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Continuano le polemiche sulla questione Uranio Impoverito. PDF Stampa E-mail

Uranio, è disaccordo sulle cifre

di Marzia Bonacci da www.aprileonline.info

Il ministro Parisi, durante la sua audizione in commissione, ha fornito i numeri dei soldati malati e morti durante le missioni all'estero per il contatto con la sostanza tossica. Ma l'Osservatorio militare li contesta definendoli inferiori alla realtà

Un conflitto di cifre significativo che dimostra quanta strada ci sia ancora da percorre sulla vicenda dell'uranio impoverito che ha mietuto e miete tuttora vittime fra i soldati italiani di ritorno dalla partecipazione a missione estere. Il muro contro muro su questa triste e drammatica conta ha visto infatti schierati oggi, su posizioni diverse, il ministro della Difesa Arturo Parisi e l'Osservatorio militare, associazione che assiste i membri delle forze armate e le loro famiglie. Nell'audizione in Commissione di Palazzo Madama, Parisi ha presentato i dati della Direzione di sanità militare riguardo alle vittime dell'uranio: 255 malati di cancro, tra i militari italiani che negli ultimi dieci anni hanno partecipato a missioni all'estero (nei Balcani, in Afghanistan, in Iraq e in Libano nel periodo compreso tra il 1996 e il 2006), di cui 37 deceduti. Nello stesso periodo, ha aggiunto il ministro, i militari malati per tumore e non impiegati fuori dal nostro Paese sono stati 1.427.

Numeri, questi, che però sono stati contestati dall'Osservatorio militare secondo cui sarebbero almeno 2.500 i malati e 150 i morti.

Nonostante il responsabile della Difesa abbia voluto rassicurare su come si stia applicando "ogni misura precauzionale" non intendendo "in alcun modo sottovalutare il fenomeno e tantomeno dissimularlo", il responsabile dell'associazione Domenico Leggiero non ha nascosto la propria amarezza soprattutto in relazione ai dati. "Ci dispiace, ma così anche Parisi perde credibilità. Avevamo riposto speranze in lui, ma queste cifre sono troppo lontane dalla verità", ha dichiarato, aggiungendo anche come sia possibile dimostrare la fallacità delle proporzioni. "Altri dati ufficiali della Difesa parlano di un numero di malati quasi decuplicati e di un numero delle vittime da moltiplicare per tre", ha sostenuto Leggiero. A sostegno di tale tesi, il responsabile ha richiamato la cronaca odierna: "proprio oggi, in Sicilia, si stanno svolgendo i funerali del carabiniere Giuseppe Bongiovanni, morto l'altro ieri per un tumore contratto durante una missione all'estero. Se andate a vedere, questa morte non risulta al ministero".

Un appello all'accortezza che è stato accolto anche dalla presidente della Commissione Lidia Menapace, la quale ha tenuto a precisare come sul tema ci sia ancora necessità di ottenere maggiore chiarezza. "I nostri stessi esperti - ha affermato la senatrice - sono preoccupati da questo divario e stanno chiedendo sia all'Istituto superiore di sanità, sia alla Sanità militare, sia al ministro, di confrontare i criteri con cui i dati sono raccolti, perché le variazioni possono derivare da questo". Del resto, "non è ancora terminata la raccolta dei dati" e "il ministro ha detto che sono i dati che gli constano" ad oggi, ha precisato. Di Parisi, la Menapace ha comunque apprezzato l'apertura e la disponibilità dimostrata tanto da affermare che "si è stabilito un rapporto non conflittuale, che era una delle cose che mi proponevo di raggiungere". Una comunione di intenti salutata con favore anche da Mauro Bulgarelli dei Verdi: "è importante - ha detto il senatore del sole che ride, membro della Commissione d'inchiesta- che da parte del ministero della Difesa siano giunte rassicurazioni sulla disponibilità a fornire d'ora in avanti dati e informazioni sull'attività dei poligoni e sulle missioni militari". Una delle difficoltà maggiori incontrate finora, infatti, sottolinea il parlamentare, "è stata costituita proprio dall'ostilità e dalle reticenze delle autorità militari". Silvana Pisa, Sinistra Democratica, raggiunta da noi telefonicamente, ci ha spiegato quali sono secondo lei i punti caldi del dibattito. "Il primo tema riguarda la privacy, a cui ci si appella rendendo impossibile l'accesso della Commissione alle schede e ai dati. Ebbene, questo è forse un punto sul quale bisogna lavorare perché, con la scusa della segretezza, si rallenta e si impedisce il pieno svolgimento di una Commissione come quella sull'uranio". Altrettanto importante sarebbe poi, secondo la Pisa, imporre ai nostri alleati militari il rispetto delle regole internazionali: "Parisi ha detto che noi non utilizziamo uranio, ma comunque è impiegato dai nostri alleati. Un esempio è il caso del Libano dove, come dimostrato da un'inchiesta di RaiNews 24, sono state utilizzate armi non convenzionali. Alla luce di questo - conclude la senatrice - bisognerebbe imporre ai nostri alleati di evitare l'uso impunito di sostanze e armamenti chimici".

Sempre nel corso della sua audizione, Parisi ha anche proposto, definendola come "indispensabile", la creazione di "un'organizzazione capace di sottoporre a verifica le varie ipotesi e che serva anche da interfaccia a chiunque cerchi luce su questo argomento". Una sorta di "centro" che "opererebbe presso la Direzione generale di Sanità" e "potrebbe ricevere le direttive da un comitato scientifico formato dai maggiori esperti della materia". Inoltre il ministro ha indicato in centosettanta milioni di euro la somma per risarcire le vittime del dovere, compresi i militari italiani morti o malati per presunta contaminazione da uranio impoverito.

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