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La Camera dei Deputati approva il ddl sul Riordino delle Carriere per il personale delle Forze di Polizia e delle Forze Armate. Il testo passa all'esame del Senato. PDF Stampa E-mail

Al termine di un durissimo dibattito alla Camera, la maggioranza di Governo ha approvato la delega per il Riordino delle Carriere, contraria tutta l'opposizione.

Non sono mancate le offese: l'on. Ramponi ha definito incompetenti tutti i parlamentari di opposizione e di maggioranza; mentre l'on. Cirielli ha definito "venduto e imbecille qualche appartenente alle Forze dell'ordine che, contestando il d.d.l. in discussione, si sarebbe prestato ad agevolare un'opposizione strumentale per fini elettorali".

Il bue dice cornuto all'asino!!!

********************************************************** clicca quì per visualizzare la 1^ parte della discussione relativa all'approvazione degli emendamenti ********************************************************** clicca quì per visualizzare gli emendamenti al ddl 3437 **********************************************************

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La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15.

Si riprende la discussione del testo unificato delle proposte di legge 3437 ed abbinate.

(Dichiarazioni di voto - A.C. 3437 ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazione di voto sul complesso del provvedimento.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tucci. Ne ha facoltà.

MICHELE TUCCI. Signor Presidente, noi dell'UDC siamo consapevoli dell'importanza di questo provvedimento che, a nostro giudizio, tende a sanare le differenze che angustiano i rapporti tra i diversi appartenenti alle Forze dell'ordine e alle Forze di polizia.
Nel corso delle precedenti legislature si è provveduto a disciplinare più volte i ruoli, il reclutamento, lo stato e l'avanzamento del personale non direttivo e non dirigente delle Forze armate, della Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri. Alle volte, però, capita che i provvedimenti vengano adottati magari per soddisfare esigenze particolari senza tener conto della necessità di conferire organicità a tutto il sistema che regola la posizione giuridica e di progressione di carriera degli appartenenti alle Forze armate. Per questo l'esigenza di un riordino si pone ed è necessaria perché, per alcune categorie del personale delle Forze armate, si raggiunge, ad esempio, il vertice della carriera entro 15 anni, mentre altri permangano nel grado per vent'anni, verificandosi quindi delle ingiuste sperequazioni.
Il riordino delle carriere afferisce sia allo stato organico di tutto il complesso delle Forze dell'ordine e, dunque, va visto in maniera assolutamente unitaria ed omogenea in una visione organica di cui l'UDC ne condivide l'esigenza.
In questi anni, si sono svilite, complici interventi parziali e non generali, le motivazioni, le attività e le funzioni del grado apicale, per cui è necessario costruire un nuovo modello di carriera, più vicino allo standard europeo, prevedendo che nei ruoli direttivi, fino ad un determinato livello, si possano collocare anche coloro che per una decina di anni hanno fatto diretta esperienza sul campo.
Noi siamo convinti che la professionalità acquisita in tanti anni di carriera rappresenta un patrimonio insostituibile che deve essere posto al servizio di coloro che della carriera dirigenziale hanno fatto una scelta di vita. Questa rappresenta, a nostro modo di vedere, una delle peculiarità della proposta di legge in esame: prevedere che il ruolo direttivo normale, quello dell'accademia per intenderci, sia affiancato per un certo tempo dal ruolo diretto anziano, quello cioè dei sottoufficiali, con lo scopo evidente di consentire al personale del primo di poter attingere all'esperienza maturata sul campo per anni dai colleghi anziani, per un più completo sviluppo delle basi necessarie allo svolgimento di una corretta e proficua carriera dirigenziale.
È fondamentale, quindi, che vi sia una progressione di carriera nel corso della vita professionale, che dia stimoli anche dopo decenni di servizio ed eviti l'appiattimento ingenerato dalla situazione attuale. Si tratta quindi di proseguire sulla strada del totale equo riordino all'interno del comparto sicurezza e difesa, onde evitare che iniziative legislative non ispirate a tale criterio possano determinare nuovi disallineamenti e, conseguentemente, l'avvio di ulteriori contenziosi amministrativi.
La legge di delega è un punto di partenza per poter migliorare in seguito il provvedimento, ma è indispensabile partire se si vuole raggiungere il traguardo. Nella delega sono contenuti i principi cardine ai quali fare riferimento ai fini della predisposizione dei decreti. Noi ci riteniamo soddisfatti che, prima della conclusione di questa legislatura, si pervenga ad adottare questo provvedimento, ed io credo che, come noi, lo sia anche la stragrande maggioranza degli appartenenti alle Forze dell'ordine, al di là delle strumentalizzazioni ossessive che talune forze politiche e sindacali oggi fanno. Per questo noi del gruppo dell'UDC voteremo questo provvedimento e lo voteremo con convinzione (Applausi dei deputati del gruppo dell'UDC Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro (CCD-CDU)).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Bressa. Ne ha facoltà.

GIANCLAUDIO BRESSA. Grazie Presidente, onorevoli colleghi, questo è un provvedimento che in qualche modo è emblematico dell'atteggiamento che voi avete avuto nei confronti del comparto sicurezza in questi cinque anni: tante chiacchiere, nessun fatto. È particolarmente significativo che voi arriviate, per la prima volta in Assemblea, con un provvedimento che viene così definito dalle organizzazioni sindacali: un riordino fasullo da annullare; il riordino delle carriere è un insulto; bisogna bloccare il riordino truffa.
Collega Tucci, non si tratta di strumentalizzazioni ossessive, ma si tratta esattamente del pensiero di centinaia di migliaia di operatori della sicurezza, che si sono visti per troppo tempo prendere in giro dalle vostre parole. Nel corso di questi anni molte erano le cose che si potevano fare, nessuna di queste è stata fatta. Bisognava procedere con ordine, con metodo, ma, soprattutto, con un disegno strategico. Un disegno strategico che voi non avete avuto, e non avete avuto neanche la capacità di organizzare i vostri lavori parlamentari per consentirvi di calendarizzare nei momenti opportuni i provvedimenti necessari per soddisfare le richieste del comparto sicurezza.
Nasceva pressante, forte, la richiesta, da parte soprattutto dei COCER, di avere una nuova normativa sulla rappresentanza militare per consentire finalmente anche ai COCER di sedere alle trattative avendo la personalità giuridica e la capacità di rappresentare gli interessi dei militari delle Forze armate e delle polizie ad ordinamento militare della nostra Repubblica. Non solo non avete fatto nulla in questo senso, ma li avete anche annichiliti. Avete fatto sì che i rappresentanti dei COCER fossero sempre più emarginati dalle discussioni vere che in questo Parlamento si sarebbero dovute svolgere.
Avevate la possibilità di mettere mano alla separazione dei comparti. Separazione richiesta a gran voce non solo dagli operatori della sicurezza ma anche dal vostro ministro dell'interno, onorevole Pisanu, che, in occasione di un rinnovo contrattuale, di fronte a richieste pressanti, rispondeva alle organizzazioni sindacali interessate dicendo: certo, questo è un punto indispensabile, se vogliamo progredire con serietà, con ordine e con razionalità in questo campo. Ma voi, comunque, non siete stati capaci di farlo o non avete voluto farlo.
Potevate mettere ordine ai sistemi e alla normativa relativa alla contrattualizzazione attribuendo alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed al Ministero della funzione pubblica un ruolo chiave nella trattativa con i rappresentanti delle Forze di polizia e delle Forze armate, consentendo, inoltre, alla Presidenza del Consiglio dei ministri di assurgere a punto di riferimento per l'interpretazione e l'applicazione dei contratti. Ma voi, anche in questo caso, non l'avete fatto.
Potevate anche mettere mano al riordino delle carriere. Ricordo, a tale riguardo, che uno degli ultimi atti compiuti dal Governo Amato fu di predisporre una delega che vi apriva la strada in questa direzione. Ma voi non lo avete fatto perché non avete voluto «mettere i soldi»! Nel frattempo, avete adottato una serie di cosiddetti provvedimenti tampone che, anziché riordinare, hanno peggiorato la situazione creando ulteriori disallineamenti e disparità.
Oggi, a pochi giorni dalla fine della legislatura, avanzate la pretesa che il provvedimento al nostro esame possa rappresentare una risposta ai problemi del comparto sicurezza. Se questa è la vostra risposta, gli operatori di quel comparto sapranno giudicarvi. E vi posso garantire che il giudizio nei vostri confronti non sarà né tenero né bonario!

