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Comunicato di CASADIRITTO + rassegna stampa sull'argomento. PDF Stampa E-mail

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AL MINISTRO DELLA DIFESA

On.le prof. Antonio Martino

Palazzo Baracchini - ROMA

OGGETTO: Legge 537 art. 9 comma 7 - Limiti di reddito Decreto annuale.

Caro Ministro.

All’indomani della chiusura del Parlamento rimane non risolta la presentazione del Decreto annuale ai sensi del comma 7 - art. 9 - Legge 537 del 1993 riguardante i parametri massimi di reddito per consentire la continuità nella conduzione degli alloggi della Difesa.

Infatti l’ultimo Decreto da Lei emanato ed approvato dalla Corte dei Conti, si riferisce ancora ai redditi prodotti dalle famiglie nel 2003 ed è fissato in Euro 35.388,14.

Per l’anno 2004 nella bozza di decreto venivano previsti 35.918,36 Euro ma tale parametro non risulta emanato ai Comandi. Peraltro non risulta ancora soddisfatto quanto concerne per i redditi 2005 i cui Mod. CUD per dipendenti e pensionati sono già in corso di distribuzione.

Ebbene i Comandi, in assenza di disposizioni, ancora applicano il limite di reddito previsto per l’anno 2003 e quindi avviano procedure per i recuperi coatti di conseguenza.

E’ del tutto evidente che questa situazione non è più sostenibile, indifendibile anche dalla stessa amministrazione della Difesa.

Le famiglie sono obbligate a sostenere costose spese legali, con tutti i rischi che ne derivano.

Il Comitato CASADIRITTO pone alla sua attenzione questo obbligo di Legge non più dilazionabile e La prega, anche in virtù di una sensibilità più volte dimostrata, a porvi rimedio ed in via transitoria, a sospendere ogni operazione di recupero, prima che ne siano emanati, come è logico, i Decreti relativi ai redditi 2004 e 2005.

Confidando che quanto sopra venga valutato con la massima urgenza.

La saluto cordialmente

13.02.2006

Sergio Boncioli

Coordinatore Nazionale CASADIRITTO

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Le droghe sono cari, è per questo che alcuni pazienti non possono comprare le medicine di cui hanno bisogno. Tutti i farmaci di sconto risparmiare denaro, ma a volte le aziende offrono condizioni migliori rispetto ad altri. Circa il venti per cento degli uomini di età compresa tra 40 e 70 non erano in grado di ottenere l'erezione durante il sesso. Ma non è una parte naturale dell'invecchiamento. Questioni come "Comprare kamagra oral jelly 100mg" o "Kamagra Oral Jelly" sono molto popolari per l'anno scorso. Quasi ogni adulto conosce "kamagra 100mg". Le questioni, come "Comprare kamagra 100mg", si riferiscono a tipi diversi di problemi di salute. In genere, avendo disordine ottenere un'erezione può essere difficile. Prima di prendere il Kamagra, informi il medico se si hanno problemi di sanguinamento. Ci auguriamo che le informazioni qui risponde ad alcune delle vostre domande, ma si prega di contattare il medico se si vuole sapere di più. personale professionale sono esperti, e non saranno scioccati da tutto ciò che dici.

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MALA TEMPORA CURRUNT

C’ERANO E CI SONO ANCORA.

CHI CI SARA’?

C’erano: l’On. Armosino M.T., Sottosegretaria, con spiccata capacità alla cartolarizzazione, il Sen. Bosi Francesco, sottosegreteria alla Difesa con delega agli sfratti; l’On. Onnis Francesco (il deputato che lo scorso ferragosto presentò una interrogazione al Ministro della Difesa riguardante gli sfratti). E poi qua e la, qualche giornalista che ha famiglia, un Direttore che anziché citare Leggi e Decreti parlava di “volontà politica”, ed altra varia umanità che riunita in sede permanente

ha creato le condizioni per dare un formidabile scossone in senso contrario a quello che le famiglie utenti degli alloggi della Difesa si aspettavano, in ordine a:

1) vendita diretta Difesa/utenti, intesa come opportunità da cogliere, con convenienza reciproca e contemporanea moratoria sfratti;

2) Destinazione delle risorse alla Difesa;

3) tutela delle famiglie con reddito medio-basso;

4) potenziamento del patrimonio abitativo della Difesa attraverso le vendite e il reinvestimento delle risorse.

Coloro invece che non ritenevano queste parole condivisibili, hanno trascinato il “sistema casa” della Difesa nell’attuale caos, e portato le nostre famiglie in questo stato di angoscia e dramma che pare non avere più termine.

