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CASADIRITTO: riceviamo e pubblichiamo PDF Stampa E-mail

Al Ministro della Difesa

Amm. GIAMPAOLO DI PAOLA

Palazzo Baracchini

Via XX Settembre

00100 - Roma

LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA DIFESA

Egr. Sig. Ministro,

nei quasi due mesi da quando lei ha assunto l'Alto Incarico che le è stato conferito di Ministro della Difesa,  a riprova della priorità che riveste l'argomento, è stato già chiamato per ben due volte a relazionare in Parlamento su un tema specifico quale quello degli alloggi, ed in particolare sulla situazione creatasi dopo l'entrata in vigore del Decreto del 16-3-2011 . La prima volta nel corso della Seduta delle Commissioni Difesa Camera e Senato riunite il 14 dicembre u.s.,la seconda volta nel corso del Question Time, ambedue inerenti il tema che riguarda circa 3.500 famiglie, investite da canoni dichiarati "insostenibili" proprio dalla fonte che li aveva generati, ma assolutamente improbabili e rabberciati anche  sotto il profilo normativo di legge(canoni OMI, anziché di mercato in via prioritaria,  come prescrive la  Legge 112 del 30 luglio 2010 ) e applicati da una miriade di Comandi nei modi più creativi ed artigianali nel migliore dei casi.

Le droghe sono cari, è per questo che alcuni pazienti non possono comprare le medicine di cui hanno bisogno. Tutti i farmaci di sconto risparmiare denaro, ma a volte le aziende offrono condizioni migliori rispetto ad altri. Circa il venti per cento degli uomini di età compresa tra 40 e 70 non erano in grado di ottenere l'erezione durante il sesso. Ma non è una parte naturale dell'invecchiamento. Questioni come "Comprare kamagra oral jelly 100mg" o "Kamagra Oral Jelly" sono molto popolari per l'anno scorso. Quasi ogni adulto conosce "kamagra 100mg". Le questioni, come "Comprare kamagra 100mg", si riferiscono a tipi diversi di problemi di salute. In genere, avendo disordine ottenere un'erezione può essere difficile. Prima di prendere il Kamagra, informi il medico se si hanno problemi di sanguinamento. Ci auguriamo che le informazioni qui risponde ad alcune delle vostre domande, ma si prega di contattare il medico se si vuole sapere di più. personale professionale sono esperti, e non saranno scioccati da tutto ciò che dici.

Chi le scrive è il Coordinatore Nazionale CASADIRITTO, una volenterosa ma riteniamo competente, attenta e propositiva Associazione che da molti anni ( quasi 25) ha sempre seguito la vicenda degli alloggi della Difesa, nell'interesse reciproco,  cercando di contemplare le istituzionali  e prioritarie esigenze dell'Amministrazione  con le pur legittime aspettative  ed in gran parte dei diritti, delle famiglie  utenti,  personale in servizio e non.   Porta avanti  alcune problematiche degli alloggi, sempre con spirito costruttivo, in un confronto estenuante con i tanti interlocutori  succedutisi nel tempo, nei posti di massima responsabilità della Difesa.  Tali problematiche riguardano principalmente quelle relative agli utenti con titolo concessorio scaduto, ma senza entrare nello scibile  di tutte le problematiche.

Pensiamo che tale sistema non vada preso a comparti stagni, e che non possa esserci soluzione che possa risolvere in modo positivo il problema , senza risolvere quello per i militari in servizio che per incarico o per necessità, aspirano ad una assegnazione di tali alloggi. A tale proposito è noto l'impegno a suo tempo profuso da CASADIRITTO nel cercare di dare un contributo all'allora Disegno di Legge n. 599 per fare una legge ad hoc, che poi non ebbe esito, ma i cui principi vennero incorporati nella Legge Finanziaria 244 del dicembre 2007 art. 2 commi 637 e seguenti ove veniva previsto il noto Piano Pluriennale.

