1 Curie,  ossia 37.000.000.000  di disintegrazioni atomiche  al secondo o Becquerel, servono 3 tonnellate di U238. (Nell'ultima guerra del golfo sono state impiegate 3000 tonnellate di questo “uranio non del tutto impoverito”e già gli analisti del Pentagono[2] ritengono che le perdite per tumore si aggireranno attorno al 40-50% dei soldati. Inutile sottolineare che le popolazioni civili saranno parimenti affette durante millenni[3]. Ma a chi importa se di là metà degli irakeni creperanno, a chi importa se di qua nostri figli creperanno a metà[4]? Respirare aria denuclearizzata non  fa parte dei nostri decantati diritti dell'uomo. Noi siamo i democratici kamikaze atomici. Del resto, perdio, è già troppo tardi, troppi fallout sono già avvenuti.)

 

B : 1 grammo di U238 = 12.332 Becquerel (disintegrazioni al secondo).

 

C: 1 milionesimo di grammo = 0,012332 Becquerel.

 

D: Le cellule viventi sono senza quella protezione ai tiri radioattivi alfa interni che la pelle ha rispetto ai tiri alfa esterni. Venuti dall’esterno del corpo questi tiri possono essere fermati dalla pelle, venuti tramite la respirazione o l'alimentazione dall’interno del corpo no. Le cellule non hanno pelle. Bloccata dentro il corpo in prossimità delle cellule se non dentro di esse una minuscola particella clandestina e insolubile di  un grammo diviso per 1.000.000 (un grammo  diviso per un milione) "regala" in un anno una irradiazione interna alfa di TRE CENTO OTTANTA MILA Becquerel. Per capire la radioattività interna bisogna contare i secondi che passano, e non  unicamente considerare l'intensità al secondo di una radiazione. Prendere la radiazione di un solo secondo come misura di pericolosità ridicolizza la letalità delle nano-particelle, la nasconde al pubblico. "Ma che può una particella che emette 0,01 Bq ! Siamo seri !"  

Ma è tuttavia proprio in questo silenzio sui milioni di secondi che abitano un anno che risiede la disinformazione, il negazionismo assassino, l'abissale ignoranza kamikaze  dei nostri dirigenti che portano la morte atomica a loro stessi, ai loro  propri soldati, ai loro propri figli, alle loro proprie popolazioni, all'intera umanità e al futuro.  E nello scorrere del tempo che si cela in effetti l'atomica letale verità[5].          E semplice da capire. Il pericolo risiede nel carattere cronico, ossessivo, interno del bombardamento ionizzante confinato ad una minuscola zona cellulare in cui ristagna una insolubile particella. E da lì che sgorga il cancro. Ad una ionizzazione cronica nessun tessuto resiste, nessuna  cellula trova una restauratrice risposta biologica ad un simile ravvicinato e ripetuto laceramento. Le sue uniche suicide vie di fuga sono necrosi e patogene mutazioni genetiche[6]  i cui visibili effetti macroscopici, il cancro, verranno troppo tardi percepiti anni dopo.

E semplice da capire e facile da respirare. Le sottili polveri radioattive sono  contaminanti semi di tumore che abbisognano di tempo per crescere dentro gli organismi. E crescono e cresceranno mostruosamente.  E semplice da capire. Non è la folgorante morte atomica di Hiroshima è la lunga agonia radioattiva.  Non è l’istantanea morte da esplosione è la subdola morte da contaminazione. Inspirare e poi più tardi dolorosamente espirare. Accanto ad altri[7], gli atomici germogli di agonia alfa sono nell'aria.

Nota.

A: 60 secondi * 60 minuti * 24 ore * 365 giorni = 31.536.000 secondi all'anno.

B: 0,0123322892  (valore Bq di 1/1.000.000 grammo di U238 -DU-) * 31.536.000 = 388.911 Bq anno.

 

 


[1]  Caracteristics of particles and particle dispersoids, C.E Lapple, Stanford Research Institute Journal, Vol 5, p.95, Third Quarter, 1961 In D.R. Lide, CRC Handbook of Chemistry and physics, Taylor & Francis, CRC Press, USA, 2006.

