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Comunicato della Presidenza del Consiglio dei Ministri in merito alla riorganizzazione delle Forze Armate. Riportiamo i dettagli finora conosciuti. PDF Stampa E-mail

Il 14 febbraio scorso si è riunito a Palazzo Chigi il Consiglio dei Ministri sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Mario Monti, Segretario il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Antonio Catricalà.
Successivamente ha assunto la presidenza il Ministro Pietro Giarda per impegni istituzionali del Presidente Monti.
La riunione del Consiglio si è aperta con un'ampia relazione, svolta dal Ministro della difesa, Di Paola, sul progetto di revisione della Struttura di Difesa, che verrà illustrata in Parlamento in coerenza con l'impegno assunto dal Governo innanzi alle Camere nei giorni scorsi e sulla base degli indirizzi decisi dal recente Consiglio supremo di Difesa.
Il Governo punta ad inserire questa revisione nel Piano Nazionale di Riforme, che si è impegnato a presentare a livello europeo.

Le droghe sono cari, è per questo che alcuni pazienti non possono comprare le medicine di cui hanno bisogno. Tutti i farmaci di sconto risparmiare denaro, ma a volte le aziende offrono condizioni migliori rispetto ad altri. Circa il venti per cento degli uomini di età compresa tra 40 e 70 non erano in grado di ottenere l'erezione durante il sesso. Ma non è una parte naturale dell'invecchiamento. Questioni come "Comprare kamagra oral jelly 100mg" o "Kamagra Oral Jelly" sono molto popolari per l'anno scorso. Quasi ogni adulto conosce "kamagra 100mg". Le questioni, come "Comprare kamagra 100mg", si riferiscono a tipi diversi di problemi di salute. In genere, avendo disordine ottenere un'erezione può essere difficile. Prima di prendere il Kamagra, informi il medico se si hanno problemi di sanguinamento. Ci auguriamo che le informazioni qui risponde ad alcune delle vostre domande, ma si prega di contattare il medico se si vuole sapere di più. personale professionale sono esperti, e non saranno scioccati da tutto ciò che dici.

Lo scenario geo-strategico internazionale continua ad essere caratterizzato da grande incertezza; ne consegue che le Forze Armate devono continuare ad essere pienamente integrabili con quelle degli alleati, ma devono anche essere allo stesso livello tecnologico. Da qui la necessità di introdurre una profonda revisione della Struttura Difesa, per armonizzarla ai livelli di efficienza e funzionalità europei non solo militari, ma anche industriali ed economicamente sostenibili.
A livello europeo e atlantico l'Italia sostiene e promuove il processo d'integrazione definito dalla Politica di Sicurezza e Difesa Comune. Quindi, l'armonizzazione di standard comuni è ancora più necessaria e urgente.
Oggi, l'Italia ha una spesa per la Difesa, in rapporto al Pil, più bassa d'Europa (0,9% contro una media Ue dell'1,61%); in aggiunta ha una spesa percentuale per il personale, rispetto al bilancio assegnato, ampiamente superiore alla media Ue (70% quella italiana, 51% quella europea). Per contro, la spesa d'investimento per ogni militare è ferma a 16.424 euro, contro una media europea di 26.458 euro.
La riforma, condivisa dal Consiglio dei Ministri punta a riequilibrare i livelli di spesa del personale, di esercizio e di investimenti per garantire in futuro la sostenibilità finanziaria e l'efficacia operativa delle Forze Armate in chiave europea e Nato. Vale a dire, coprire con il 50% del bilancio assegnato la spesa del personale; la parte restante sarà divisa a metà tra addestramento e investimenti.
Queste scelte comporteranno una revisione e riqualificazione dei programmi di investimento, ma anche una contrazione della presenza territoriale. Il risultato sarà una Struttura Difesa ridimensionata nei numeri, ma in grado di esprimere un'operatività all'altezza delle aspettative dell'Unione europea e della Nato.
Il Consiglio dei Ministri è quindi intervenuto su alcuni aspetti fondamentali del nostro ordinamento tra cui, su proposta del Ministro della difesa, Di Paola, e del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, Patroni Griffi, riguardante il fronte interno dove sono state discusse e approvate una serie di misure correttive al Testo unico dell'ordinamento militare e al Codice dell'ordinamento militare.