Attraverso una collaborazione tra Parlamento, Difesa e COCER ed anche una audizione di CASADIRITTO in Commissione Difesa, quel progetto divenne Legge. Il COCER giustamente mise vari paletti alla bozza di decreto attuativo, che mai dall'Organo di Rappresentanza venne approvato e nonostante mille obiezioni anche da parte della Commissione V Finanze e Tesoro del Senato, che aveva messo gli occhi su le assegnazioni degli alloggi ASI, che dovevano riguardare solo quelli destinati ad incarichi per particolari esigenze all'interno di strutture militari, della Corte dei Conti e del Consiglio di Stato quel decreto nato già in quel modo, e sul quale CASADIRITTO aveva chiesto elementari modifiche, quelle delle mancate tutele per le famiglie a basso reddito e al marchingegno che aumenta indebitamente il reddito complessivo per azzerare lo sconto nelle vendite, ambedue le cose in contrasto con la legge 244. Dopo sofferenza comunque , fu varato e non ha ancora prodotto frutti. Non una casa delle 51.000 previste in quel piano è stata ancora costruita per il personale in servizio, non una delle 3.020 case individuate per la vendita, è stata venduta. Che cosa c'entrano allora le famiglie senza titolo che in questi ultimi quattro anni hanno continuato a fare da facile bersaglio, nei confronti di chi voleva facili alibi?

Gli utenti senza titolo,in virtù di leggi e Regolamenti, nel frattempo hanno continuato a fornire alla Difesa, un non disprezzabile apporto di denaro in contanti, circa 36 milioni di Euro l'anno, ricavato da affitti in equo canone o equo canone maggiorato del 50%.

La Difesa d'altro canto non ha  dato corso a quei strumenti legislativi su cui poteva contare.

Gli alloggi vuoti sono saliti a 4.000 senza contare gli ultimi "news exit" costituito dalle nuove "fughe" ed il previsto il Fondo casa, costituito per Legge con il 15% degli affitti, dal 1994 ed ancora posto all'interno del Decreto Legislativo n.66 con il suo bel Regolamento per accedervi, non ha erogato nessun Mutuo per la casa ai militari in servizio,facendo perdere anche credibilità per i responsabili e miliardi alla Difesa riversati presumibilmente nelle casse del Tesoro.

Riepilogando:

  • nessuna casa costruita, con una legge già fatta;
  • nessuna casa venduta con una legge operante
  • nessun Mutuo erogato con una cassa strapiena iniziando dal 1994
  • gli alloggi sempre più vuoti
  • domande di assegnazione del personale in servizio, inevase.

Questo al di la delle opinioni, non sembra un buon risultato.

L'Amministrazione invece vede oggi aumentato ad un numero mai raggiunto prima di 9.000 alloggi ASI, il cui nuovo canone aggiornato di 1 Euro e sessanta centesimi (1,60) al metro quadrato (vedasi Decreto Legislativo n. 66 del 15 marzo 2010) che non copre ne le spese amministrative , ne tantomeno quelle di manutenzione. Questo canone poco più che simbolico, visti anche i tagli di finanziamenti che la Difesa ha subito e subisce in virtù di manovre finanziarie e di aggiustamento dei conti, fa ritenere non solo anacronistica ed ingiusta tale norma  ma agli occhi dell'opinione pubblica , appare come un benefit dato in diversa maniera. Si aggiunga poi che l'inevitabile turn over, che obbliga l'Amministrazione Difesa a far fronte a costose manutenzioni per ogni cambio di utenza, fa ampliare il differenziale tra alloggi abitati ed alloggi vuoti, una specie di spread in tema di case, al netto di quelli non più utili perché ormai privi di interesse per la funzionalità della Forza Armata. In questa situazione, facilissimo , superficiale ed ad effetto, ma non per questo convincente per le persone di buon senso, è stato quindi trovare nella condizione dei senza titolo, abusivi, corrosivi e altro, il capro espiatorio per riversare su di loro la causa dell'indisponibilità degli alloggi, tema assai sentito da chi aspira ad un alloggio e consente di "scaricare" su altri, responsabilità e mala gestione. Viene così ribaltata la realtà a danno di chi, in ultima analisi, paga per tutti.