CESARE RIZZI. L'abbiamo già sentita quella frase lì!

GIANCLAUDIO BRESSA. Rizzi, hai poco da dire sul fatto che l'avete già sentita quella frase. Voi ve ne accorgerete fra qualche settimana: non solo vedrete ma sentirete anche (Commenti del deputato Strano)! Voi avete decisamente perso il contatto con una parte importante della società che cinque anni fa - lo dico con estrema franchezza - aveva creduto nelle cose che avevate raccontato. Ma proprio perché nel corso di questi anni avete raccontato delle cose e non avete mantenuto nessuna promessa, sarete giudicati per quello che avete fatto: per la pochezza delle cose che avete fatto e per l'irrazionalità delle cose che vi apprestate a fare.
Avete avuto il coraggio di dire: ecco la risposta che vi aspettavate; ma, quello in esame, è un provvedimento che viene misconosciuto da tutti! L'ho già detto questa mattina, e lo ripeto ancora una volta in sede di dichiarazione di voto finale: non più di dieci giorni fa, presso il Dipartimento della funzione pubblica, la totalità delle rappresentanze, escluse due sigle sindacali, sia militari sia delle polizie ad ordinamento civile, hanno abbandonato il tavolo delle trattative per protesta ed hanno chiesto un incontro al Governo per chiedere che si bloccasse l'esame del provvedimento. Se voi pensate di venire incontro alle richieste formulate dalle rappresentanze del comparto sicurezza approvando, o meglio, facendo finta di approvare, perché siamo nel corso dell'esame in prima lettura, un provvedimento che è ostacolato, condannato e non voluto dalla stragrande maggioranza degli operatori del settore, allora noi vi diciamo: auguri! Questa è la capacità di risposta che voi avete in ordine ai problemi del comparto sicurezza? Una capacità, a nostro avviso, priva assolutamente di efficacia. Una capacità di grande e totale irrazionalità! E voi pagherete questa vostra incapacità di governo, soprattutto, per aver fatto promesse che non siete stati in grado di mantenere.
Nei giorni scorsi ho ricevuto una e-mail da un maresciallo della Guardia di finanza che mi illustrava, a titolo di esempio, come l'importo della sua busta paga fosse variato nel periodo marzo 2001 novembre 2005. A questo proposito, ricordo che il Presidente Berlusconi nel marzo del 2001 aveva promesso agli appartenenti alle Forze dell'ordine, proprio mentre stava per essere siglato dal Governo di centrosinistra l'ultimo contratto con i rappresentanti di quelle categorie di soggetti, un milione di vecchie lire in più in busta paga.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARIO CLEMENTE MASTELLA (ore 16,19)

GIANCLAUDIO BRESSA. Ebbene, questo maresciallo mi faceva notare come, dopo quattro anni, si ritrova nella propria busta paga poco più di 100 euro in più rispetto alla busta paga percepita nel marzo del 2001. Non solo, ma va anche detto che una parte di questo aumento è stato possibile grazie alle risorse stanziate in precedenza dai Governi del centrosinistra. Lascio a lei il messaggio - lo dica in aula - e rivolgo al Presidente Berlusconi la seguente domanda: dove sono le altre 800 mila lire che aveva promesso e che non ha dato?
Avete avuto la dabbenaggine di fare promesse che sapevate di non poter rispettare, ma avete anche dimostrato l'incapacità di affrontare i problemi veri che il comparto sicurezza ha chiesto ripetutamente a questo Governo di affrontare e di risolvere, non senza dare in più di un'occasione prova di responsabilità. Ricordo che le organizzazioni sindacali hanno firmato l'ultimo vostro contratto - che prevede aumenti di poco superiori, anzi, inferiori all'incremento del costo della vita -, nella speranza che le cose che dicevate potessero avere qualche senso, cioè che metteste a disposizione del Parlamento la possibilità di muoversi per un riordino che fosse davvero tale e che non si riducesse soltanto a propaganda elettorale. Non siete stati capaci di farlo! Avete tradito anche quest'aspettativa! Avete tradito anche quest'attesa!
Lasceremo che voi approviate il provvedimento in esame, che raccoglie consenso soltanto in questa Camera. Quando vi accorgerete che il consenso lo ricevete soltanto dentro questa Camera - e non c'è più nel paese - sarà, per voi, troppo tardi; per questo paese, invece, non sarà mai troppo tardi (Applausi dei deputati dei gruppi della Margherita, DL-L'Ulivo e dei Democratici di sinistra-L'Ulivo)!

FILIPPO ASCIERTO. Bressa, sei una delusione: mi aspettavo di più!

GIANCLAUDIO BRESSA. Tu sei una delusione continua!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nuvoli. Ne ha facoltà.

GIAMPAOLO NUVOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento al nostro esame ha l'ambizioso scopo di disciplinare in maniera organica i ruoli e le carriere delle Forze armate e delle Forze di polizia, al fine di risolvere l'annoso problema dei frequenti disallineamenti fra i trattamenti economici e normativi delle diverse categorie di personale. Tuttavia, gli strumenti finanziari e normativi che vengono messi in campo per perseguire tale finalità, che fanno il paio con i pesanti tagli contenuti nella finanziaria per il 2006 per le Forze dell'ordine e per le Forze armate, appaiono così carenti da rendere la realizzazione della finalità stessa del tutto velleitaria ed anche offensiva per le categorie interessate. Mi limiterò ad evidenziare, a titolo esemplificativo, le lacune più evidenti che il testo al nostro esame presenta.
In primo luogo, le risorse stanziate per far fronte alle misure previste dal provvedimento appaiono del tutto insufficienti; prova ne è il fatto che le sole risorse certe sulle quali il testo può contare sono quelle stanziate dalla legge finanziaria del 2004 per il riordino del solo personale non dirigente e non direttivo, che, in buona sostanza, vengono destinate alla totalità del personale: non direttivo, direttivo e dirigente. Ciò significa che le risorse effettivamente disponibili consentirebbero di migliorare il trattamento economico pro capite del personale soltanto di qualche euro al mese; lo ripeto: soltanto di qualche euro al mese! Vi chiedo, quindi, onorevoli colleghi: è questa la grande riforma promessa alle Forze armate e di polizia?
In secondo luogo, il provvedimento si fonda su una delega al Governo i cui principi e criteri direttivi appaiono del tutto generici. Non si tratta di un caso. Infatti, poiché non sono stati risolti i numerosi problemi riguardanti il rapporto tra i diversi ruoli e carriere, si è preferito rinviare furbescamente la loro soluzione al momento dell'emanazione degli schemi dei decreti legislativi. Ciò crea i presupposti per un potenziale conflitto tra le amministrazioni che si potrebbe manifestare all'atto della stesura degli schemi suddetti. Di tale conflitto abbiamo già avuto alcune avvisaglie eclatanti nel corso dell'esame del provvedimento, con la presentazione in Assemblea, da parte del Governo, di un emendamento, successivamente ritirato, sostanzialmente rivolto alla separazione dei comparti.
Inoltre, a causa della ristrettezza delle risorse finanziarie, il provvedimento prevede un principio di delega che impedisce il passaggio da ciascun ruolo a quello immediatamente superiore.
Ciò appare suscettibile di determinare gravi sperequazioni all'interno dei ruoli non direttivi e non dirigenziali in quanto, per effetto dell'accorpamento di tali ruoli che sarà disposto dal provvedimento in esame, coloro che già occupano la parte apicale dei ruoli stessi, in mancanza della possibilità di sbocco nel ruolo superiore, sarebbero inevitabilmente danneggiati.
Infine, buona parte della delega relativa al completamento del riordino dei ruoli del personale direttivo e dirigenziale è conferita al Governo sotto la condizione del reperimento delle necessarie risorse da parte della legge finanziaria. Ciò significa che, in mancanza del futuro stanziamento delle predette risorse, la maggior parte della delega rimarrebbe, paradossalmente, inattuata, in barba al personale interessato.
Avviandomi a conclusione, voglio rimarcare il carattere complessivamente iniquo della proposta di legge che denota, peraltro, inequivocabilmente anche la volontà del Governo e della maggioranza di prendere in giro le Forze armate e le Forze di polizia, con uno spot elettorale di fine legislatura. Trovo inaccettabile che lo stanziamento di fondi previsto sia ridicolo, che si perpetuino le ingiustizie nel trattamento economico e giuridico tra i diversi comparti e persino nell'ambito degli stessi comparti, che si sia prevista una riforma «a tappe» e non contestuale e che si utilizzi lo strumento della legge di delega per evitare al Governo e, in particolare, al ministro dell'interno ed al ministro della difesa, oltreché alla maggioranza, di assumersi le proprie responsabilità.
Per tutti questi motivi, preannuncio il voto contrario mio personale e dei deputati del gruppo dei Popolari-UDEUR (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Popolari-UDEUR e della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ascierto. Ne ha facoltà.

