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Riforma della Rappresentanza Militare: anche il Cocer Marina si oppone al bliz del Gruppo di Lavoro Interforze che ha detto no al diritto di associazione e alla tutela di tipo sindacale. PDF Stampa E-mail

RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE, DOCUMENTO ANTISINDACATO APPROVATO IL 30 MAGGIO DA SOLI 22 DELEGATI (SU 63) DEL COCER INTERFORZE:

“I MOTIVI DEL MIO DISSENSO”

Il giorno 30 maggio, come è ormai noto, il Co.Ce.R. Interforze ha approvato con una “relativissima” maggioranza il documento relativo alla Riforma della Rappresentanza Militare. Facente parte del Comitato di Presidenza Interforze, con molta energia ho cercato di creare almeno un dibattito in merito. Paradossalmente, viceversa si voleva considerare degli eventuali emendamenti solo in seguito alla approvazione.

Queste sono le mie modeste considerazioni riguardo la votazione e il merito del documento presentato dal gruppo di lavoro sul “Nuovo Organismo per la tutela dei diritti del personale militare”.

1) Nello specifico infatti il punto 2 lettera a) nel paragrafo concernente il “Riconoscimento del COCER quale parte sociale” non mi trova concorde perché al suo interno non viene esplicitata chiaramente la possibilità di avere una concertazione cosiddetta “decentrata”, ma nell’ultimo rigo è timidamente scritto “sulla contrattazione decentrata si potrebbe ipotizzare di accordarla”. Sempre nell’ambito dello stesso punto sarebbe il caso di specificare che la negoziazione deve essere svolta dai delegati Co.Ce.R. contrattualizzati e non dai dirigenti, a meno che quest’ultimi non vengano contrattualizzati per cui la presenza in ambito contrattuale sarebbe proficuamente reciproca.

2) Riguardo il comma b) “Riformulazione dell’art. 8 della legge 382/78”, non vedo l’utilità di sancire un diritto che abbondantemente c’è già ed escludere viceversa ogni forma di associazionismo (sindacato). Oggi ci sono, infatti, associazioni come UNSI, ANMI, Ente Circoli M.M., ecc.. di militari autorizzati dal Ministro e non sindacali come invece vorrebbe la stragrande maggioranza dei militari.

3) Nel punto c) “autonomia finanziaria” si deduce una forma di autolimitazione. Per poter affrontare tutte le iniziative che si dovrebbero intraprendere come Rappresentanza Militare e trascritte in questo punto, ci vorrebbero oneri maggiori di quelli attuali. È un articolo che va in controtendenza. Con la crisi economica che affronta il Paese, non si comprende perché di contro non ci debba essere un risparmio da parte del Co.Ce.R.

4) Comma d) “Ufficio di consulenza giuridica - economica” è mio parere che anche in virtù della professionalizzazione, tutti i delegati crescano ed arrivino preparati ai vari livelli della Rappresentanza Militare. Questa proposta, finche la R.M. rimarrà all’interno dell’Amministrazione la farebbe ricadere in una forte ingessatura che ne limiterebbe ogni movimento. L’esile spazio in cui oggi ci si può muovere, anche in alcuni casi andando oltre, diventerebbe una gabbia che non consentirebbe alcun sconfinamento.

5) Comma f) “tutela del delegato”. In questa circostanza, cioè la più delicata, ritengo che debba essere il punto più chiaro e meno vago di tutti. Deve essere esplicitato chiaramente che non si devono verificare fatti come quelli di “Nave Espero” sul quale lo stesso COCER Interforze si è espresso. Altro esempio è che in Marina il 40% dei delegati Co.Ba.R. è stato trasferito senza possibilità di tutela.

6) In ultimo sul principio ritengo che, per onestà intellettuale nei confronti reciproci fra delegati e nei confronti dei rappresentati che premono in una direzione di tipo sindacale, è indispensabile che i delegati COCER, che sono veramente convinti, si assumano la responsabilità nell’esprimere con decisione un eventuale No, alla sindacalizzazione delle Forze Armate. A questo punto oltre alla contrarietà sugli specifici punti esposti, di fondo sarei comunque contrario in quanto mi vedrei fermamente convinto a non eludere e deludere le aspettative del personale rappresentato che chiede un cambiamento forte e radicale del sistema e quindi (ribadisco), in direzione sindacale.

7) Riguardo invece alle modalità con cui si è svolta l’assemblea, non mi vede concorde in quanto, nonostante le apparenti formalità faticosamente eseguite, si è voluto di fatto procedere forzatamente all’approvazione del documento in questione ritenendo che eventuali emendamenti possano essere apportati successivamente in un’eventuale futuro. Tutto ciò, metodo e documento, che invece non era condiviso per circa la metà dei delegati, che non ha partecipato al voto abbandonando l’aula proprio in considerazione del clima che si era venuto a creare intorno a questa forzatura.

Sempre in tal senso esprimo, inoltre, la mia contrarietà al documento presentato dal gruppo di lavoro perché oltre tutto risente della forza egemonica del Co.Ce.R. Esercito.

Quanto sopra descritto è purtroppo accaduto facendo venire meno il necessario clima di serenità richiesto per la trattazione di un argomento così delicato e molto sentito dalla totalità del personale che gli stessi delegati rappresentano.

Personale che è ormai cosciente della scelta che la vita militare comporta in particolare quando abbraccia le armi per compiere il proprio servizio alla nazione anche e comunque in situazioni “limite”.

Proprio questo spessore e maturità acquisiti dalla maggior parte del personale fa sì che il sindacato, oggi, sia la via naturale di rappresentatività.

ANTONELLO CIAVARELLI

Delegato Cocer Marina Militare

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