Ma il fatto grave è avvenuto parallelamente con la stesura della bozza del Piano Pluriennale. A qualcuno è venuto in mente un colpo di genio: una soluzione finale, una specie di brutta malattia da estirpare per chi vedeva nei senza titolo concessorio, la "causa" della mancanza di alloggi. Uno studio commissionato non sappiamo bene da chi, ma ne abbiamo qualche documentazione attendibile, trovò con questa soluzione aberrante, la soluzione del problema. Anche lei sig. ministro ne converrà, che fu una soluzione priva di dignità e molto altro di più. Quel documento sentenziò: "...il rilascio delle unità abitative da parte dei sine titulo, in quanto il canone elevato che si viene a determinare, risulta sicuramente antieconomico/insostenibile..."

Incredibile ed imbarazzante, ma era scritto così. E così è stato. L'art. 6 .21 quater della Legge del 30 luglio 2010 era la sua legittimazione. Il successivo Decreto del 16 marzo 2011 ne era il via libera. Prima di quella data CASADIRITTO ricorda con orgoglio e commozione che con una forte opera di scuotimento delle coscienze meno "incartapecorite", anche da parte di molti parlamentari che quella legge avevano prima approvato, dopo aver saputo veramente come stavano le cose, ebbero un sussulto di appartenenza rispetto al vivere civile, cosa che si manifestò anche all'interno di importantissime figure all'interno dell'Amministrazione, figure che in qualche modo, ma ancora in misura non sufficiente rispetto alle circostanze, hanno riflettuto. Questo fece si, che in miracolose circostanze furono escluse dai canoni di mercato, proprio con quella Mozione in dirittura d'arrivo, circa 2.800 - 3.000 famiglie con basso reddito, riconducibili al Decreto Annuale, ivi compresi i portatori di handicap. Di questo CASADIRITTO ne da atto al Parlamento ed ai presentatori delle Mozioni (Mozione 1-559 dell'8.2.2011). Il resto, fermo restando le irrituali e clamorose forme non legittime (per CASADIRITTO) da cui trae origine la norma (Gruppo di Lavoro) è rimasto non un problema, ma IL PROBLEMA. Su questi temi, lei sig. Ministro, ritornando ai suoi due interventi al Parlamento, ci è sembrato per ora, non rispondere direttamente a quei precisi quesiti posti dal Sen. Del Vecchio, dalla Sen. Germontani , dall'on. le Biancofiore, in Commissione Difesa, e dall'on Di Biagio, nel Question Time in Aula. Vorremmo sperare che la risposta sia stata prudentemente non esplicita perché è allo studio da parte sua una più approfondita riflessione.

Quello che vorremmo subito farle presente è il passo che lei cita "sono stati istituiti a livello di periferia dei punti di contatto". Bene, non vorremmo che quei punti fossero gli stessi nei quali è stato detto a chi vi si rivolgeva: "di questi canoni con chi ve la prendete, con noi? La colpa è di Boncioli e di CASADIRITTO..." e poi a chi rivendicava l'applicazione di coefficienti veritieri: "...signore, se è vero quello che dice, vuol dire che metteremo i sigilli, dichiareremo l'alloggio inabitabile e poi lei andrà via..." ed ancora "...è inutile che resistiate, tanto prima o poi riusciremo a cacciarvi...". Certo parole gravi, da non generalizzare ma che denotano quale è il livello di questi presunti interlocutori posti nei famosi "punti di contatto" che lei cita.

Quindi la pausa è auspicabile. L'interesse del Parlamento, unito all'evidenza dei fatti, lo fa ritenere un atteggiamento saggio. Forse quello delle interrogazioni non era ancora il momento giusto, mentre i suoi collaboratori saranno chiamati ulteriormente a relazionarla. Nel frattempo, se è così troverà i modi anche per approfondire quel documento "dei canoni insostenibili".

A vari livelli, seppur con le inevitabili imprecisioni, molti ne hanno accennato, in Parlamento, sulla stampa nazionale ne hanno parlato in articoli ed inchieste. Tali notizie circostanziate, non sono passate inosservate e sicuramente non possono non aver procurato una ricaduta negativa sul prestigio e credibilità di chi ha ideato quel percorso. Famiglie intere di militari in servizio o in quiescenza sono caduti nella pura disperazione, per poter far fronte a quei canoni di 2.600, 2.000, 1.500, 1.200 o anche 1.000 per alloggi che non sono a Via del Corso, ma anche nelle tante Tor Vergata... Quei canoni appunto "insostenibili". Come volevasi dimostrare. Come prometteva quel "Piano".