FILIPPO ASCIERTO. Signor Presidente, ritengo che questa proposta di legge di delega, che stiamo per sottoporre alla votazione finale, costituisca l'inizio di qualcosa di importante per le Forze dell'ordine, l'inizio di una progressione di carriera più armonica, di un incentivo alla loro professionalità e alla loro esperienza. Essa rispetterà le anzianità e, quindi, coloro che avranno maturato, nel corso dell'attività, la professionalità necessaria per poter progredire nei rispettivi ruoli e nelle rispettive carriere, in modo diverso rispetto a quanto avviene attualmente. L'esigenza di una legge di delega e dell'avvio di un riordino delle carriere era stata avvertita fin dal 1995 e proviene da un riordino che ha creato alcuni problemi alle istituzioni e, ancor di più, a coloro che rappresentano le istituzioni nei ruoli non direttivi e non dirigenziali. Infatti, il riordino effettuato nel 1995 - lo voglio ricordare per inciso - scaturì da una delega del 1992; se in tale anno non ci fosse stata la delega, nel 1995 non sarebbero stati emanati i decreti di riordino delle carriere. Ebbene, sono stati creati problemi agli appartenenti ai ruoli non direttivi e non dirigenziali dovuti proprio ad una progressione di carriera che, dopo 15 anni, conduce e fa permanere per 25 anni nello stesso grado, e con la stessa retribuzione, il poliziotto, il carabiniere, il finanziere, cioè gli appartenenti alle Forze dell'ordine (ancora diversa la situazione dei militari che, con questo provvedimento, abbiamo riallineato). Questo problema, relativo soprattutto ai gradi apicali, si è manifestato nel corso delle trattative concernenti i contratti siglati presso il Dipartimento per la funzione pubblica. Guarda caso, sottosegretario di Stato alla funzione pubblica era proprio l'onorevole Bressa, il cui intervento abbiamo ascoltato poc'anzi ed al quale dedicherò alcuni spunti! In questi contratti, proprio negli accordi e nelle code contrattuali, era stabilito che bisognava prestare attenzione ai gradi apicali del ruolo degli assistenti carabinieri, finanzieri e così via e, soprattutto, al grado apicale dei marescialli e degli ispettori, luogotenenti e sostenuti commissari. Questo Governo, tre anni fa, con legge finanziaria, ha deciso di prestare attenzione alle loro richieste e - per ciascuno degli anni succedutisi - ha stanziato fondi per dar vita proprio ad una legge delega e ad un riordino delle carriere; per la prima volta, si reperiscono prima i soldi - e, quindi, prima i fondi - e poi si vara la legge. Ciò, a differenza vostra, cari amici del centrosinistra, che avete varato leggi sprovviste di copertura alle quali noi abbiamo poi dovuto prestare attenzione anche, in modo sostanziale, reperendo le risorse necessarie (Commenti)...Se volete sapere di quali provvedimenti si tratti, mi riferisco, ad esempio, alla riparametrazione.
Noi abbiamo prestato attenzione non solo all'esigenza di una carriera più armonica - e, quindi, al riordino delle carriere - ma anche, più propriamente, a quelle figure cui nei contratti si faceva riferimento; con l'accorpamento dei ruoli - del soprintendente e degli assistenti e degli agenti, oltre che dei carabinieri e delle altre forze dell'ordine e militari - noi faremo in modo che, in futuro, partendo dall'ingresso all'interno dell'istituzione, si possa migliorare la posizione fino a cinquanta anni e, con la riparametrazione, anche guadagnare di più. Perciò, entrando come agenti, carabinieri o finanzieri, si potrà giungere, nel corso della vita, sino al grado di brigadiere capo e di sovrintendente capo.
Va poi prestata attenzione a quanti oggi sono nel ruolo dei sovrintendenti, cui va garantito un percorso per poter migliorare anch'essi e transitare - decideremo poi quale sarà il modo - nel ruolo degli ispettori. Analogo discorso deve farsi per il grado apicale degli ispettori e dei marescialli, che è rimasto fermo e, talvolta, si è trovato «raggiunto» da giovani ragazzi che hanno concorso all'interno dello stesso ruolo e che oggi si trovano sullo stesso piano, pur avendo una esperienza professionale molto diversa.
Ebbene, noi diamo l'opportunità, con questa legge delega, proprio per la sua ampiezza di poter risolvere, attraverso le risorse sussistenti, tali questioni con un decreto legislativo la cui adozione vedrà contrattare insieme le istituzioni, il COCER e gli altri sindacati.
Ci avete chiesto più volte se le risorse siano sufficienti; ebbene, noi riteniamo che per avviare il riordino siano sufficienti. Voi, invece, non conoscendo i parametri, non sapete quale sia la differenza, ad esempio, tra un appuntato scelto, un assistente capo ed un vice sovrintendente: mi dispiace deludervi, ma il passaggio da appuntato scelto o da assistente capo a vice sovrintendente è a costo zero; è in prospettiva che si avrà un aumento di stipendio giacché nel proseguimento della carriera si applicherà un parametro superiore.
Dunque, cari amici, voi vorreste negare la possibilità di un miglioramento nel corso della vita agli appartenenti alle Forze dell'ordine e anche agli appartenenti alle Forze armate! È inspiegabile perché vogliate negare tale possibilità in un modo così forte, coinvolgendo anche le organizzazioni sindacali le quali, in realtà, sono d'accordo ritenendo di farvi un piacere.
La differenza tra noi è molto semplice: voi volete dimostrare che le Forze dell'ordine ed i militari stanno dalla vostra parte; noi vogliamo dimostrare invece, in modo molto concreto, che siamo noi ad essere dalla parte delle Forze dell'ordine e dei militari. Lo siamo perché abbiamo la cultura della legge, dell'ordine e della sicurezza; lo siamo in modo naturale. Non vorrei ricordare, ad esempio, come tante volte non siate stati affatto dalla parte dei poliziotti: non avete mai sostenuto un concetto militare di difesa e di solidarietà.
Dunque, certe lezioni noi le spediamo al mittente, ben consapevoli - e voglio dedicare questo ragionamento al mio amico Bressa - che, quando avevate responsabilità di Governo, certo non avete brillato per presenza e, soprattutto, per aiuto al comparto. Ho fatto una piccola ricerca in queste ore e, se la matematica non è una opinione, vi invito ad effettuare un'operazione matematica, quella dell'addizione. Vi cito i dati e gli stanziamenti dei vostri Governi e quindi relativi al Governo Berlusconi.
Nel 1998 il Governo di centrosinistra ha stanziato 57 milioni di euro, 376 nel 1999, 241 nel 2000 e 1078 milioni di euro nel 2001. La somma complessiva di questi stanziamenti è di 1.702 milioni di euro. Il Governo Berlusconi ha stanziato 744 milioni di euro nel 2002, compresa la riparametrazione (ossia al di là dei due contratti); nel 2003, 1.593 milioni di euro; nel 2004, 1.033 milioni di euro e, nel 2005, 1.713 milioni di euro, per un ammontare complessivo di 5.083 milioni di euro. La differenza tra gli stanziamenti del centrosinistra e quelli del centrodestra è quindi di 3.381 milioni euro. Gli insegnamenti che Bressa vuole dare oggi in quest'aula per dimostrare che il Governo di centrodestra non ha fatto assolutamente nulla, non è affatto un insegnamento ma è solo un'azione davvero truffaldina e discriminatoria nei confronti degli operatori della sicurezza e dei militari, i quali sanno bene che dal 1o gennaio 2005 hanno ricevuto un incremento pari quasi al 17 per cento dei loro stipendi, al cospetto di quello vergognoso di 18 mila lire che voi gli avete destinato.
Allora, cari amici, non solo non accettiamo insegnamenti, ma siamo qui a dire che forse potevamo fare di più, forse potevamo fare meglio, ma sicuramente abbiamo fatto più di voi, che non avete fatto assolutamente nulla! Quindi, non prendete in giro le forze dell'ordine, non prendere in giro i militari, che devono sapere che è solo l'inizio di un percorso. È vero, in quest'ultima legge finanziaria non ci sono gli stanziamenti per il rinnovo contrattuale: al cospetto dei fondi già stanziati, c'è la vacanza contrattuale. Ma l'impegno è nella prossima legge finanziaria a stanziare quanto è dovuto ai fedeli servitori dello Stato ed a correggere, laddove si sono manifestate, tutte quelle disarmonie e soprattutto quelle difficoltà che oggi si registrano, come ad esempio, rispetto a coloro che svolgono un'attività di missione legata alle otto ore giornaliere.
Ebbene, noi siamo pronti a correggere laddove si può ma, per piacere, non venite a insegnarci come si sta a fianco delle forze dell'ordine! Se proprio vi siete pentiti di quanto avete fatto in passato - mi dispiace che non sia presente Mantovano - potrei segnalarvi al servizio di tutela dei pentiti, di modo che potreste guadagnare pure qualcosa in più (Applausi dei deputati del gruppo di Alleanza Nazionale)!