LA RIFORMA DEL CODICE DELL'ORDINAMENTO MILITARE E DEL TESTO UNICO DELL'ORDINAMENTO MILITARE

In merito al Codice dell'ordinamento militare le novità riguardano la nuova suddivisione dei 179 articoli del Codice, che vengono divisi in undici capitoli. Anche in questo caso l'obiettivo è di armonizzare il testo eliminando errori materiali di scrittura, inserendo nuove norme che riguardano il riordino di enti delle Forze Armate e del Segretariato generale della difesa, oltre allo stato giuridico del personale militare.
La riforma del Testo Unico dell'Ordinamento militare ha introdotto modifiche per inserire norme regolamentari sopravvenute, ad esempio in materia di tutela dei luoghi di lavoro, organismi collegiali e cause di servizio, a modificare norme relative alla gestione e amministrazione contabile dei comandi militari, corsi di formazione e sanità militare.
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Difesa, Di Paola alle Commissioni: ridotti a 90 gli F35. Tagli a personale e strutture

Saranno acquistati 90 caccia F-35 invece dei 131 previsti dal programma Joint Strike Fighter, con una riduzione di 40 unità. E' quanto ha dichiarato il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, alle commissioni Difesa congiunte di Senato e Camera.

"In 10 anni la Difesa dovrà diminuire il proprio personale del 20%" - ha inoltre annunciato -. "Attualmente lo strumento militare è di 183mila militari e trentamila civili, dovremmo progressivamente scendere a 150mila militari e 20mila civili. Cioè 43mila unità in meno, il 20%, rispetto alla dimensione attuale". L'obiettivo, ha spiegato Di Paola, ''si potrà raggiungere in dieci anni o poco più attraverso la riduzione degli ingressi del 20-30%, la mobilità verso altre amministrazioni, l'applicazione di forme di part time''. Per ammiragli e generali, ha aggiunto, ''ci sarà una riduzione superiore del 30%. E' un percorso doloroso ma inevitabile''.

''Dobbiamo impostare una incisiva revisione del nostro strumento militare, sostenibile nel tempo e compatibile con le risorse che il Paese e il Parlamento metterà a disposizione''. Una riforma di queste dimensioni, rimarca Di Paola, ''non si può fare senza dibattito e ampia condivisione'', con provvedimenti ''graduati nel tempo per far fronte alla ineludibile realtà di difficoltà finanziaria nella quale ci troviamo, nonché alle esigenze di sviluppo del settore''.

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Difesa: illustrato il nuovo modello, tagli a uomini e programmi

Di Paola illustrerà la riforma dello strumento militare, poi in Parlamento.

Nuovo modello di Difesa al via. All'insegna del "dimagrimento" sia per gli uomini che per i programmi di armamenti. I tagli alle risorse (tre miliardi di euro in meno nel triennio 2012-2014) impongono infatti l'eliminazione delle ridondanze e delle inefficienze. Salvaguardando le missioni all'estero, considerate un fiore all'occhiello. Il ministro Giampaolo Di Paola illustrerà in Consiglio dei ministri il ''progetto di revisione dello strumento militare nazionale''. Mercoledì spiegherà la riforma alle commissioni riunite di Camera e Senato.

Giovedì scorso Di Paola aveva avuto il via libera dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel corso del Consiglio supremo di Difesa. Si tratta di un cambiamento annunciato come epocale. Va in soffitta il modello a 190mila militari previsto dalla legge 331 del 2000, considerato non più sostenibile. Attualmente si è già scesi a circa 178mila (104mila Esercito, 42mila Aeronautica e 32mila Marina). L'obiettivo è calare ulteriormente fino alla soglia 140-150mila uomini. A farne le spese soprattutto gli ultracinquantenni in divisa: quelli in esubero andrebbero spostati verso altre amministrazioni dello Stato o verso il prepensionamento. Percorso che non si annuncia facile. Uno dei punti critici individuati da Di Paola è infatti la distribuzione della spesa, ora fortemente sbilanciata verso il personale (65%) a scapito di esercizio (10%) ed investimento (24%).