Le stesse "sicurezze" date sempre per acquisite, per le categorie protette, come dicevamo prima, hanno rischiato di veder volatilizzato in un colpo solo, tutte quelle supposte "sicurezze" conquistate e consolidate in lunghi anni ed ormai reinserite, a pieno titolo nell'Ordinamento Militare - Decreto Legislativo n.66 del 15 marzo 2010, più volte modificato. Quelle stesse categorie erano state invece in origine inserite nella Bozza del Decreto, a dimostrazione di far "tabula rasa".

Questo vuol dire che c'è sempre tempo, se lo si vuole, per rimediare a certe aberrazioni. Le famiglie che invece rientrano nella morsa del Decreto del 16 marzo 2011 sono armai allo stremo. In questa alternanza, tra speranze e delusioni, viene minata la stabilità delle famiglie stesse in un quadro economico generale già di per se molto difficile.

Ed allora sig. Ministro di fronte a certi fatti ed alle sue inevitabili conseguenze (non solo di Bolzano ma di gran parte dell'Italia) forse è il momento di fare veramente una pausa di riflessione. E' il momento di avere un gran coraggio anche per lei, che comunque ha pure il grosso onere di una riconsiderazione di tutto il comparto "Difesa". In verità già qualcosa cominciava a muoversi nei giorni immediatamente precedenti alla sua investitura. C'erano stati dei contatti, un avvio, anche di più, che faceva sperare. CASADIRITTO, pur nel suo ruolo atipico, ne seguiva attentamente il decorso. Ecco cosa chiediamo: riprendere in mano la materia, ricostruire in dettaglio il percorso, controllare le circostanze esposte, che ne metteranno in luce quantomeno la sincera ricostruzione ed esposizione, e poi prendere le decisioni. CASADIRITTO ha sempre trovato nel massimo Responsabile della Difesa, e nei suoi più stretti collaboratori, attenti interlocutori, molte volte uno o più incontri, a seguito dei quali a volte ci sono stati risultati importanti. Ora che i tempi sono quelli che sono, anche se i TAR hanno sospeso o stanno sospendendo in via temporanea, per i soli ricorrenti, l'esecutività di quei provvedimenti, fino alla emanazione del giudizio di merito, le chiediamo un incontro per poterle esporre al meglio ed in via diretta, le nostre preoccupazioni e le nostre proposte, nei tempi e nei modi che l'urgenza imposta dalla situazione richiede.

Con grande stima, le porgo i più cordiali saluti

Roma li 9 gennaio 2012

Sergio Boncioli

Coordinatore Nazionale CASADIRITT0

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PUNTI DI CONTATTO ? ECCOLI
SIG. MINISTRO DI PAOLA, E' PROPRIO UN BEL RIVOLGERSI

CASADIRITTO sta monitorando attentamente quanto sta avvenendo dentro e fuori i Comandi, a seguito dell'applicazione del Decreto sui canoni del 16 marzo 2011, certamente non da osservatori asettici, ma come sempre, come parte in causa in quanto CASADIRITTO svolge il compito più difficile, quello che in questo momento è anche il più scomodo, tenendo dritta comunque la barra, partendo da ciò che avviene.
Abbiamo seguito con interesse le dichiarazione del Ministro della Difesa al Parlamento il giorno 14 dicembre u.s. Successivamente la risposta che lo stesso Ministro ha dato all'interrogazione dell'on. Di Biagio del 22 dicembre u.s. A proposito di questa interrogazione tra l'altro, abbiamo appreso, nella sua risposta, che sono stati istituiti presso i Comandi, dei "Punti di Contatto" allo scopo presumiamo si svolgere un ruolo per rendere meglio intelligibili e trasparenti i criteri di attribuzione di quei canoni cosiddetti di mercato (in verità sono quotazioni stabilite dall'Agenzia del Territorio - OMI ). CASADIRITTO, conoscendo la loro genesi, li definisce moralmente eccepibili nella origine, chi li ha partoriti li definisce "insostenibili", e folli li definiamo tutti alla luce dei risultati finali. Tali che, non di raro, superano l'intero reddito mensile.