ROBERTA PINOTTI. Ma che battuta...!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Deiana. Ne ha facoltà.

ELETTRA DEIANA. Signor Presidente, a me sembra che l'onorevole Ascierto, nella sua perorazione a favore del provvedimento, abbia sfiorato la dimensione del grottesco e del patetico.

FILIPPO ASCIERTO. Impara a fare i conti!

ELETTRA DEIANA. Lascia stare i conti, onorevole Ascierto! Lascia stare conti! Io parlo del giudizio che è stato dato dall'onorevole Ascierto relativamente alla disapprovazione espressa da un numero rilevantissimo di appartenenti alle forze di polizia e alle forze militari, che per definizione costituzionale non appartengono a nessuna maggioranza, caro Ascierto! Sono istituzioni e apparati dello Stato sottoposti alla Costituzione e all'ordinamento dello Stato, e non al monopolio o all'ala protettrice di destra o eventualmente di sinistra che se ne volessero fare garanti. Garanti sono gli istituti che li garantiscono e i meccanismi della loro autonomia normativa, contrattuale e professionali. È a tale obiettivo che dobbiamo lavorare, anziché inscenare pantomime ridicole sul fatto che quasi il 90 per cento delle sigle sindacali, che si sono espresse nelle affollate e partecipate manifestazioni svoltesi in questi giorni, sarebbe in mano ad irresponsabili che non sanno di cosa parlano!
Mi sembra che anche l'accoglienza che è stata riservata ieri al collega Gasparri abbia rappresentato una manifestazione chiarissima di disapprovazione. In altri termini, è stato lanciato un messaggio chiaro al Parlamento. Non vi è nessun accordo, né vi è alcuna approvazione: c'è un disagio.
Pertanto, o pensiamo che si tratti di esponenti di associazioni assolutamente incapaci di intendere e di volere, oppure occorrerebbe un minimo di modestia parlamentare ed istituzionale per cercare di comprendere il messaggio che ci è giunto. Bisognerebbe compiere, allora, eventuali mediazioni (che, in sede parlamentare, sono doverose), ma senza ribaltare la frittata, come appunto ha fatto adesso, in maniera del tutto ipotetica, il collega Ascierto!

FILIPPO ASCIERTO. La legge finanziaria lo dice!

ELETTRA DEIANA. Sì, io ma sto parlando di un aspetto specifico, relativo al modo con cui voi avete rappresentato, in questa sede, il rapporto fra le forze del centrodestra e gli operatori interessati!
Voi, infatti, vi state praticamente arrogando il diritto di parlare a loro nome, mentre gli operatori hanno espresso orientamenti fortemente oppositivi. Questo è il punto: allora, occorre interrogarsi. Noi intendiamo offrire una risposta, partendo proprio dall'assumere questo disagio quale elemento della dialettica politica, sociale ed istituzionale. Si tratta di un punto dirimente che, a mio modo di vedere, conferma il giudizio negativo sul provvedimento in esame, che esprimo anche a nome del mio gruppo.
Vorrei segnalare che anche noi di Rifondazione comunista siamo convinti che sussista la necessità di avviare un'organica ristrutturazione dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia. Riteniamo, tuttavia, che il modo con cui questa maggioranza ha risposto, alla fine della legislatura, a tale esigenza sia non soltanto inefficace, ma perfino lesivo delle aspettative delle categorie interessate. Si tratta di un punto essenziale, che viene fatto risaltare proprio da quanto sta avvenendo nel paese.
Le misure adottate, inoltre, non soltanto sono lesive delle aspettative e dei diritti, ma rendono ulteriormente caotica la situazione esistente. L'inefficacia e la disorganicità contenute nel progetto di legge in esame derivano, in primo luogo, proprio dalla natura stessa del provvedimento, che, come è stato già affermato da numerosi interventi precedenti, risulta essere approssimativo e «raccogliticcio». Ciò perché giunge in Assemblea praticamente a fine legislatura - quindi, senza che vi sia possibilità di effettuare un'adeguata ricognizione dei problemi del settore -, trascurando, altresì, temi fondamentali. Vorrei evidenziare che tali questioni non sono state affrontate, attendono da tempo una risposta e, se si volesse procedere lungo la strada di una proposta organica di riforma, ne sono parte integrante.
Un punto che mi sta particolarmente a cuore è, ad esempio, il problema delle rappresentanze militari: infatti, la riforma delle rappresentanze sindacali delle Forze armate giace negli archivi della IV Commissione. Tale riforma è in giacenza non soltanto perché una forte opposizione è stata condotta dal centrosinistra (anche se ricordo che vi è stata certamente una determinata contrarietà, basata su una critica serrata al testo di legge presentato dalla maggioranza), ma anche per la ragione che si è registrato un fortissimo dissenso dei COCER delle Forze armate sulle proposte avanzate dalla stessa maggioranza.
In particolare, tale opposizione si è manifestata su un punto assolutamente dirimente, che ha molto a che vedere con il provvedimento oggi in discussione, ossia il diritto di contrattazione e l'autonomia delle rappresentanze sul piano del negoziato rispetto ai comandi militari. Questo è il nodo emerso, con grandissima forza, nel corso del dibattito in Commissione. Si tratta del nodo che stava a cuore, giustamente, ai rappresentanti militari e che ha impedito, praticamente, che si addivenisse ad un accordo. Resta un nodo essenziale, da sciogliere, se si vuole creare il contesto adeguato per una risposta organica a tutti gli altri complessi nodi che riguardano tali categorie, compreso il riordino delle carriere.
L'altro aspetto su cui giustamente insiste l'onorevole Bressa - ed insisto anch'io - è la distinzione tra i comparti sicurezza e difesa, un dato assolutamente essenziale. Vi è l'assoluta necessità di distinte procedure negoziali o di concertazione, idonee a riconoscere e valorizzare le professionalità che sono, peraltro, già operative con le loro precise differenze e che mi sembra sia giunto il momento di rilevare, l'onorevole Bressa lo ha sottolineato, così come, nella sua maggioranza, ma evidentemente invano, l'ha fatto anche il ministro Pisanu, la differenza tra la professionalità - o le professionalità - necessarie ad operare su terreno dell'ordine pubblico all'interno del paese e quelle, prevedibili, per quanto riguarda l'operatività del personale adibito alla difesa.
Manca, inoltre, ed è anche questo un aspetto essenziale, un'idea di fondo per affrontare il tema del riordino delle carriere, ossia quello della contrattualizzazione delle dirigenze della Polizia di Stato: si tratta di un aspetto di fondo, come dicevo, per affermare un dato indispensabile, ossia l'autonomia e l'autodeterminazione di tale parte della categoria, relativamente al potere politico. In altre parole, vi deve essere una sottrazione della dirigenza della Polizia rispetto alle direttive del potere politico e ciò avviene anche attraverso l'emancipazione contrattuale di tale settore della Polizia di Stato.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Deiana.

