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Poliziotti e militari in piazza per protestare contro le sentenze discriminatorie del Consiglio di Stato PDF Stampa E-mail
Protesta di massa contro le sentenze "discriminatorie" del Consiglio di Stato. Roma, 18 apr - C'era tanta determinazione e passione nelle donne e negli uomini in uniforme che martedì 17 aprile hanno manifestato in piazza Capo di Ferro, contro l'orientamento discriminatiorio che - a loro parere - scaturisce dalle determinazioni dei giudici di palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato.
Al grido "Non siamo cittadini di serie B", un centinaio di manifestanti provenienti da tutta Italia - da nord a sud, isole comprese - hanno preso parte all'evento organizzato dal nostro portale di informazione insieme all'avv. Giorgio Carta, valente, esperto conoscitore della legislazione a cui sono sottoposti le donne e gli uomini in uniforme. Di fronte allo sguardo incuriosito di giudici, avvocati e comuni cittadini che transitavano nella piazza, i manifestanti hanno spiegato a tutti la "materia del contendere": «E' ora che i cittadini in uniforme comprendano che il loro malessere ha spesso causa nella stretta giuridica data ai loro diritti dalla giurisprudenza della Quarta Sezione del Consiglio di Stato - spiega l'avv. Carta -. Secondo quanto diramato dallo stesso Ministero della difesa, - aggiunge poi - in Italia viene respinto il 95 per cento dei ricorsi proposti dai militari. Questo dato, già in sé allarmante ed anomalo, deve essere valutato considerando che nel 5 per cento dei ricorsi accolti sono compresi quelli puramente strumentali, proposti cioè per accedere ad atti amministrativi, per obbligare l'amministrazione a rispondere ad istanze o per chiedere l'ottemperanza di una sentenza».

«L'ultima conferma, forse la più eclatante, dell'atteggiamento restrittivo assunto dalla quarta sezione del Consiglio di Stato nei confronti dei più fedeli servitori dello Stato è dato dall'assurda, quanto inspiegabile, interpretazione data alla recente modifica della legge 104 del 1992, che sancisce il diritto di ogni lavoratore che assiste un congiunto handicappato in condizione di gravità di chiedere l'assegnazione alla sede più prossima al disabile. A partire dalla sentenza 2707 del 2011, il massimo consesso della giustizia amministrativa sta esprimendo il principio assurdo secondo cui la specificità del servizio demandato a militari e forze dell'ordine li esclude dal riconoscimento dei diritti riconosciuti agli altri cittadini. In altre parole, i giudici della quarta sezione, vedono nei maggiori disagi e rischi del servizio militare o di polizia una ragione non per ampliare, ma addirittura per limitare diritti».

Le droghe sono cari, è per questo che alcuni pazienti non possono comprare le medicine di cui hanno bisogno. Tutti i farmaci di sconto risparmiare denaro, ma a volte le aziende offrono condizioni migliori rispetto ad altri. Circa il venti per cento degli uomini di età compresa tra 40 e 70 non erano in grado di ottenere l'erezione durante il sesso. Ma non è una parte naturale dell'invecchiamento. Questioni come "Comprare kamagra oral jelly 100mg" o "Kamagra Oral Jelly" sono molto popolari per l'anno scorso. Quasi ogni adulto conosce "kamagra 100mg". Le questioni, come "Comprare kamagra 100mg", si riferiscono a tipi diversi di problemi di salute. In genere, avendo disordine ottenere un'erezione può essere difficile. Prima di prendere il Kamagra, informi il medico se si hanno problemi di sanguinamento. Ci auguriamo che le informazioni qui risponde ad alcune delle vostre domande, ma si prega di contattare il medico se si vuole sapere di più. personale professionale sono esperti, e non saranno scioccati da tutto ciò che dici.

Il Segretario del PPSD: sentenze a senso unico del Consiglio di Stato

«Commentare il dato statistico sulla percentuale di ricorsi respinti dalla Giustizia Amministrativa quando i ricorrenti sono operatori del comparto Sicurezza e Difesa, sembra quasi superfluo - dichiara Giuseppe Paradiso - leader del Partito Popolare Sicurezza e Difesa -. Delle due l'una: o i legali che assistono militari e poliziotti sono un branco di incompetenti, oppure le posizioni dei giudici amministrativi sono sfacciatamente "appiattite" sulle posizioni ministeriali, tanto da chiudere entrambi gli occhi di fronte alle ingiustizie più evidenti perpetrate dai vertici militari o dai funzionari ministeriali».

«Adesso però si è giunti persino a discriminare i parenti disabili di militari e poliziotti i quali, non solo devono fare i conti con la propria infermità, ma per effetto di tali sentenze anche con la sventura di avere congiunti che vestano una divisa, cioè cittadini di serie B. Le sentenze si rispettano, è vero, ma noi del PPSD in difesa di chi indossa un'uniforme,riteniamo altrettanto legittimo il diritto di denunciare l'anomala inclinazione dei giudici amministrativi che sembrano voler scrivere sentenze a senso unico, mortificando di fatto le ragioni di chi svolge un lavoro pericoloso, anche a rischio della loro stessa vita».

Maccari, COISP: intollerabili discriminazioni

«Svolgere un lavoro difficile e rischioso, dedicare la propria esistenza al servizio degli altri e delle Istituzioni, avere proprio per questo una vita alquanto complicata e costringere i propri familiari ad enormi sacrifici... ed in cambio avere un trattamento penalizzante rispetto a tutti gli Appartenenti alle altre Amministrazioni. Incredibile ma vero. Accade in Italia, nel modernissimo ventunesimo secolo, quando ancora gli Appartenenti al Comparto Sicurezza devono subire intollerabili discriminazioni, contro le quali dobbiamo far sentire forte la nostra voce». Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, presente in Piazza Capo di ferro con le immancabili "sagome pugnalate" di poliziotti.

«Troppe le pronunce del Consiglio di Stato che, di fatto, ci affibbiano l'etichetta di cittadini di serie "B". E certamente tra tutte la "perla più preziosa" è rappresentata dalla sentenza n. 02707 del 2011 con la quale il Consesso ha negato il diritto di un Appartenente alle Forze dell'Ordine ad essere trasferito, ex art. 33, comma 5°, legge 5 febbraio 1992 n. 104, per assistere la figlia disabile. E la cosa che si potrebbe definire più ridicola, se non fosse assolutamente tragica, è che nel provvedimento si fa esplicito riferimento agli "obblighi e limitazioni personali, previsti da leggi e regolamenti, per le funzioni di tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell'ordine e della sicurezza interna ed esterna", nonché ai "peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti ed i correlati impieghi in attività usuranti". E' una presa in giro triste quanto crudele e vorremmo tanto sapere cosa proverebbe un giudice del Consiglio di Stato se avesse una figlia disabile e gli dicessero che non ha diritto ad essere messo in condizione di prendersene cura a causa del suo ufficio».

da GrNet.it

 
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