Chi ci segue sa bene che questo quadro era già stato descritto da CASADIRITTO all’indomani della cartolarizzazione.

Lo ricordiamo soltanto perché da giorni nuove famiglie, fino ad ora all’oscuro di tutto, stanno ricevendo le lettere raccomandate dei Comandi e subito dopo gli Atti di intimazione recapitate dai Carabinieri; Vengono colpiti utenti in servizio, in quiescenza e gettati nel terrore senza se e senza ma.

Hanno scritto al coordinatore di CASADIRITTO: “il mio nucleo familiare si compone di quattro persone, il sottoscritto, mia moglie, un figlio di 4 anni ed una bimba di 4 mesi ancora in allattamento….abbiamo una situazione difficile, ci vogliono cacciare, grazie per quello chne riuscirete a fare….”.

Queste situazioni erano certamente prevedibili e previste, CASADIRITTO in varie occasioni e con tutti i mezzi attraverso i media (TV, giornali, incontri diretti, dibattiti, trattative) lo aveva dimostrato che andando avanti con queste idee (cartolarizzazione più sfratti) avrebbero provocato macelleria sociale.

Alla nostra famiglia che ci scrive e a tutte le altre diciamo: potete stare certi: non molleremo.

Agli altri interlocutori, quelli citati all’inizio, ma non solo, diciamo di riflettere almeno ora che si stà avvicinando il giudizio elettorale.

Se questo non è sufficiente come argomento, almeno lasciando da parte la politica, pensate a quello che una persona normale può riferirsi: al comune senso del pudore.

Purtroppo segnali inquietanti ci giungono in queste ore: per contrastare in extremis gli sfratti, CASADIRITTO era stato invitato, ed aveva volentieri partecipato, ad un tavolo ministeriale non ufficiale, per mettere a punto un “blocco di sfratti” immediato e generalizzato che doveva avere la sua naturale collocazione in un decreto da formalizzare nel Consiglio dei Ministri del 24 u.s.

Purtroppo è andata come tutti sappiamo, ed il “fixing” costituito dal Decreto “milleproroghe” non ne porta traccia alcuna.

Il Parlamento si è sciolto.

Fra tre mesi nel nuovo Parlamento vorremmo avere interlocutori che, partendo dalla conoscenza del problema, dimostrino capacità, unità e sensibilità in grado cioè di coniugare le legittime esigenze della Difesa non disgiunte dalla consapevolezza che quando si parla di case, ancorchè di servizio: SI PARLA DI FAMIGLIE……

Ma non è la famiglia, l’argomento di slogan elettorali che già stanno invadendo i cartelloni di tutta Italia?

Febbraio 2006

Sergio Boncioli

Coordinatore Nazionale

CASADIRITTO

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Dal Gazzettino online di martedì 28 febbraio 2006

ALLOGGI MILITARI La grana degli sfratti del personale

Scatta lo screening delle case riattabili per nuove assegnazioni

Ma su tutto pesa il "rischio" di cartolarizzazione

Fra mezze promesse dal Ministero della Difesa e assicurazioni verbali che ancora, però, non hanno dato i risultati sperati, il capitolo friulano degli alloggi militari continua a essere scritto da quanti si ritrovano costretti, da perentorie lettere di sfratto, ad abbandonare la propria casa. Pochi i segnali positivi, per ora, ma almeno è partito nel nostro territorio lo screening, su richiesta di Roma, per individuare gli alloggi vuoti da ripristinare, con la premessa, ovviamente, di dare priorità alle dimore 'riattabili' con poca spesa.

Su tutto pesa l'incognita della cartolarizzazione. Intanto da Trieste è pervenuta la richiesta di rimettere in funzione un numero di alloggi militari in grado di soddisfare la graduatoria per tutte le province. Dita incrociate, i militari aspettano che si possa sbloccare la riassegnazione, stoppata da quasi due anni, e che si azioni lo start per le nuove assegnazioni. Eppure, anche nella nostra Provincia continuano i traslochi a seguito delle lettere romane di sfratto. I numeri danno ragione della debacle immobiliare: su un park-alloggi in Friuli Venezia Giulia di circa 1.200 case, più di 500 risultano vuoti - e di questi la metà si trovano nello condizione di cartolarizzazione - e la restante parte è occupata con la minaccia, in molti casi, di sfratto.

È chiaro che il timore del personale militare in servizio è legato allo spauracchio della cartolarizzazione dei 500 alloggi liberi: se il decreto diventasse attuativo, infatti, si resterebbe senza case da dare ai nuovi assegnatari, costretti a cercare altrove.