ELETTRA DEIANA. Insomma, si tratta di questioni di fondo dirimenti per costruire un quadro di contesto utile ad una soluzione organica dei gravi problemi di tali importanti settori dello Stato, unito a questioni di metodo e di merito più ravvicinate, a partire dalla copertura finanziaria del provvedimento, rispetto alla quale, l'onorevole Ascierto ci ha illustrato una serie di «balletti» e «controballetti»...

FILIPPO ASCIERTO. Sono numeri!

ELETTRA DEIANA. Scusa, Ascierto, è un gioco al rimpiattino tra chi ha dato prima e chi ha dato dopo. Resta il fatto che, allo stato attuale, non vi è copertura finanziaria, non vi è relazione tecnica, non vi è nulla di nulla! Pertanto, voi consegnate al paese un provvedimento assolutamente disorganico ed inefficace. Come hanno sostenuto molti rappresentanti della Polizia, nella giornata di ieri, si tratta di uno spot elettorale destinato, mi auguro, a ritorcersi contro di voi (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione comunista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non ho nulla da aggiungere rispetto a ciò che è stato già detto complessivamente sulla parte tecnica del provvedimento. Si tratta di un provvedimento che sicuramente è migliorabile, al pari di tutte le norme parlamentari. Confidiamo nel Governo, nell'esercizio della delega legislativa, affinché possano essere adottate provvedimenti che vadano finalmente incontro ad un'aspettativa di anni da parte delle Forze dell'ordine.
Intervengo brevemente con alcune valutazioni di carattere politico sulla presunta strumentalizzazione che il gruppo di Alleanza nazionale - e, in genere, le forze del centrodestra - starebbero facendo, nel momento in cui è determinata a portare avanti questa normativa. Si può dire tutto, ma è nota - e non soltanto sul piano storico e logico - la vicinanza espressa dalla destra politica d'Italia alle Forze dell'ordine e alle Forze armate. In maniera concreta, senza scomodare la storia, vorrei ricordare che in questi cinque anni il Governo di centrodestra ha messo in atto una serie di interventi: non mi riferisco soltanto al rinnovo del contratto, alla concessione di aumenti concreti, ad una maggiore considerazione complessiva del settore ed a questa importante normativa, ma anche ad altri atteggiamenti. Ricordo le vicende legate al G8 e ricordo come il Governo si è schierato a difesa delle forze dell'ordine anche sotto altri profili.
È altrettanto ovvio che non si possono dimenticare le considerazioni svolte, anche in quest'aula, dai rappresentanti del centrosinistra, affermazioni che pesano come pietre. Ricordo distintamente le parole dell'onorevole D'Alema, quando, commentando i fatti gravissimi del G8, disse: noi non ci possiamo permettere il lusso di avere forze dell'ordine di tipo cileno.
Certo, a fini elettorali, si può trovare anche nelle forze dell'ordine qualche imbecille e qualche venduto che può agevolare un'opposizione strumentale contro il centrodestra, con la speranza di chissà quale ricompensa in un futuro Governo di centrosinistra (che non ci sarà!) (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).
Tuttavia, state certi che gli appartenenti alle Forze armate e alle Forze dell'ordine sanno bene chi li ha paragonati a dei mercenari, chi li ha definiti - come Prodi - forze di occupazione; e sanno bene chi (come il sindaco di Marano, un comune della Campania, esponente della sinistra) voleva rimuovere la lapide dedicata ai martiri di Nassiriya, affermando che non si può essere martiri a pagamento.
Apprezzo il tentativo di molti deputati dei Democratici di sinistra volto a dimostrare che in quel partito vi è attenzione agli interessi e alle aspettative dei lavoratori appartenenti alle Forze dell'ordine e alle Forze armate. Ma queste persone sono troppo intelligenti per non sapere da che parte stia la strumentalizzazione e da che parte stia il rispetto e il senso dell'onore verso questi servitori in divisa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocchi. Ne ha facoltà.

CARLA ROCCHI. Signor Presidente, devo alla sua cortesia la possibilità di svolgere questo mio intervento, che sarà brevissimo, anche perché, prima di me ed in maniera più esaustiva, ha parlato, a nome del gruppo parlamentare, il collega Bressa.
Su questo argomento vorrei svolgere almeno due notazioni. Non è possibile non rilevare l'imbarazzo del collega Ascierto nel sostenere una battaglia, che certamente gli sta a cuore, con armi totalmente spuntate.
Il fatto che ci si affidi alla prossima legge finanziaria per rinvenire le risorse finanziarie a copertura di un provvedimento reso necessario dai fatti e dal tempo trascorso (quando ne sono già state approvate cinque e in quell'occasione si sarebbe potuto intervenire), certamente imbarazza l'onorevole Ascierto almeno quanto noi.
Ci si trova a difendere un provvedimento monco, inadeguato, non supportato dalle risorse, che non trova e non potrebbe trovare il consenso della gran parte degli interessati.
Per questo motivo, visto l'iter del provvedimento in Commissione difesa a cui appartengo e considerato l'esito che lo stesso avrà in Assemblea (sebbene speri che lo stesso non venga approvato), sottolineo con dispiacere l'inadeguatezza complessiva della politica del Governo e della maggioranza riguardo una serie di argomenti, compreso questo. E sottolineo il dispiacere di quanti di noi tengono ad un intervento serio in questo comparto. Essi guardano all'imbarazzo dei soggetti destinatari del provvedimento e dell'opposizione che lo ritiene totalmente adeguato, ma anche all'imbarazzo della maggioranza e, al suo interno, delle persone più avvedute e sinceramente affezionate al tema, come sicuramente il collega Ascierto, che in cuor suo non può non considerare gli argomenti che ho voluto sottoporre all'attenzione dei colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rizzi. Ne ha facoltà.

