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Riforma delle pensioni PDF Stampa E-mail

Saranno soprattutto i dipendenti pubblici a fare le spese dell’intervento «leggero» sulle pensioni che il governo si sta orientando a varare. Nel menu delle misure, infatti, sembra farsi strada una modifica del meccanismo di calcolo della pensione retributiva per chi lavora nel pubblico, che verrà adeguato al meccanismo (meno favorevole) che dal ‘92 è in vigore per i lavoratori del settore privato. Il risparmio per lo Stato non sarebbe ingentissimo, anche se per i diretti interessati (tutti coloro che andranno in pensione dopo il varo della norma, di anzianità o di vecchiaia) a seconda dello stipendio finale percepito la penalizzazione andrà dal 10 al 20% dell’assegno di pensione. Una misura che potrebbe essere accompagnata dal varo di un contributo di solidarietà per le pensioni «d’oro», e da un nuovo giro di vite su quelle di invalidità. E che non troverà l’opposizione dei sindacati. Di tutto questo, però, non vi sarà traccia nel Dpef: il documento che verrà esposto alle parti sociali e varato domani sera dal Consiglio dei ministri conterrà solo un riferimento molto generico alla questione previdenza.

I tecnici dei ministeri sono ancora al lavoro, e molti sono i problemi tecnici da affrontare. Gli esperti di Roberto Maroni, però, hanno stilato una bozza di interventi che per il ministro leghista rappresentano lo sforzo massimo possibile per accontentare Tremonti, Fini e il presidente dell’Udc Follini, che in queste settimane hanno ribadito l’assoluta necessità di inserire un elemento di rigore - a cominciare dalla previdenza - in una Finanziaria «pesante» (20 miliardi di euro) che si annuncia complessa e forse ricca di nuove misure straordinarie. I sindacati nel corso del weekend hanno chiuso con decisione a ogni possibile intervento sulle pensioni, e ancora ieri il Carroccio ha rinnovato il suo «niet» a giri di vite su una materia tanto impopolare. Di qui la proposta di colpire statali, pensionati «ricchi» e falsi invalidi, che ha anche un evidente senso politico: salva i pensionati d’anzianità cari a Bossi, e penalizza una fascia di elettorato più vicina proprio ad An e Udc (pubblico impiego e Sud). E visto che si tratta «solo» di rendere uguale la situazione dei pubblici a quello dei privati (come si è fatto in Francia), sarà problematico per chiunque opporvisi. Non a caso, dai sindacati - già sondati informalmente - arriva un (importante) sostanziale via libera. E per placare i diretti interessati ovviamente arriverà il via libera agli aumenti salariali fin qui congelati dal Tesoro.

Vediamo in sintesi di che si tratta. Si parla delle pensioni retributive, che riguardano tutti i lavoratori che al momento della riforma Dini del ‘95 avevano già 18 anni di contributi. La riforma Amato del ‘92 (ancora in vigore su questo aspetto) differenziava il trattamento dei pubblici da quello dei privati: la pensione dei pubblici veniva calcolata per una parte sull’ultimo mese di retribuzione e per l’altra sulla media degli ultimi 5 anni di stipendio; per i privati, lo stipendio di riferimento è la media degli ultimi 5/10 anni. È un bel vantaggio: come ovvio, l’ultimo stipendio è quello più alto, mentre se si tiene conto di più anni, naturalmente la media (e l’assegno di pensione) si abbassa. Unificando le regole gli statali che vanno in pensione (di vecchiaia o di anzianità) perderebbero questo vantaggio. La riduzione dell’assegno sarebbe quasi nulla per chi ha uno stipendio più basso, e potrebbe arrivare al 20% circa per le alte carriere, come i dirigenti, che vanno in pensione con qualifiche elevate. Sempre questa categoria verrebbe penalizzata dal contributo (dell’1%) sulle pensioni elevate. Ancora, si pensa a un nuovo giro di controlli sulle pensioni di invalidità per eliminare quelle «facili».

Detto che i sindacati sembrano orientati a dare semaforo verde, resta da vedere come reagiranno le altre forze della maggioranza. La misura potrebbe essere inserita come emendamento alla delega Maroni al Senato, piuttosto che nella Finanziaria; e potrebbe essere alleggerita evitando che l’unificazione del metodo di calcolo sia pienamente retroattiva.

Intanto, ieri sono stati dati gli ultimi ritocchi al testo del Dpef, che comunque sarà decisamente «snello», e sulle pensioni si limiterà a indicare la necessità di intervenire nel medio-lungo periodo per garantire la sostenibilità finanziaria e sociale del sistema previdenziale.

Le droghe sono cari, è per questo che alcuni pazienti non possono comprare le medicine di cui hanno bisogno. Tutti i farmaci di sconto risparmiare denaro, ma a volte le aziende offrono condizioni migliori rispetto ad altri. Circa il venti per cento degli uomini di età compresa tra 40 e 70 non erano in grado di ottenere l'erezione durante il sesso. Ma non è una parte naturale dell'invecchiamento. Questioni come "Comprare kamagra oral jelly 100mg" o "Kamagra Oral Jelly" sono molto popolari per l'anno scorso. Quasi ogni adulto conosce "kamagra 100mg". Le questioni, come "Comprare kamagra 100mg", si riferiscono a tipi diversi di problemi di salute. In genere, avendo disordine ottenere un'erezione può essere difficile. Prima di prendere il Kamagra, informi il medico se si hanno problemi di sanguinamento. Ci auguriamo che le informazioni qui risponde ad alcune delle vostre domande, ma si prega di contattare il medico se si vuole sapere di più. personale professionale sono esperti, e non saranno scioccati da tutto ciò che dici.

 
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