 

[2] World affairs. The journal of international issues. Planet Earth As Weapon and Target, Leuren  Moret http://www.worldaffairsjournal.com/article1.htm

[3] L'uranio impoverito resterà in Iraq per generazioni, D. Rokke, ex responsabile del pentagono per il programma per l’uranio impoverito. http://www.indicius.it/usa_25.htm

Lung cancer epidemic from DU has  begun in US, Dr. James Howenstine, http://www.newswithviews.com/Howenstine/james43.htm

 

Depleted Uranium – US Lung Cancer Rates Soar, Karl W B Schwarz, http://www.rense.com

 

[4] "Did the use of Uranium weapons in Gulf War 2 result in contamination of Europe? Evidence from the measurements of the Atomic Weapons Establishment (AWE), Aldermaston, Berkshire, UK" - Chris Busby and Saoirse Morgan
http://www.llrc.org/aldermastrept.pdf

 

[5] URANIUM and  PLUTONIUM aren’t  chocolate, M.E. André. http://users.skynet.be/mauriceandre/

 

[6] Le bombardement du cytoplasme peut induire des mutations de l'ADN nucléaire, Charles Day. http://www.raraf.org/sites/larech.htm

 

 Les rayonnements, l‘Adn et la cellule, Clefs CEA, printemps 2000. In http://www.cea.fr/fr/Publications/clefs2.asp?id=43

 

The effects of nuclear weapons, S. Glasstone, J. Dolan, 1957. Vedere capitolo “Internal hazard”

http://www.princeton.edu/~globsec/publications/effects/effects12.pdf

 

[7] http://www.nanodiagnostics.it

 

 

Uranio impoverito ?

 

L'uranio impoverito esce da due diverse filiere: la filiera dell'arricchimento, ed in questo caso è uranio 238 "impoverito" in uranio 235 che non farà parte del carburante di una centrale atomica,  e la filiera del “ritrattamento” delle scorie del carburante atomico che contengono ancora molto U238 “riutilizzabile”. In questo secondo caso è uranio 238 "impoverito", meno costoso, ottenuto per separazione, tra l’altro, dei vari prodotti transuranici di attivazione in cui si è in parte trasformato, di cui il plutonio. Parte dell'uranio impoverito delle armi proviene dal "ritrattamento" delle scorie nucleari. E tuttavia “uranio meno impoverito”.

 

Alcuni dati ci permettono di capirne il perché. In una centrale nucleare, dopo un anno di funzionamento, circa lo 0,5 % dell'U238 è attivato in Pu239 (Plutonio 239). Dopo “separazione” delle scorie, rimane il 2% di questo 0,5% in mezzo all’uranio 238. La chimica nucleare non sa purificare meglio le scorie. Gli è impossibile togliere tutto il plutonio.

 

Supponiamo, sottostima passibile di una Norimberga II, che soltanto  il 20% dell’uranio impoverito impiegato nell'ultimo conflitto in Irak (3000 tonnellate) sia uscito dalla filiera di “ritrattamento”, dunque fatalmente inquinato con plutonio ed altro –U236, U235 ecc.- di cui si tacerà qui. Ergo 2% * 0,5% * 20% * 3000 tonnellate = 60 Kg di plutonio, 10 bombe atomiche. Almeno 50% di questi 60 kg sono stati "aerosolizzati" e sparpagliati nell'aria in nanoparticelle: 30 kg, 5 bombe atomiche.

 

Il plutonio 239 è 183656 volte più potente dell'U238. (E facile da calcolare. Si divide il peso specifico di 1 curie (Ci/gr) di 92 U 238 - 2993601,90964409 gr.- per quello del 94 Pu 239 -16,3001763737446 gr.-) 30 Kg * 183656 = 5509 tonnellate. Pertanto 30 kg di plutonio sono l'equivalente radiologico di 5509 tonnellate di U238.

 

Sapendo che una particella di 1 micrometro (1 millesimo di millimetro per un peso di circa 0,0000000000099172 gr.) di Pu239 immobilizzata nei tessuti libera localmente una lenta ma letale dose ionizzante di 1 135 920 REM in un anno quanta speranza hanno i soldati, le popolazione locali, quanta speranza abbiamo ?

 

 

Paolo Scampa

AIPRI. Associazione Internazionale per la Protezione contro i Raggi Ionizzanti.

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