CESARE RIZZI. Signor Presidente, ho ascoltato le dichiarazioni di alcuni esponenti del centrosinistra rivolte contro questo Governo, in questi cinque anni, ovviamente tutte negative, specialmente da parte dell'amico Bressa, il quale diceva che dobbiamo andare a casa, che abbiamo fallito e che gli elettori ci puniranno. Guarda caso, per tutti i provvedimenti che sono stati presentati in aula (disegni di legge, decreti-legge, eccetera), prima ancora che si discutessero, si svolgevano delle manifestazioni! Mi dà da pensare che costoro paghino un gruppo di persone ogni volta, cambiandogli il vestito, che mandano a manifestare!
Vorrei dire al mio amico Bressa che, visto e considerato che noi abbiamo fallito e che non abbiamo fatto assolutamente niente, si tratta di un film già visto. Vorrei ricordare al centrosinistra che dalle mie parti si dice che i morti si mettono via freddi. Voi siete già morti una volta; pertanto, siete abituati e resterete freddi ancora per tanto tempo...
Nel corso della discussione generale sul provvedimento al nostro esame, l'opposizione di centrosinistra ha accusato la maggioranza di aver voluto con questa proposta di legge attirare con l'inganno il consenso di alcune categorie del personale militare e delle Forze di polizia alla vigilia delle elezioni politiche. L'inganno consisterebbe in ciò: la Casa delle libertà starebbe predisponendo un'ondata di incrementi delle retribuzioni, prescindendo completamente da una verifica sulla disponibilità delle risorse necessarie, facendo quindi delle promesse che, all'atto pratico, nessuno potrà mantenere.
Vogliamo adesso, in sede di dichiarazioni di voto finale, confutare queste argomentazioni. Il provvedimento, all'elaborazione del quale hanno concorso molte forze politiche, tutte quelle che hanno partecipato ai lavori del Comitato ristretto, è stato configurato come una delega legislativa. Attraverso la delega legislativa, come è noto, il Parlamento si limita a stabilire indirizzi ed orientamenti, attribuendo al Governo il compito di valutare successivamente come armonizzare i fini con i mezzi disponibili, cioè, in parole povere, i soldi.
Così, anche questa volta, l'obiettivo della proposta di legge non è quello di offrire aumenti di paga a tutti reiterati nel tempo, ma quello di dar vita ad un sistema nel quale sia stabilita, una volta per tutte, l'omogeneità di trattamento per tutti coloro che, sotto varie uniformi, servono lo Stato fornendo prestazioni simili.
Abbiamo voluto stabilire un margine: gli eventuali aumenti di spesa, che conseguiranno a questo intervento legislativo - ciò è possibile, noi lo non neghiamo affatto -, dovranno essere compatibili con gli obiettivi della politica di bilancio, come annunciati nel DPEF.
A noi pare che questo sia un elemento di responsabilità, forse il merito maggiore della proposta di legge, dal momento che il testo approvato dalla Commissione ha fatto delle compatibilità macroeconomiche accertate dal DPEF l'argine insormontabile di qualsiasi futura rivendicazione.
È questo dato che intendiamo opporre a una ben strana posizione di chi prima accusa la Casa delle libertà di scialacquare i soldi e, poi, quando, invece, si dà un segno di rigore finanziario, attacca la maggioranza.
La Lega - lo vogliamo ricordare - non è un partito dalla spesa pubblica facile. Al contrario, essa predica da vent'anni la necessità di ridurre il peso del settore pubblico sull'economia. Non ha mai apprezzato la rincorsa al privilegio e all'aumento retributivo alimentato dalle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare, cui di tanto in tanto, come possono, molto sommessamente si aggregano, da buone ultime, alcune Forze armate.
Abbiamo appoggiato e sostenuto l'approvazione di questo provvedimento perché condividiamo l'idea di porre sotto controllo, in questo modo, questa spirale, stabilendo posizioni perfettamente equiparate all'interno delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare. Votare a favore del provvedimento non ci impedisce neppure di mettere in guardia il Governo e tutte le forze politiche rispetto al rischio che l'equiparazione possa, un domani, essere travisata per velocizzare, anziché moderare, la trasmissione al personale militare degli incrementi retributivi ottenuti dalle polizie ad ordinamento civile, che sono sindacalizzate. Questa non è la nostra promessa elettorale, ma un pericolo che intendiamo additare. Proprio per questo motivo sarà di fondamentale importanza il ruolo che il Parlamento potrà svolgere quando verranno sottoposti alle Camere i testi dei decreti delegati predisposti dal Governo.
Il gruppo della Lega Nord voterà, quindi, a favore, riservandosi, tuttavia, di modificare la propria posizione qualora, in sede di esercizio delle deleghe legislative, le finalità di moderazione e controllo della spirale rivendicativa venissero travisate. È nostra opinione che occorra creare un sistema di certezze all'interno del mondo militare e delle forze di polizia. Vogliamo ricordare ancora una volta che agli uomini delle Forze dell'ordine e delle Forze armate dovrà essere riconosciuta pari dignità a tutti i livelli, remunerando l'efficienza e l'esposizione al pericolo senza che, però, vengano travolti gli equilibri della politica economica generale.
Non credo proprio che questo sia un fallimento del Governo di questi cinque anni, come fino alla nausea sentiamo ripetere ogni volta che qualsiasi provvedimento arriva all'esame dell'Assemblea. Questa sinistra sa solo criticare, mai una volta che abbia fatto proposte costruttive! Qui alternative non ce ne sono: si deve solo criticare. Anche l'amico Bressa prima ha detto che siamo finiti, che siamo un fallimento, che siamo morti. Caro Bressa, te lo ripeto ancora: i morti si mettono via freddi e voi siete già stati morti: pertanto, rimanete freddi (Applausi dei deputati dei gruppi della Lega Nord Federazione Padana, di Forza Italia e di Alleanza Nazionale)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ramponi. Ne ha facoltà.

LUIGI RAMPONI. Signor Presidente, credo che il primo dovere di un parlamentare, che è anche la ragione etica della sua esistenza come parlamentare, sia quello di informare correttamente innanzitutto i cittadini interessati e di lasciare in un secondo tempo spazio alla polemica. Pertanto, questo mio intervento non si rivolge ai colleghi dell'Assemblea, per ora, e men che meno all'opposizione; si rivolge ai cittadini italiani per far sì che vengano correttamente informati di quello che siamo riusciti a fare non all'ultimo momento, ma da due anni e mezzo a questa parte.
Abbiamo cercato fermamente - e gli interessati sanno di cosa parlo - di realizzare finalmente un disegno organico sul discorso relativo all'equilibrio ed all'omogeneizzazione delle carriere e degli emolumenti. Abbiamo preso atto da tanto tempo - io da quarant'anni - che nell'ambito delle Forze dell'ordine e delle Forze armate esiste, tra le varie componenti, una giungla di regole e di principi che rende permanentemente scontenti tutti gli appartenenti, che è il risultato di certe iniziative parziali, guidate soprattutto da certe irresponsabili categorie politiche o categorie di rappresentanza, e che non ha mai consentito una serenità nell'ambiente. Il discorso è difficilissimo, però noi ci siamo impegnati e abbiamo realizzato questo disegno organico. Come suggeriva qualcuno che mi ha preceduto, non si tratta di una legge definitiva: si tratta di una legge delega la quale, però, proprio per la sua visione organica, prevede per le varie categorie componenti il personale della difesa, dell'interno, del tesoro e, comunque, delle forze dell'ordine e delle Forze armate criteri entro i quali qualsiasi provvedimento verrà preso nel loro rispetto non determinerà di nuovo la situazione che constatiamo oggi.
Questo è ciò che debbono sapere tutti i nostri ex colleghi che vivono nell'ambito di queste forze; per la prima volta, abbiamo un disegno organico.
Il secondo aspetto che intendo affrontare è la copertura. Certamente, per un disegno organico di quel genere sono necessarie risorse non indifferenti. Dall'opposizione sono state date varie cifre (si mettano d'accordo) e siamo coscienti che servono risorse ingenti. Pur di avere un disegno organico, abbiamo pensato di prevedere la delega per l'attuazione successiva di decreti che utilizzino le somme intanto messe da parte. Quando sento parlare di disegno elettorale, mi viene da ridere, perché sono tre anni che stiamo accumulando risorse. Su cinque finanziarie presentate in questa legislatura, per tre di loro abbiamo accumulato risorse.
Sono state dette cifre che ingannano la gente. Il primo anno erano circa 80, 120 il secondo ed altrettanti il terzo anno e siamo già a più di 300 milioni di euro, che sono una buona copertura per la realizzazione del primo dei decreti previsti dalla delega. Quando, entro il 2006, avremo realizzato tutto ciò, vorrò vedere il viso di coloro che affermavano che non vi era copertura. Inoltre, abbiamo l'impegno delle finanziarie successive, così il Governo farà i decreti e provvederà alla copertura.
Aggiungo alcune considerazioni, sempre per informare correttamente.
Un'altra accusa che ho sentito riguarda il testo. La «carta di lavoro» su cui si è espresso il Comitato ristretto è stata messa a punto - se mi permettete - da chi ne capisce. Abbiamo fatto il luogo dei punti presso la funzione pubblica di tutti i rappresentanti ed hanno trovato un luogo dei punti che ha costituito la carta di lavoro. D'altra parte, cari colleghi, nel 99 per cento dei casi, i disegni di legge che presentiamo non sono solo frutto del nostro sapere e farina del nostro sacco; sono, giustamente, frutto anche di coloro professionalmente abilitati e competenti nel settore. A noi è data la facoltà del giudizio politico e non della realizzazione tecnica. Non avete fatto voi i vostri disegni di legge ma coloro che ne capiscono!
Per quanto riguarda il tempo, abbiamo lavorato da due anni e mezzo nonostante abbiamo avuto - come dicevo questa mattina - impedimenti vari, come richieste di numero legale, ostruzionismi, insomma bastoni fra le ruote. Abbiamo la gioia di dire che, comunque, siamo arrivati al termine dell'iter del provvedimento. Per il consenso, vedremo.
Un fatto certo è che può anche essere vero che l'articolo 1 renda scontenti i sovrintendenti del 12o, 13o e 14o corso, ma rende contenti tutti gli altri, dallo zero all'11o, e tutti coloro che parteciperanno ai futuri corsi. Inoltre, rende anche molto contenti i 200 mila soggetti che, tra Forze armate e Forze dell'ordine, sono agenti oppure volontari. Non nutriamo nessuna preoccupazione, anche perché quando sbandierate il sostegno della «piazza», come sempre vi rispondiamo che in democrazia non è la «piazza» che conta, ma ciò che si dibatte nelle aule, ciò che si decide democraticamente e non con azioni dimostrative. Non è, infatti, difficile raccogliere mille o 2 mila persone; su 550 mila operatori interessati non è difficile trovare qualcuno che venga a fare un po' di chiasso.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PIER FERDINANDO CASINI (ore 17,10)