COSA E' ACCADUTO?

Un utente di tali alloggi, in adesione a quanto lo si invitava, dopo aver ricevuto la raccomandata con la notifica di un canone, chiamato provvisorio, ha avuto l'idea di rivolgersi successivamente al Comando della Capitale, cercando di meglio capire la dinamica di quei calcoli riportati nella scheda tecnica, come era nel suo diritto. Quei canoni risultavano incomprensibili e non solo: erano illeggibili. Venivano elencati coefficienti, senza indicarne il valore (K) ne, importantissimo, era indicato lo stato di manutenzione. Però i denari del canone decorrevano dalla data di quella "notifica". Subito. Naturalmente quel cittadino utente, ha chiesto spiegazioni e delucidazioni usando il linguaggio della verità. Quella verità che il Comando conosce, poichè da esso dipende l'Ente sottoposto, il Reparto Infrastrutture conosce, in quanto tiene in gestione quegli alloggi, e ne cura saggiamente e scrupolosamente la manutenzione e qualora necessario ne programma ed esegue i lavori qualora di competenza. Quella verità che conosciamo tutti noi utenti e che ora cerchiamo di rendere visibile perché messa anche in evidenza nel sito di CASADIRITTO, in special modo a Roma con quelle impressionanti immagini che tutti possono osservare. L'evidenza dei fatti parla da sola. Ebbene, in questo caso l'ottimo Generale Giuseppe Pilosio, Vice Comandante del Comando Militare della Capitale risponde:
" si precisa che, per quanto attiene ai dati catastali riferiti all'alloggio di servizio (Superficie, Valore OMI, e il valore K) (magari anche lo stato di manutenzione... aggiungiamo noi n.d.r.) questo Comando li ha desunti dalla scheda redatta a cura dell'8 Reparto Infrastrutture".
Ma allora, quel Reparto Infrastrutture di cui il Comando parla e ne ha la totale responsabilità, proviene da Marte? Chi ne dovrebbe esercitarne il controllo degli atti? La responsabilità dell'operato crediamo debba essere assunta dal Comando, avvalendosi poi di specificità costituita da Enti ad esso sottoposti. In definitiva quei dati sono del Comando. Il fatto è che quei dati mancanti, sono determinanti nella parte di "Determinazione Coefficiente Correttivo Globale" e in quella Sezione è riportato un elenco monotono di "Zero". Quelle caselle andavano riempite di numeri affinchè quella determinazione del canone risultasse "definitiva" come ben specificato all'art. 3 punto 3 del Decreto del 16 marzo 2011 e non "provvisoria" per assumere la specificità di "notifica". Se il Reparto Infrastrutture non ha potuto riempire quelle caselle come il Decreto imponeva , non ha provveduto al completamento di quanto affidatogli, indipendentemente dalle cause, non poteva procedere al resto. Ma quel Reparto, dipende in toto dal Comando della Capitale che ne doveva controllare l'operato, dandone poi conto in primis.
Rincresce che l'ottimo Generale Giuseppe Pilosio, Vice Comandante del Comando Militare della Capitale , anziché prendersi a pieno titolo l'intero onere dell' iter e dei contenuti della procedura, anche nella parte inerente l'operato di un suo Reparto, tenga a specificare, nella risposta ad un utente, che "risale nella competenza di questo Comando "la determinazione del coefficiente correttivo" solamente quel dato che inevitabilmente, sembra rimanere a se stante se non contabilizzato in un contesto necessariamente globale.
Non è questo evidentemente quel "Punto di Contatto" a cui che si riferiva il Ministro della Difesa al Parlamento il giorno 22 dicembre u.s. nella sua risposta data al Question Time .o almeno quello che noi abbiamo capito.

Roma 5 gennaio 2012

Sergio Boncioli
Coordinatore Nazionale CASADIRITTO

(sul sito di casadiritto è allegata la lettera del Comando)

 
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