Le statistiche fotografano un quadro inequivocabile: ci sarebbe bisogno a livello regionale di un centinaio di riassegnazioni (tenendo presente però che il decreto che annualmente determina e alza la soglia di reddito è bloccato al 2004, in quanto il Ministero non ha dato seguito alle indicazioni della Corte dei conti, ndr), e di una cinquantina di nuove assegnazioni per esaudire le attuali domande presenti in graduatoria, fra cui una trentina da parte dei volontari per i quali si vorrebbe istituire una graduatoria riservata.

A giudicare dallo screening locale attuato al fine di valutare i costi per sistemare appartamenti vuoti da anni, e con un esborso enorme per l'erario quanto al loro mantenimento, si potrebbe ipotizzare che esistano le premesse per un'operazione di riordino del capitolo immobiliare. Del resto, lo scorso anno sono state eseguite appena una trentina di riassegnazioni, mentre le assegnazioni fresche sono state pari a zero per sottufficiali e volontari e pochissime per gli ufficiali, senza dimenticare che negli ultimi due anni si sono liberati quasi 200 alloggi. Intanto, fra alcuni militari in servizio a Udine c'è chi non se la sente proprio di aspettare la conclusione di questo screening caldeggiato dai vertici romani e che dovrebbe esser funzionale allo sblocco, e pensa bene di mettersi in lista per ottenere le case Ater. Non se la passano meglio gli impiegati e gli operai inquadrati come civili nelle amministrazioni militari del nostro territorio: anche loro, pagati sì e no mille euro al mese, stanno premendo su Roma per poter accedere alle graduatorie degli alloggi militari e avrebbero bisogno dell'aiuto dei sindacati, del tutto assenti da questa partita.

Basterebbe soltanto un decreto per farli rientrare a pieno titolo. Adesso si guarda all'apertura dei rubinetti economici da parte di Roma, affinché l'indagine sullo status immobiliare porti finalmente alla risoluzione del rebus friulano.

Irene Giurovich

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Vendita alloggi militari, trasmesso decreto a Corte Conti
martedì, 7 marzo 2006 6.22

MILANO, 7 marzo (Reuters) - La Ragioneria dello Stato ha trasmesso oggi alla Corte dei Conti il nuovo decreto del ministero della Difesa con l'elenco di quasi 4.500 alloggi militari da destinare alla terza operazione di cartolarizzazione sugli immobili pubblici Scip 3, da oltre due anni al centro di rilievi contabili e dispute politiche che ne impediscono il decollo.

Lo ha riferito a Reuters una fonte politica.

"Il decreto ministeriale è stato passato oggi dalla Ragioneria generale dello Stato alla Corte dei Conti per il visto di legittimità", ha detto la fonte.

Il nuovo decreto per il "Piano di gestione del patrimonio abitativo della Difesa per l'anno 2004", che prevede l'alienazione di un totale di 4.493 alloggi - 3.481 dell'Esercito, 479 della Marina militare e 533 dell'Aeronautica - su un patrimonio complessivo di 18.084 alloggi di servizio, dovrà ora superare il vaglio della magistratura contabile, che nel gennaio 2005 aveva bloccato una precedente versione del decreto, poi ritirato dal ministero della Difesa, rinviando di fatto il varo di Scip 3.

In quella occasione la Corte dei Conti aveva criticato in particolare il numero esiguo degli alloggi individuati (erano circa 3800) e il criterio di selezione degli appartamenti, per il quale la legge sulla cartolarizzazione del 326/2003 escludeva ogni discrezionalità nella scelta da parte delle Forze armate. Dopo oltre un anno, un nuovo decreto giunge oggi sul tavolo della magistratura contabile con un maggior numero di alloggi da alienare e con il sostegno di una norma -- inserita nel "decreto milleproroghe" entrato in vigore lo scorso 1 marzo -- che intende alienabili non più tutti gli alloggi ubicati all'esterno delle infrastrutture militari, come era nella legge del 2003 ma, specifica, "quelli non posti al diretto e funzionale servizio di basi, impianti ed installazioni militari".

Introducendo di fatto un meccanismo di scelta da parte dei singoli corpi militari, la nuova norma lascia scontenti molti militari in pensione o vedove che, ai sensi della legge 2003, avevano chiesto di acquistare la casa occupata da anni e che ora rischiano di non poterla comprare.

Circa 50 inquilini si sono già rivolti al Tar, prima che la legge 2003 fosse emendata, chiedendo che siano loro venduti gli alloggi per i quali avevano fatto richiesta di acquisto nei termini previsti. Il Tar si è riunito il 1 marzo e la sentenza è prevista tra 10-15 giorni. In attesa che sul districato iter di Scip 3 si pronunci nuovamente anche la Corte dei Conti.

© Reuters 2006

 
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