LUIGI RAMPONI. Adesso, ho finito di informare i cittadini, dunque mi rifaccio ad alcune affermazioni rese in precedenza. È strano che vi preoccupate del fatto che staremmo facendo un colossale errore ed è ancora più strano che lo facciate alla vigilia delle elezioni; dovreste fare i salti di gioia!
La realtà è che, dopo cinque anni nei quali non avete realizzato nulla, noi abbiamo presentato provvedimenti e li abbiamo portati a termine. Tutti gli esperti di vario livello intervenuti oggi, quando sono stati al Governo non hanno realizzato nulla; tutti coloro che erano così preoccupati della mancanza di copertura, in cinque anni non hanno messo una lira (come ricordava il collega Ascierto, non l'hanno messa neanche i per i parametri)! Noi sappiamo che aver fatto ciò che dovevamo nei confronti delle forze dell'ordine e delle Forze armate!
Concludo, ringraziando tutti i rappresentanti dei partiti della maggioranza - perché questo al quale ci siamo dedicati è un provvedimento della maggioranza - e anche tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine che hanno affiancato questa nostra azione e che, fino ad oggi, hanno continuato a testimoniarci gratitudine e stima (Applausi dei deputati dei gruppi di Alleanza Nazionale e di Forza Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lucidi. Ne ha facoltà.

MARCELLA LUCIDI. Presidente, sono sconcertata dalle parole pronunciate in sede di dichiarazione di voto su questo provvedimento. Ho ascoltato una spregevole propaganda dalla voce dei colleghi e, soprattutto, dalla voce del presidente Ramponi.
Presidente Ramponi, credo che saranno pochi gli operatori delle Forze di polizia e delle Forze armate che riscontreranno il suo ringraziamento! Soprattutto, onorevole Ramponi - lo dico a lei e al Presidente Casini che nel frattempo è arrivato in aula -, vorrei precisare che è inammissibile che il presidente di una Commissione offenda tutti i parlamentari, sia di opposizione sia di maggioranza, considerandoli degli incompetenti (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo, della Margherita, DL-L'Ulivo e Misto-Verdi-l'Unione).
Il presidente Ramponi ha detto che questo testo è stato scritto da chi ci capisce! Questo vuol dire che, siccome i sindacati di polizia e i COCER non si riconoscono in questo testo, sono degli incompetenti, sono degli maturi, dei deficienti? Questo vuol dire che, siccome i parlamentari dell'opposizione stanno criticando con forza un testo privo di copertura finanziaria, sono indegni di sedere su questi banchi (Commenti dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza nazionale - Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo e applausi polemici dei deputati del gruppo della Lega Nord Federazione Padana)?
Onorevole Ramponi, corregga il suo linguaggio, perché noi non possiamo consentirlo e non deve consentirlo neanche lei, Presidente!
Abbiamo lavorato molto su questo testo, ascoltando il personale e cercando di contribuire con la presentazione di proposte emendative, sulle quali - colleghi della maggioranza - non abbiamo sentito pronunciare nessuna parola! Vi siete messi il bavaglio perché non eravate in grado di misurarvi sulle questioni vere che, attraverso i nostri emendamenti, vi stavamo ponendo.
Colleghi della destra, in questi giorni abbiamo ricevuto diverse e-mail, attraverso le quali ci si invitava ad andare avanti nella nostra opposizione al presente testo. Tra queste, ve ne erano alcune di operatori delle forze di polizia e delle Forze armate che ci scrivevano dicendo di essere di destra, ma che tuttavia ci ringraziavano per quanto stavamo facendo per un provvedimento che realizza un disordine delle forze di polizia. Parole utilizzate da persone che abitualmente vota per voi e che si riconosce nel vostro schieramento!

MASSIMO POLLEDRI. Chiudi!

MARCELLA LUCIDI. State sbagliando su un provvedimento rispetto al quale avete serrato le fila, mentre state scombinando quelle delle forze di polizia e delle Forze armate, vale a dire di coloro che servono lo Stato con serietà e che si aspettano dallo Stato la stessa serietà.
La vostra figura è patetica: voi state agendo in finale di partita con la squadra fiaccata, pur mettendo in conto di fare un autogol, ma ciò che ci interessa è che «in rete» fate finire quel personale che Silvio Berlusconi aveva inteso incantare con le sue promesse.
Avete sempre inteso arrogarvi il presidio delle Forze armate e delle Forze di polizia; permettetemi di ribadire che si tratta di un rapporto anomalo che voi difendete rispetto ad una concezione di democrazia nella quale queste Forze sono al servizio di tutti e chiedono il sostegno di tutti. Voi sbagliate, ed è un concetto ormai chiaro, e a continuare a dire: «a voi ci pensiamo noi»! noi non possiamo permettervelo perché quei lavoratori sono Forze di polizia e Forze armate, ma dietro di loro ci sono le loro famiglie. Famiglie che stanno verificando, come tutte le altre famiglie che vivono in questo paese, la crisi economica che attraversa l'Italia e a cui non basta dire: «voi avete una stelletta sulla spalla» per farli sentire diversi.
Ho sentito sostenere che i tagli operati nella legge finanziaria - lo dico citando l'onorevole Ascierto - sarebbero intervenuti sugli sprechi. Allora, andiamo a dire a questi operatori che il funzionamento della DIA, il funzionamento della polizia criminale, scientifica e stradale, la manutenzione e la gestione dei mezzi, gli apparati radio, le attrezzature tecniche, le loro scuole di formazione, il contrasto ai traffici, la dotazione di tutto ciò che può servire per il lavoro di indagine, gliela togliamo perché li consideriamo sprechi! Andateglielo a dire voi! Noi non glielo diciamo: non gli diciamo che non abbiamo previsto nell'ultima legge finanziaria le risorse per il contratto e non andiamo a dire ad un operatore di polizia ...

LUIGI RAMPONI. Non è vero...!

MARCELLA LUCIDI. Presidente Ramponi, non abbiamo mai detto che se quell'operatore rimane vittima di un incidente mentre interviene in una azione di polizia dovrà pagarsi a proprie cure e le spese l'ospedale e ....

FILIPPO ASCIERTO. È falso!

MARCELLA LUCIDI. ... anche un'eventuale cura o terapia. Questo è scritto nelle leggi finanziarie! Onorevole Cirielli, evitiamo le strumentalizzazioni, basta con questa esaltazione che non ha davvero grande significato. A noi interessa parlare alle Forze di polizia, che vogliamo siano ricomprese nell'ambito di un progetto organico di sviluppo del paese e di sviluppo democratico. Un progetto che dovrebbe tener conto, anche rispetto a questo provvedimento, dell'evoluzione che questi operatori vivono, come, ad esempio, quelli che appartengono alle Forze armate che stanno andando sempre di più verso un servizio professionale, oppure alle Forze di polizia, delle quali si sta incoraggiando sempre di più un coordinamento, una azione interforze che renda più efficace la lotta contro la criminalità. Dunque, avrebbe avuto senso considerare all'interno di questo provvedimento una riflessione, un ragionamento comune, che voi non avete voluto fare, su cosa rappresenti oggi il comparto delle Forze di polizia e delle Forze armate ...