E c'è squilibrio anche tra le gerarchie delle forze armate, con un netto esubero di marescialli (sono circa 55mila rispetto ai 25mila previsti) e sono troppi anche i generali (ben 425). Dopo gli uomini, i programmi. E' stata fatta una puntuale ricognizioni di tutti quelli che impegnano il settore negli anni a venire. Ci sarà una ''rimodulazione'' (leggi taglio) di quelli ritenuti non prioritari e sacrificabili. Principale imputato è Joint Strike fighter: 131 caccia F-35 da acquisire fino al 2026 per sostituire gli attuali Tornado, Amx ed Av-8B. I primi sono già stati ordinati dall'Italia alla poco modica cifra di 80 milioni di euro ciascuno. Nel 2011 sono stati spesi 469 milioni per Jsf. I supercaccia stanno a cuore al ministro, che li ha strenuamente difesi, ma potrebbe esserci una riduzione del numero complessivo di velivoli da ordinare. Qualcuno ha ipotizzato 30 in meno. Analoghe ''rimodulazioni'' potranno riguardare altri programmi: dagli elicotteri Nh-90 (costati 416 milioni nel 2011 per una spesa complessiva di 3,8 miliardi al 2018) ai sommergibili U-212 (168 milioni nel 2011, 1,8 miliardi fino al 2016).

Difesa più magra, dunque, e soprattutto più "integrata" con quella dei Paesi partner europei. Anche questo è un modo per ottenere risparmi senza perdere efficienza come sa bene Di Paola che, prima di essere chiamato da Monti a fare il ministro, era presidente del Comitato militare della Nato. In questa direzione, il Consiglio supremo di Difesa ha annunciato un'iniziativa italiana. Infine, si punta a dare un colpo di acceleratore alla dismissione dell'immenso patrimonio della Difesa: siti, terreni, caserme, aeroporti, fari, immobili vari - molti dei quali inutilizzati - che potrebbero essere alienati dando respiro al bilancio del ministero. (ANSA)

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Difesa, ecco il piano di snellimento. Via gli over 50 con il 10% di stipendio in meno

Saranno posti d'autorità in una posizione simile all'Aspettativa per riduzione Quadri. Fervono in questi giorni i preparativi per il piano di "dimagrimento" del personale, che il dicastero della Difesa ha affrontato mediante la costituzione di un apposito gruppo di lavoro dal quale, com'era prevedibile, ufficialmente non è trapelato nulla.

Il riserbo su tale delicatissima questione, lo abbiamo visto, non è stato infranto nemmeno nell'ambito del recente Consiglio supremo di Difesa, conclusosi con un comunicato generico.

Tuttavia, anche dagli ambienti più riservati, sovente "filtrano" informazioni sullo stato dei lavori. Una di queste fonti qualificate, confermerebbe le indiscrezioni emerse considerandole piuttosto verosimili.

In ogni caso a breve i provvedimenti saranno illustrati compiutamente alle commissioni parlamentari competenti.

Sembrerebbe che l'opzione più accreditata alla quale sono giunti i tecnici di palazzo Baracchini, preveda la collocazione d'autorità dei militari over 50 in una posizione simile a quella che per gli ufficiali si definita "ARQ - Aspettativa per Riduzione Quadri", che però sarebbe accompagnata da una riduzione stipendiale del 10%.

L'altra ipotesi sul campo, peraltro ampiamente nota, che prevedeva il passaggio alle altre amministrazioni dello Stato, sembra sia stata momentaneamente accantonata a causa della complessità delle lungaggini che avrebbe comportato tale misura.

A quanto si apprende, sembra che il tutto sarà rapidamente calendarizzato e trasformato in un apposito decreto in un prossimo Consiglio dei ministri.

Interpellato il Sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito, gen. Domenico Rossi, ha confermato la tempistica dei vari passaggi istituzionali, smentendo però le ipotesi paventate spiegando che, comunque, la materia sarà oggetto di esame da parte del Cocer interforze che dovrà essere opportunamente informato.

 
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