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Lucidi.

MARCELLA LUCIDI. Si è parlato della riparametrazione, che avete richiamato in forma demagogica. Voi sapete che la legge n. 86 del 2001 arrivò in Parlamento su proposta del Governo e all'origine non conteneva la riparametrazione. Il Governo raccolse dai banchi della maggioranza - che allora eravamo noi - e dai banchi dell'opposizione - che allora eravate voi - l'invito a scrivere quella norma e lo fece con grande senso di responsabilità e con il sostegno di tutti gli operatori, che oggi a voi manca. Si osservò semplicemente che agiva rispetto alla rappresentazione possibile di legittima aspettativa del personale, mentre voi in questo provvedimento state introducendo delle norme che contengono già diritti soggettivi e interessi legittimi; quindi, in qualche modo state vincolando il futuro Governo e lo state vincolando rispetto a soldi che non ci sono. Io le chiedo, presidente Ramponi: per caso lei ha le chiavi del cassetto dove sono chiusi i soldi della finanziaria del 2003 per il 2004, visto che è così sicuro che quei soldi ci sono? Perché non ce lo ha detto il Governo? Perché non ci ha fornito una relazione tecnica? Perché, visto che siamo degli incompetenti, come lei dice, il Governo non si è degnato di fornirci quelle informazioni che avrebbero consentito a tutti di scrivere cose giuste ed eque rispetto a questo provvedimento?
Non ci sono i soldi, non bastano per fare tutto, non sappiamo quanto costa la parte priva di copertura di questo provvedimento e non tutti, tra l'altro, meritano di essere garantiti, tutelati, riconosciuti nei loro percorsi di carriera da questo provvedimento. Un provvedimento, quindi, che non segna un'evoluzione, che crea scontento, che crea divisione, che non alimenta uno sviluppo propositivo e positivo di questo settore. È un testo fasullo, è una patacca che intendete vendere al paese e agli operatori. È una moneta di cioccolata. Colleghi, voi state dicendo al personale interessato che i soldi sono nascosti sotto l'albero! Siete degli irresponsabili, ma gli operatori interessati non sono dei burattini creduloni. Credo che essi, persone che lavorano e hanno famiglia, non vi seguiranno rispetto a questo provvedimento nel quale non si riconoscono oggi e non si riconosceranno neanche domani (Applausi dei deputati dei gruppi dei Democratici di sinistra-L'Ulivo e della Margherita, DL-L'Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lavagnini. Ne ha facoltà.

ROBERTO LAVAGNINI. Presidente, onorevole Lucidi, è dal maggio del 2001 che noi sbagliamo, e le dirò che oggi ero un po' preoccupato perché non avete presentato una pregiudiziale su questo provvedimento. Ci avete detto che gli operatori, i sindacati, i COCER e le rappresentanze sono tutti contrari. Io, personalmente, ho ricevuto solo delle telefonate e dei messaggi con i quali mi si chiedeva di portare a termine l'iter di questo provvedimento e per trasmetterlo al Senato prima della fine della legislatura. Quindi, ho avuto soltanto pressioni per portare a termine il provvedimento di riordino.
La riforma del COCER, menzionata dall'onorevole Bressa, non è stata fatta: è vero. Noi avevamo messo in atto una riforma comunque migliore di quella che avevate predisposto voi nella precedente legislatura e che non avete portato a termine, ma io vorrei ripetere qui quello che ho detto durante un incontro con il COCER dell'aeronautica. La riforma delle rappresentanze deve essere il risultato di un confronto tra le parti interessati, tra le rappresentanze e gli Stati maggiori; dopodiché, il Parlamento può portare a termine la riforma, farne una legge condivisa e consegnarla al paese. Il Parlamento non può essere tirato per la giacca da destra e da sinistra. Quindi, una riforma è possibile solo se le parti si incontrano.
Grandi critiche abbiamo ricevuto sulla contrattualizzazione, che avrebbe dovuto essere inserita in questo provvedimento. Le critiche sono state mosse soprattutto da un ex sottosegretario alla funzione pubblica. Ma allora perché la contrattualizzazione non è stata introdotta nella precedente legislatura? Voi avevate tutto il tempo per poterla fare! Io credo che il momento in cui si realizza un riordino delle carriere non sia quello giusto per immettere anche la contrattualizzazione, perché non si tratta di una misura che può essere contenuta in una proposta di legge di origine parlamentare. È infatti un provvedimento che deve essere introdotto con un disegno di legge del Governo o con un decreto particolare. Riguardo alla critica che ci è stata rivolta sulle risorse, siamo tutti al corrente che noi abbiamo voluto utilizzare ciò che era stato stanziato nelle finanziarie precedenti e non abbiamo né voluto tradire né ingannare gli operatori del settore. Abbiamo soltanto voluto dare una certezza, una delega talmente ampia che il Governo che dovrà applicarla potrà concertare e dialogare con i sindacati e con le rappresentanze mettendo, a punto percorsi condivisi.
Avete voluto ridipingere questo riordino con disprezzo e denigrazione, forse perché avreste voluto farlo voi. Ebbene, vi abbiamo anticipato e, dopo il voto finale della Camera, il provvedimento passa al Senato per essere approvato definitivamente (Applausi dei deputati dei gruppi di Forza Italia e di Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazzuca Poggiolini, alla quale ricordo che ha due minuti di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.

CARLA MAZZUCA POGGIOLINI. Anche io, pur non facendo parte della Commissione di competenza, ho ricevuto numerosi fax, ho svolto numerosi incontri e sono stata oggetto di appelli affinché, attraverso questa legge, avvenisse ciò che non è avvenuto, cioè un riconoscimento economico vero, reale ma, soprattutto, un riconoscimento profondo di carriera e di quella professionalità che le Forze armate, dell'ordine e di polizia profondono nel loro lavoro quotidiano. Ritengo che tutto questo sia mancato. Se però è stato così, vuol dire anche che è mancato il rispetto verso queste forze del lavoro. È mancato il rispetto verso la polizia e le Forze armate. Ciò è dimostrato dalle proteste venute dal sindacato e dai COCER.
Inoltre, pensando al lavoro di questi uomini, anche in questo caso, quante proteste abbiamo raccolto in questi anni relativamente ai fondi inadeguati per poter svolgere bene un lavoro di tutela della sicurezza dei cittadini? Le leggi finanziarie sono sempre state avare rispetto a quanto, invece, veniva espresso a livello di propaganda! È stata calpestata spesso la dignità di lavoratori di questi uomini! Soprattutto, non si è fatta la riforma della rappresentanza militare e per questo desidero far rilevare al collega che mi ha preceduto che se anche i nuovi COCER devono sottostare al controllo dei vertici degli stati maggiori, è inutile farli! Ritengo che i nuovi COCER e la rappresentanza militare dovranno rispondere a quel desidero di democrazia, di grande responsabilità nel lavoro - ma di rappresentanza democratica - che, per fortuna, anche le Forze armate esprimono: meno male, quindi, che questa legge non è stata approvata in questa legislatura. Saremo noi a farlo, in modo serio e corrispondente alla grande domanda di democrazia che viene dalle Forze armate.
I Repubblicani europei esprimono dunque il loro voto contrario su questo provvedimento.

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sul complesso del provvedimento.

(Coordinamento formale - A.C. 3437 ed abbinate)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale, chiedo che la Presidenza sia autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3437 ed abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge n. 3437 ed abbinate, di cui si è testé concluso l'esame.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

(Ascierto ed altri; Lavagnini; Lucidi ed altri: Delega al Governo per il riordino dei ruoli del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate) (3437-4376-5400):

(Presenti 404
Votanti 403
Astenuti 1
Maggioranza 202
Hanno votato sì 220
Hanno votato no 183).

Prendo atto che gli onorevoli Paolo Scarpa Bonazza Buora, Volonté e Orsini non sono riusciti ad esprimere il loro voto.
Prendo altresì atto che l'onorevole Mereu non è riuscito a votare ma avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

 
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